Condanna a Monaco per assassinio su incarico di Josip Broz Tito

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3 Agosto 2016

A 33 anni di distanza e dopo 21 mesi di un processo iniziato nell’ottobre 2014, sono stati condannati oggi all’ergastolo a Monaco di Baviera due ex alti funzionari dei servizi segreti jugoslavi. I fatti sono da ricondurre all’onda lunga della guerra promossa dal dittatore Josip Broz Tito, prima della sua morte nel 1980, agli oppositori all’estero, poi portata avanti tra le fazioni della ex Jugoslavia in disfacimento ed attraverso la quale furono liquidati anche in Germania tra il 1967 ed il 1989 almeno 29 dissidenti.

 

I fatti
Stjepan Đureković era uno scrittore fuoriuscito nel 1982 ostile al regime jugoslavo e che si prodigava per l’indipendenza della Croazia. Passato in Germania attraverso l’Austria, vi strinse molti contatti con altri emigrati dal suo Paese e mise su anche una stamperia clandestina in un garage di Wolfratshausen, un sobborgo di Monaco. Vi pubblicava scritti contro il regime, dichiarandosi pronto per presiedere ad un governo jugoslavo in esilio. Ma era anche l’ex direttore marketing della compagnia petrolifera nazionale jugoslava INA e ne conosceva i traffici in cui sarebbe stato coinvolto anche il figlio di un alto dirigente del Partito Comunista. Per un periodo fu anche una fonte di informazioni per i servizi segreti tedeschi.

 
Perciò gli uomini di Tito furono messi sulle sue orme e cooptarono Krunoslav P. che collaborava dal 1975 -e lo avrebbe fatto fino alla fine della Jugoslavia- per loro.

 
Stjepan Đureković aveva 57 anni quando è stato ucciso il 28 luglio 1983. Il suo corpo venne rinvenuto in un bagno di sangue; era stata una vera e propria esecuzione con colpi di rivoltella alla testa. Non sono mai individuati gli esecutori materiali, ma nel 1988, 5 anni dopo l’omicidio, fu condannato all’ergastolo per correo un suo conoscente: Krunoslav P.

 
Aveva dato agli assassini la copia delle chiavi del garage dove era scattata la trappola mortale ed aveva fornito loro dettagli precisi per eseguire il piano.

 

 

I condannati per concorso in omicidio
Per la 7ª sezione del Tribunale di Monaco sono adesso chiari i mandanti, anche se non gli esecutori materiali dell’omicidio: l’oggi 74enne Zdravko Mustač, ex capo dei servizi segreti comunisti jugoslavi SDS tra il 1982 e l’ottobre 1985 ed il suo stretto collaboratore Josip Perković, oggi 71enne, che era incaricato “alla lotta all’emigrazione nemica”.

 
Il Tribunale era presieduto dal giudice 61enne Manfred Dauster, questi aveva già trattato il caso di Krunoslav P. quale giudice a latere nel 1988.
La Corte ha accolto in pieno le richieste dell’accusa e la ricostruzione secondo cui Mustač incaricò nella primavera del 1982 Perković di pianificare l’omicidio Đureković. La vedova di quest’ultimo si era costituita parte civile.

 
La Procura Generale aveva già emesso da tempo un ordine di cattura contro i due condannati ma è stato solo con la richiesta di ingresso della Croazia nell’UE nel luglio 1983 che si era aperta la strada ad un mandato di cattura europeo. La Croazia cercò comunque di proteggere i due ex agenti dall’estradizione approvando una legge in via di urgenza per dichiararne la sopravvenuta incolumità penale, ma le pressioni di Bruxelles la indussero a piegarsi ed a consegnarli alla giustizia tedesca per il processo.

 
La condanna all’ergastolo ha trovato totalmente avverse le difese che avevano chiesto l’assoluzione ed hanno preannunciato che procederanno in appello. La condanna si basa in effetti su una serie di indizi e testimonianze, anche di ex agenti come Krunoslav P. che ormai non aveva più nulla da perdere, ma non sono emerse prove assolute.

TAG: Germania, Josip Broz Tito, Monaco
CAT: Giustizia

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