QE da sballo e svalutazione dell’euro telecomandata

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12 Marzo 2015

I mercati vivono e prezzano le aspettative, e mai come nel caso del Quantitative easing europeo questo è vero. Il contesto nel quale si sono sviluppate analoghe misure non convenzionali negli Usa ed in Gran Bretagna non sono paragonabili quando si ha di fronte un numero di paesi con le relative banche centrali che agiscono su mandato Bce e affrontano dinamiche politico economiche molto diverse tra loro. L’effetto sorpresa però in questo caso è rappresentato da ingenti flussi di investimento verso i mercati europei in una situazione di difficoltà dei mercati emergenti, per lo più produttori di petrolio e in generale esportatori di materie prime.

Senza voler dimenticare la saga greca sempre in primo piano, le critiche sulle disparità di trattamento tra paesi fondatori come l’Italia e la Francia, da un lato, e Cipro e Grecia, dall’altro, si sprecano. Tutti gli occhi degli investitori internazionali son puntati verso l’Europa e per diversi motivi. Ci si aspetta un ulteriore restringimento degli spread dei titoli governativi dei paesi periferici e il permanere dei rendimenti a 10 anni sotto i 100 punti base contro Bund tedesco.

 

Rendimenti bassi o addirittura negativi in Europa sui titoli governativi, che continuano a macinare record,  incoraggiano i flussi verso il reddito fisso ad alto rendimento anche negli Usa, e alimentano l’idea di arbitraggi tra i due continenti. Ciò dovrebbe supportare l’obiettivo di crescita economica europea, rivisto di recente dalla BCE all’1,5% nel 2015. Gli acquisti sono stati massicci e diffusi su tutte le scadenze.

Gli acquisti sono stati massicci e diffusi su tutte le scadenze, interessando anche paesi come l’Austria i cui titoli danno al momento rendimenti negativi. Le incognite di questo scenario restano la tolleranza degli americani per un dollaro forte nonché la tolleranza degli investitori ad aumentare i rischi nel loro portafoglio. Con un cambio euro-dollaro che ha raggiunto 1,05 a velocità impressionante negli Stati Uniti si è riacceso il dibattito sul rialzo dei tassi, ma l’obiettivo tecnico resta almeno la parità. Quanto all’azionario, la divaricazione tra le Borse Usa e quelle europee è un sintomo forte a favore del prosieguo del rally da questa parte dell’Atlantico.

Come sulla passerella di Valentino a Parigi, il nostro Draghi chiude una sfilata di pezzi  unici e azioni importanti con una “camminata” alla Zoolander che provoca una standing ovation da parte di tutta l’Eurozona e non solo. E Zoolander è un sequel di enorme successo… girato a Roma!

TAG: bce, Draghi, euro, QE, Unione europea
CAT: Governo

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