Caro Majorino, salva la sinistra a Milano e continua a correre
Caro Majorino,
la prima volta ti ho incontrato per strada, stavi domandando a un gruppo di senzatetto di cosa potessero aver bisogno per passare meglio una notte di freddo infame. Per strada, non durante una cena, non in un salotto. Non c’erano telecamere, non c’era un giornalista.
Mi avevi detto che i bisogni ci sono e non si inventano. Mi avevi parlato senza mezzi termini del coinvolgimento delle aziende nei progetti sociali: “Io fornisco i bisogni, le aziende private investono nei progetti”. Così, senza spendere un centesimo, hai fatto nascere iniziative per i cittadini in grado di rispondere ai loro reali bisogni. Quelli mai colti da chi ti aveva preceduto.
Hai portato aziende di importanza primaria nel panorama economico italiano ad investire in progetti di natura sociale, legati alle esigenze della città, della gente, dei quartieri.
Mi hai sempre detto che a Milano c’è ancora tanto da fare. Ti ho sentito dire ai tuoi, che lavorano giorno e notte, fine settimana e vacanze accanto a te, per vera stima oltre che per cultura, che non bisogna autocelebrarsi.
Che il lavoro per Milano è solo all’inizio e non si può certo considerare concluso.
Credo fermamente che una promessa di sola continuità non potrà mai essere la tua promessa per la nostra città. Tu sei persona del cambiamento, per fortuna: per questo devi restare.
E per fortuna ti vedo poco incline alle benedizioni dall’alto. Delle due che si stanno spendendo, infatti, nessuna ti vede coinvolto. Per fortuna, di nuovo. Perché essere di sinistra significa, penso, portare avanti le proprie idee tenendo in considerazione tutti i punti di vista, ma non prendere ordini. Non dai partiti, non dalle leadership, non da quella che viene definita, o si definisce, intellighènzia. Lo hai dimostrato anche coinvolgendo quel capitale economico che ben sappiamo esistere a Milano, e che ai tuoi appelli ha più e più volte risposto. Un capitale che hai saputo guidare senza esserne guidato. E per questo devi restare.
Essere di sinistra, per me, vuole dire avere testa e cuore, rendendo possibile con i propri ideali quello che tanti definirebbero impossibile. Impossibile guardando ai soli numeri, ai conti, ai bilanci. E per questo devi restare.
Alla Milano di oggi serve chi ci mette la faccia perché ci crede, senza farsi pregare e tantomeno benedire, in attesa di una spinta e di un preventivo, presunto consenso. Ma quante proiezioni ci hanno ingannato negli anni?
Tu hai fatto un passo avanti, ti chiedono di farne uno indietro. Proprio loro che, immobili, di passi non ne hanno ancora fatti. E per questo devi restare.
Del resto, ho ancora in camera quella maglietta arancione che portavo con orgoglio nel 2011, e bene ho fatto, sostenendo il nostro attuale Sindaco, che in quel momento veniva dichiarato, da numeri e salotti, lo Sfavorito sia alle Primarie che alle Amministrative. Lo Sfavorito che poi vinse. Perché siamo a Milano, caro Majorino, dove la storia non è già scritta per nessuno. E per questo devi restare