Seconda udienza del processo sul treno deragliato a Pioltello

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16 Dicembre 2020

Si è celebrata, il 16 dicembre, la seconda udienza del processo relativo al deragliamento del treno 16452 del 25 Gennaio 2018, il Cremona – Milano, che all’altezza di Pioltello vide il treno deragliare a causa della rottura di un giunto di una rotaia. A causarla ‘la fatica ologociclica’, esercitata sul giunto della rotaia, per cui il convoglio si rovesciò a velocità sostenuta causando la morte di 3 donne e oltre cinquanta feriti, di cui alcuni molto gravi. Il processo si sta celebrando davanti al giudice Anna Magelli. L’accusa è nei confronti di due manager tra cui l’Ad Maurizio Gentile e sette dipendenti di RFI e della stessa società accusata di disastro ferroviario colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose.

‘Questo è un processo che si fonda su responsabilità di tipo colposo’, mi dice l’avvocato Gabriele Dalle Luche, mentre tra le costituende parti civili c’è anche la Cub, presente con Walter Montagnoli; il quale spiega che con una sorveglianza attiva si sarebbe potuto evitare il disastro ferroviario, concetto ribadito anche da Daniela Rondi dell’Associazione “Il mondo che vorrei” di Viareggio, la cui figlia perse la vita a causa del disastro ferroviario del 29 Giugno 2009, dove con lei persero la vita altre 31 persone. ‘Con una macchina che costa pochissimo il treno avrebbe potuto essere fermato prima di arrivare sulla rotaia, dice Daniela, e si sarebbero potute salvare vite umane’

Nel video le interviste proprio con Walter Montagnoli e Daniela Rondi

TAG: disastro ferroviario, Pioltello, RFI
CAT: Milano

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