Cer: recessione italiana allineata a quella degli altri paesi, Pil 2020 a -6,6%

1 Maggio 2020

Pubblichiamo l’Osservatorio Covid-19 del 30 aprile curato da Stefano Fantacone e Matteo de Cianni, Centro Europa Ricerche)

La contrazione del Pil nel primo trimestre risulta in linea con le attese e la flessione italiana è rimasta al di sotto di quella di altri paesi dell’Eurozona. Confermiamo pertanto le nostre stime di crescita e valutiamo che nel corso del mese di maggio l’attività industriale possa recuperare quasi interamente la caduta di aprile. Offriamo anche una breve analisi in cui evidenziamo come, per i beni sui quali si sta concentrando la domanda, le variazioni dei prezzi tendano a concentrarsi sul canale on-line più che nella grande distribuzione.

Il Pil nel primo trimestre

Complessivamente, i dati preliminari di primo trimestre confermano le attese degli analisti (grafico 1). Soprese negative di una certa entità si registrano per Spagna e Francia, dove il Pil si sarebbe contratto, su base congiunturale, del 5,2 e 5,8%, a fronte di aspettative di -4,4 e -3,5%. Negli Stati Uniti, la flessione avrebbe superato di otto decimi di punto le attese, mentre in Cina non si osservano disallineamenti. Una piccola sorpresa positiva è rappresentata dall’Italia dove, secondo l’Istat, la riduzione congiunturale del prodotto si sarebbe arrestata al -4,7%, contro un’attesa di -5%.

Quest’ultimo dato conferma quanto da noi sottolineato nell’Osservatorio 1 dello scorso 7 aprile, ossia che non vi siano ragioni per ritenere che la recessione italiana abbia dimensioni disallineate rispetto a quelle degli altri paesi. Le stime preliminari qui riportate misurano infatti un rapporto fra la contrazione del Pil italiano e dell’Eurozona pari a 1.2, meno di quanto stimato dal FMI (1.3) e soprattutto molto meno di quanto assunto nel DEF (1.8).
L’assenza di sorprese ci porta a confermare la nostra previsione di una riduzione del Pil nella media del 2020 pari al 6,6%. La produzione industriale recupererebbe nel mese di maggio quasi l’intera caduta di aprile, mentre assai più lento sarà il riassorbimento della precedente flessione di marzo.

L’inflazione ai tempi del Coronavirus

In questo periodo di emergenza, la spesa delle famiglie si sta necessariamente concentrando sui beni alimentari e di prima necessità. Inoltre, i limiti imposti agli spostamenti hanno ulteriormente accentuato l’utilizzo dei canali di acquisto on-line. Ci si può chiedere quindi se, a fronte di un andamento  generalmente cedente dei prezzi, possano determinarsi fenomeni di accelerazione inflazionistica circoscritti a categorie ristrette di beni o a specifici canali di distribuzione. Abbiamo verificato questa ipotesi confrontando, per il periodo 16 marzo-27 aprile un piccolo paniere di beni, sui canali on-line e della grande distribuzione. I risultati sono illustrati nella tavola 1. Osserviamo come nella grande distribuzione qualche tensione sui prezzi si registri per i prodotti dell’igiene e della pulizia, ma non per i beni alimentari. Più ampie sono le variazioni di prezzo osservate sul canale on-line, ad eccezione della pasta per la quale si rileva una forte riduzione.

La maggiore variabilità dei prezzi on-line può essere associata all’assenza di menu cost di questo canale, che è quindi più rapido di quello tradizionale a incorporare mutamenti della domanda o di altri fattori di costo. Questi diversi movimenti si collocano comunque su una situazione in cui il livello dei prezzi fissato dal canale on-line è notevolmente inferiore a quello della grande distribuzione, con differenze comprese fra il 5 e il 45%.

 

TAG: industriale, PIL
CAT: macroeconomia

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