Alfano e Schifani, il duo “tragico” tra governo e disperazione
Uno dichiara, l’altro rilancia. Uno sogna di conquistare un ministero, anche di secondo piano. L’altro esalta l’esecutivo di Matteo Renzi e non si schioda dal dicastero del Viminale. Il duo “tragico” Schifani e Alfano del regno di Sicilia, per usare una espressione dello storytelling renziano, non indietreggia e tira dritto. Insomma, non viene scalfito dalle indagini sul Cara di Mineo – il plenipotenziario sottosegretario di Ncd Giuseppe Castiglione risulta essere nel registro degli indagati – dalla richiesta di arresto ai danni dell’alfaniano Antonio Azzollini, uomo di potere e presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama. Inoltre cosa aggiungere alle percentuali da prefisso telefonico delle recenti elezioni regionali? I nuovocentrodestri avrebbero dovuto far sognare il popolo “moderato” ma raggranellano, nelle sette regioni al voto, “solo” tre consiglieri regionali. Un successo che può far invidia soltanto alle percentuali di Futuro e Libertà (ricordate il partito di Gianfranco Fini?!). Ma non importa, ha spiegato stamane Angelino Alfano dalle colonne del Corriere della Sera, «la coalizione si rafforzerà, il governo ha preso degli impegni e deve risponderne al Paese». La disperazione è tale che il duo “tragico” ha una paura immane di perdere potere. Al punto che a Gela, nella terra dove il Ncd dovrebbe spopolare, gli allievi di Angelino e Renatino convergono al ballottaggio sul candidato di Beppe Grillo. Magari i grillini gli offriranno una poltroncina anche lì. Mai dire mai.
Twitter: @GiuseppeFalci
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