La musica bisestile. Giorno 337. Luciano Ligabue

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20 Febbraio 2019

Nella storia del progressivo appiattimento musicale che ha addormentato l’Italia degli ultimi 30 anni, il Liga è un personaggio chiave: un’intera carriera senza saper né suonare né cantare, e con rime sempre più scontate

BUON COMPLEANNO ELVIS

 

Il fenomeno Ligabue è veramente difficile da spiegare. L’uomo ha un’estensione vocale praticamente nulla: canta da 30 anni sempre la stessa sequenza, con le stesse note, le stesse frasi, le stesse rime, gli stessi ritmi, gli stessi arrangiamenti. Ascoltando dei dischi di Ligabue, se non ci fossero delle corpose pause tra una canzone e l’altra, spesso sarebbe difficile percepire la differenza tra un brano e l’altro. L’atteggiamento è quello del rocker dal volto intrigante da pellerossa, occhi stupendi ed atteggiamento ruvido, anche quando sorride. Nei suoi testi celebra il vittimismo proprio della cultura maschile italiana, e lo fa con una certa grandezza, anche se – appunto – in modo coerentemente noioso.

“Buon compleanno Elvis”, 1995

Eppure certe canzoni, come “Certe notti”, sono divenute patrimonio comune di almeno tre generazioni, e collocano il Liga, indiscutibilmente, nell’Olimpo dei grandi cantautori italiani, tra Vasco Rossi e Fabrizio De André, anche se non possiede né il sarcasmo del primo, né la poeticità del secondo, ma ha attitudini ed assonanze proprie appunto di questi due giganti. Metafore come “Una vita da mediano” sono grandiose, indimenticabili (anche se quasi tutte le canzoni di maggiore successo di Ligabue contengono metafore legate al calcio ed al suo tifo interista) e lasciano evidentemente dimenticare altri pastrugli, dischi interi creati con evidente sforzo, con degli arrangiamenti ammiccanti al Southern Rock americano.

Una sera a Milano, anni fa, ho conosciuto un musicista che aveva suonato in alcuni dei suoi dischi, che mi aveva raccontato alcuni retroscena: “Veniva in studio con dei bei testi e due accordi, sempre gli stessi, anche perché il Liga non ha voce, borbotta in modo uniforme, il che ha costretto la band, come nei dischi più recenti di Vasco, a costruire melodie che non vengono cantate, ma che circondano il borbottio in modo evocativo, come se il Liga avesse improvvisamente abbandonato la chiave in FA o in LA minore. E lui lo sa, ed è un uomo generosa ma terribilmente collerico e fragile”.

Una fragilità da cocco de mamma dall’apparenza di un duro che na ha sostenuto certamente il crescente successo. Perché, come Drupi, il Liga viene dal basso, da un nonno partigiano in Emilia, dalla scuola di ragioneria, dagli anni di piccoli locali, la sera, in cui suona dopo aver lavorato da bracciante, da metalmeccanico, da calciatore nelle serie regionali, da consigliere comunale del PCI. Diversamente da Drupi, Luciano Ligabue è uno che studia e che affronta temi complessi, anche se i suoi mezzi limitati spesso soffocano i tentativi più interessanti. Ma non importa: di anno in anno Luciano vince decine di premi, pubblica dischi di enorme successo, celebra tour in cui la gente riempie stadi per venirlo ad ascoltare, e si è sempre comportato da professionista serio e uomo generoso, una qualità quasi scomparsa, nel nostro Paese.

 

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CAT: Musica

4 Commenti

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  1. principe 5 anni fa

    Nella storia del progressivo appiattimento del giornalismo italiano (televisivo o di altro genere cambia poco) che ha banalizzato in maniera brutale il mondo dell’ informazione e conseguentemente la societa’.italiana, questo articolo occupa una posizione di assoluto rilievo. Dire che Ligabue sia sempre uguale equivale a cio’ che e’ stato affermato negli ultimi anni su Francesco Totti ossia che sia stato un fenomeno del calcio. Ad un certo punto si e’ sparsa talmente tanto la voce che si e’ aperta una gara a chi la “sparava piu’ grossa”. La verita’ e’ che Totti e’ stato un giocatore molto forte con dei colpi da fenomeno, ma mai incisivo, con un’ incostanza

