La musica bisestile. Giorno 333. The Paul Butterfield Blues Band

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18 Febbraio 2019

La band di blues del iù grande armonicista a bocca bianco degli anni 60 diventa la punta di diamante del rhythm’n’blues americano a cavallo tra gli anni 60 e 70

THE RESURRECTION OF PIGBOY CRABSHAW

 

Il blues, alla lunga, è uno strazio senza pari. John Mayall è uno dei pochissimi musicisti che. Nel corso della sua carriera, è riuscito spesso a costruire brani sorprendenti senza che fossero “devianti” da delle regole maledettamente severe, Nella storia del blues bianco, l’armonicista Paul Butterfield è l’altro che, dopo i primi anni di fondamentalismo, legati al chitarrista Mike Bloomfield, è passato ad Elvin Bishop (soprannominato appunto Pigboy Crabshaw, il ragazzo dei maiali che si muove come un granchio), ha fatto un salto di qualità, inserendo delle complesse parti di fiati, e costruendo un rivoluzionario modo di suonare il blues che si avvicina sempre più al jazz bianco degli anni 60 – quello che è sempre più stato infiltrato anche dalla musica latino-americana, e che verrà chiamato Chicago Blues, e sarà dominato, oltre che da lui, dagli armonicisti Mark Ford, Andy Just e Huey Lewis (sì, proprio lui, quello di Back to the Future).

“The resurrection of Pigboy Crabshaw”, 1967

Butterfield, Bishop e Bloomfield appartengono tutti e tre all’alta borghesia dei bianchi, hanno cominciato insieme all’università, dove Paul Butterfiekd studiava per rilevare lo Studio Legale del padre, Elvin Bishop studiava per rilevare il laboratorio medico del padre, e Mike Bloomfield studiava per insegnare poi all’università. Ciò non di meno, già nel 196, suonavano nei tipici locali dei neri, e dato che da soli non erano una band, facevano jam sessions con musicisti di colore, finché non sono divenuti la band di casa di un noto locale blues della Chicago dei ricchi, il Big John’s, sempre in formazioni in cui la sezione ritmica era composta da musicisti di colore.

Paul Butterfield

Ma restano dei bianchi, e grazie a questo fatto sono la blues-band che fa amicizia con i grandi, e suona nei festival come apertura di Bob Dylan, Eric Clapton, Stevie Ray Vaughan. Allo stesso tempo restano legati all’altrta metà del cielo, e suonano con Muddy Waters, con BB King e con Otis Spann – ovvero con coloro che, partendo dal blues, hanno costruito il rhythm’n’blues che sarà la musica alternativa al folk americano che più contribuirà a sviluppare la musica giovanile tra il 1959 e la metà degli anni 70.

Elvin Bishop

Sono gli anni in cui Paul, uno che non beveva e non fumava, non prendeva droghe e, col tempo, era diventato vegetariano, si ammala di appendicite, non viene trattato immediatamente, finisce in peritonite, lo salvano per i capelli, ma a partire da quel momento avrà ulcere intestinali terribili che lui lenirà con degli antidolorifici che, nel giro di pochi anni, lo hanno stremato e lo hanno portato ad una morte assurda, a soli 44 anni. Ma lui non corre il pericolo di essere dimenticato, perché ancora oggi, i suonatori di armonica blues e jazz, imparano sui suoi spartiti.

 

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