La musica bisestile. Giorno 146. XTC

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16 Novembre 2018

Prendi il sound delle più grandi band psichedeliche d’Inghilterra, straniscilo, rovescialo come un calzino, aggiungi una presa di Devo ed una di Al Stewart, ed avrai una band unica al mondo, purtroppo finita male

 

THE COMPACT XTC (SKYLARKING)

 

Molto raramente ho scelto delle raccolte di successi, ma per presentare questa band inglese, che si trova ad un’estrema distanza dal pop universalmente accettato, e che viene da Swindon, ovvero un paesetto superfluo ed emarginabile del territorio inglese, serve qualcosa che ne dimostri la grandezza in diacronia. Volevo, insomma, un disco con il quale possiate avere accesso a tutta la loro opera e poi, se ne avete voglia, possiate facilmente proseguire. Perché non esiste alcun’altra band come loro, al mondo.

“Skylarking – The compact XTC”, 1986

La band era nata dopo che Alan Partridge aveva messo un’inserzione nell’unico negozio di dischi di Swindon, mettendo insieme coloro che risposero all’annuncio, ed iniziando (siamo alla fine degli anni 70) dal punk. Ma dopo i primi concerti Partridge e Colin Moulding iniziarono a sperimentare in un’altra direzione: ruffolando nell’immenso patrimonio di armonie “strane”, proprie della tradizione popolare anglosassone, e quindi ricostruendo, per l’ennesima volta, quelle radici da cui erano partiti i Gentle Giant, i Genesis, i Pink Floyd – con la differenza di voler mantenere l’atteggiamento punk, come gli Stranglers.

Ne uscì fuori un sound sicuramente non commerciale, e poi testi impegnati, soprattutto contro il militarismo e contro l’alienazione dei rapporti sociali sclerotizzati ed ipocriti. Tutte le band famose li hanno amati e se li sono portati in tour, dai Police ai Genesis a Paul McCartney. Quest’ultimo, che con i Beatles era stato il più grande autore di musica skiffle (quella che facevano i quattro di Liverpool agli inizi) ama dire che XTC abbiano inventato l’unica estensione possibile di quella musica, ovvero l’acid-skiffle.

Sia come sia, quando finalmente misero a punto il loro disco più bello, “Skylarking”, le cose iniziarono ad andare male, perché Partridge scivolò nello stesso buco di Syd Barrett: burn-out, nessuna voglia di tenere in mano una chitarra, per giunta occupato a star vicino ad una moglie ammalata e depressa. Sicché è finita in una guerra di carte bollate in Tribunale, purtroppo, ma io (guccinianamente) voglio ricordarmeli fieri e coraggiosi, mentre fanno andare la macchina a vapore, e la locomotiva XTC (che vuol dire extasy) sfida il formalismo sterile degli anni 80 per regalarci un ultimo colpo di coda dei meravigliosi roaring sixties. E “Sense working overtime” appartiene a quelle migliori dieci canzoni di sempre, che mi accompagnano da oltre 30 anni.

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CAT: Musica

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