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  2. principe 5 anni fa

    notevole. Niente di piu’. Su Ligabue la situazione e’ identica. A furia di dire che scrive sempre le stesse canzoni ed usa gli stessi accordi si e’ creata una tale diffusione da creare una sorta di epidemia diffusa a tal punto da divenire inevitabile non dirlo. Quasi fosse una necessita’. Un tale bisogno impellente di affermarlo che non se ne puo’ fare a meno altrimenti si potrebbe persino implodere. La verita’ e’ un’ altra. Ramazzotti, Vasco Rossi od altri ancora, vi sembrano davvero cosi’ diversi? Perche’ quest’ accusa non vale pure per loro? E De De Gregori, allora? Ma poi, cosa vuol dire essere “diversi”? E’ davvero tanto importante esserlo? Se si vuole la diversita’ in Ligabue allora ascoltate “Made in Italy”. Ascoltate il sound, ogni canzone differenzia nello stile e nell’ arrangiamento. E’ un concept album, il secondo (o terzo, non ricordo) nella storia della musica italiana. Piu’ diverso di cosi! Mi viene da chiedere se prima di fare certe affermazioni abbiate ascoltato quel disco. Temo di no. Poi puo’ piacere o meno ma tutto e’ meno che uguale agli altri. Sapete perche’ Ligabue piace? Perche’ Ligabue e’…Ligabue! Punto. Ed in quanto tale cpn i suoi testi riesce ad entrare nel cuore della gente come pochi. Non e’ mai banale, parla di amore come pochi. Inoltre rispetti ad altri rocker lui e’ cantautore in tutto e per tutto. Ripeto…puo’ piacere o meno. Ma dire che sia sempre uguale e’ falso quanto ingiusto. Inoltre i pezzi migliori, quelli che entrano nell’ animo della gente sono quelli realizzati con pochi accordi perche’ nella loro semplicita’ riescono a divenire patrimonio comune della gente esaltando i testi in maniera piu’ incisiva. La sua voce non sara’ quella di Mina ma chi se ne frega! Ed il grandissimo Guccini allora? Ligabue sara’ pure piatto, ma il timbro e’ penetrante. Tutto il resto, credetemi, non conta.

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  3. principe 5 anni fa

    notevole. Niente di piu’. Su Ligabue la situazione e’ identica. A furia di dire che scrive sempre le stesse canzoni ed usa gli stessi accordi si e’ creata una tale diffusione da creare una sorta di epidemia diffusa a tal punto da divenire inevitabile non dirlo. Quasi fosse una necessita’. Un tale bisogno impellente di affermarlo che non se ne puo’ fare a meno altrimenti si potrebbe persino implodere. La verita’ e’ un’ altra. Ramazzotti, Vasco Rossi od altri ancora, vi sembrano davvero cosi’ diversi? Perche’ quest’ accusa non vale pure per loro? E De De Gregori, allora? Ma poi, cosa vuol dire essere “diversi”? E’ davvero tanto importante esserlo? Se si vuole la diversita’ in Ligabue allora ascoltate “Made in Italy”. Ascoltate il sound, ogni canzone differenzia nello stile e nell’ arrangiamento. E’ un concept album, il secondo (o terzo, non ricordo) nella storia della musica italiana. Piu’ diverso di cosi! Mi viene da chiedere se prima di fare certe affermazioni abbiate ascoltato quel disco. Temo di no. Poi puo’ piacere o meno ma tutto e’ meno che uguale agli altri. Sapete perche’ Ligabue piace? Perche’ Ligabue e’…Ligabue! Punto. Ed in quanto tale cpn i suoi testi riesce ad entrare nel cuore della gente come pochi. Non e’ mai banale, parla di amore come pochi. Inoltre rispetti ad altri rocker lui e’ cantautore in tutto e per tutto. Ripeto…puo’ piacere o meno. Ma dire che sia sempre uguale e’ falso quanto ingiusto. Inoltre i pezzi migliori, quelli che entrano nell’ animo della gente sono quelli realizzati con pochi accordi perche’ nella loro semplicita’ riescono a divenire patrimonio comune della gente esaltando i testi in maniera piu’ incisiva. La sua voce non sara’ quella di Mina ma chi se ne frega! Ed il grandissimo Guccini allora? Ligabue sara’ pure piatto, ma il timbro e’ penetrante. Tutto il resto, credetemi, non conta.

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  4. principe 5 anni fa

    Scusate ma un problema al cellulare mi ha portato involontariamente ad inviare il mio commento piu’ volte e non riesco a toglierlo.

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