Poesia | Michele Gazich

:
15 Ottobre 2018

sinopie

 

legato

velocemente tirare
ogni filo della luna
violaceo il tempo
preme mozziconi di respiro
resti di cucina
fantocci di corde
catene di stracci umidi
carni fradice
oscene di morte

 

girotondo

cristallo di miele
rosa senza stelo
corde
mani di corda
miele legato
forma urlata alla dolcezza
rosa costretta
favo mormorante
intimità violenta

 

l’amore

non ha vita
è un gioco di corde
legate
slegate a sperare delfini
speranze dipinte
incise su questa moneta
calda nella mia mano
poi fredda di fame
chiusa nel mare

 

dopo lo spettacolo

la mandorla vuota
della luce
la brocca appesa al ramo
l’oro è buio
sinopie di papaveri
dietro l’insegna dell’occhio
chiuso
ieri tanto chiaro
caldo di esitazione

 

Sinòpia: varietà di terra di colore rossastro usata un tempo per tracciare il disegno preparatorio di un affresco.

 

 

 

Michele Gazich è musicista, poeta, produttore artistico, compositore, scrittore di canzoni. Il suo strumento principale è il violino, che rende il suo suono immediatamente riconoscibile. Si è fatto apprezzare in USA ed Europa, a partire dagli anni Novanta, con formazioni sinfoniche classiche e contemporaneamente legando il suo lavoro al mondo dei cantautori italiani e dei singer-songwriters statunitensi: da Michelle Shocked a Mary Gauthier, da Eric Andersen a Mark Olson. Ad oggi, ha collaborato a più di cinquanta album. Il 7 settembre 2018 ha pubblicato Temuto come grido, atteso come canto, album interamente scritto da Michele Gazich sull’isola di San Servolo (ex-manicomio di Venezia). Questo ciclo di canzoni racconta, per la prima volta, la storia degli ebrei deportati dall’isola. Di seguito il link all’album, a disposizione per l’ascolto.

 

Tutte le foto sono di Paolo Brillo

TAG: michele gazich, poesia
CAT: Letteratura

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