Usuelli, +Europa: “Nella sanità lombarda una cattiva regia politica”

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19 Dicembre 2019

È un medico, neonatologo alla Mangiagalli di Milano per 7 anni: “Il Barcellona delle terapie neonatali”, mi dice. Michele Usuelli, consigliere regionale lombardo, di + Europa, nato il 25 settembre del 1974, sposato, ha lavorato in Afghanistan, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana, Darfur, Sudan, Khartoum, Malawi e Cambogia.

Il mondo se lo porta dentro e lo indossa con un vestito di parole e di sguardi che ti fanno capire subito che l’uomo segue se stesso nella consapevolezza delle sue scelte, anche se difficili.

Come tutti coloro abituati a metterci la faccia in prima persona, come tutti coloro che sono disposti a rischiare personalmente nelle cose che fanno, per i valori che hanno dentro, il consigliere regionale è sincero e autentico.

Così se da un lato accusa la sanità lombarda “di parlarsi addosso su una qualità elevata, reale” aggiunge anche che “in Lombardia si lavora con una pianificazione delle leggi, annuali”. Il che non è bene per chi ha necessità di programmare nel lungo periodo. Riconosce pure l’ottima qualità del lavoro degli operatori sanitari, grazie a cui afferma “la sanità è molto buona; ma anche migliorabile a causa di una cattiva regia politica”.

Regia politica approssimativa, insufficiente, ma che non gli impedisce di riconoscere che uno spunto positivo comunque l’Assessore alla Sanità, Giulio Gallera, l’ha posto in essere: ovvero accorpare alcune realtà ospedaliere, per renderle più efficienti. E lo spiega con grande sincerità: nosocomi abituati ad una bassa domanda di servizi, quando investiti da certe patologie e da una corposa domanda, possono non essere in grado di dare adeguate risposte. “Per questo è meglio fare qualche chilometro in più”

È il passo più significativo dell’intervista: “Marco Pannella
c’ha insegnato che è meglio essere impopolari che antipopolari”

Meglio dire una verità, scomoda, che una balla al servizio di interessi di parte. Si chiama trasparenza.

Insomma Usuelli è uno di quei medici abituati a non perdersi in parole ma a fare le cose, guardandole da vicino. Lo capisci subito dal numero di faldoni che ha vicino la sua scrivania e la mole di libri e documenti, di oggetti, foto, bandiere, gadget, testimonianza di un viaggio nella vita in cui ha speso se stesso nel sostegno verso gli altri.

Percepisci che l’uomo è pienamente e consapevolmente sé stesso. Non c’è lo iato, che dispiega un senso d’incertezza etica, che si coglie talora osservando alcuni esponenti della politica, inclini a manifestare propositi spesso repentinamente confutati dalla realtà.

E quando stiamo per congedarci mi regala una chicca. “Sai perché si generano lunghe attese ai centri unici per la prenotazione? Perché i software non si parlano. Ecco spiegata la ragione per cui quando chiedi un appuntamento per fare un esame magari te lo accordano ad un anno o a sei mesi. La signorina che sta al telefono dall’altra parte del cavo, non ha le agende dei nosocomi in cui magari l’esame lo potresti fare tra due giorni. E te ne fissa uno a pagamento.”

Cosi funziona una sanità che costa 20 miliardi di Euro l’anno a Regione Lombardia. E forse allora non è un caso.

TAG: +Europa, Sanità Lombarda, Usuelli
CAT: Milano

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