I Nobraino sono stati molto stupidi, ma ecco perché non li mando al rogo

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20 Aprile 2015

Ammetto che stamattina ho letto una notizia sul web con particolare stupore. I Nobraino, band indie rock, hanno compiuto la più grande cavolata da quando li conosco: pubblicare un post disgustoso in cui i morti in mare, dell’immensa tragedia nel Canale di Sicilia, venivano paragonati al cibo per pesci. Per mia sfortuna avevo precedentemente individuato un post altrettanto penoso in Rete, ma era sulla pagina Facebook di Salvini. Quindi la cosa mi ha disgustato, senza destare grossa sorpresa. Ma vedere i Nobraino protagonisti di questo comportamento vomitevole mi ha lasciato davvero interdetto. Anche perché credevo di conoscere il loro orientamento politico e l’impegno sociale, benché talvolta sia oscurato dall’ironia contenuta dai testi delle canzoni.

La prima reazione è stata “ok, sono stupidi e non meritano più l’attenzione, né tanto meno alcuna riflessione”. L’autore del post (successivamente è stato chiarito che la paternità di tale abominio fosse del chitarrista Nestor Fabbri), ha cercato il sarcasmo laddove nessuna invocazione della libertà di espressione può spingersi. Davanti a una tragedia del genere, nemmeno nell’angolo più malfamato della terra ci sarebbe tanto cinismo. Un episodio inqualificabile che è costata la partecipazione dei Nobraino al Primo maggio di Taranto. L’anima dell’evento, il musicista Roy Paci, ha annunciato la decisione con grande solerzia. Quindi il caso era chiuso anche per me.

In un secondo momento, però, il quadro ha preso una forma completa. Il cantante Lorenzo Kruger ha spiegato che non ne sapeva nulla (a sua discolpa ci sono le date di un tour che sta svolgendo con un progetto collaterale) e che, sfortuna delle sfortune, il suo account Twitter ha rilanciato in automatico il post di Facebook, attraverso l’attivazione di una apposita funzione. Quindi, il caso non riguardava più l’intera band ma solo l’autore del post abominevole.

Il chitarrista Nestor Fabbri ha inoltre pubblicato un post in cui ha raccontato la sua storia. Ecco la parte iniziale.

Mi occupo attivamente di protezione internazionale dei diritti umani dal 2009, quando ho conseguito la laurea specialistica presso la Facoltà di scienze politiche di Bologna con una tesi dal titolo Politiche migratorie dell’ Unione Europea.

Prima di dedicarmi a tempo pieno al chitarrismo ho lavorato presso alcune ONG in Spagna e Francia.
Nel 2010 le Edizioni Alicantine (Università di Alicante) hanno pubblicato un mio articolo scritto a quattro mani insieme a Peio M. Aierbe dal titolo : “Funcionalidad de los discursos sobre trata i tráfico de personas” (qui il link, nda), Fabbri, Aierbe, contenuto in “Migraciones, discursos e ideología en una sociedad globalizada”, reperibile on line attraverso google scholar e che risulta ancora attualissimo sul tema degli “scafisti”.

Io, ovviamente, non sapevo che il musicista fosse addirittura un attivista del tema. E di fronte a questo post di scuse mi sono fermato un attimo a pensare. L’errore resta gigantesco, sia chiaro. Ma un errore – che nella fattispecie non è un delitto – può cancellare un percorso di vita ben preciso? Si può pensare che sia razzista e disumano un ragazzo che si è sempre impegnato in quel settore?

Si dirà: ci sono alcuni “bravi ragazzi” che sterminano famiglie. Ed è vero. Ma il caso specifico non riguarda azioni penalmente rilevanti. Si tratta di una persona attiva da anni contro il traffico di essere umani e che, una domenica pomeriggio di insana follia, ha commesso una gigantesca cavolata. Per questo credo che un giudizio equilibrato debba tener presente tale aspetto ed evitare di mandare al rogo i Nobraino. La band non si è limitata alle scuse e ha reso noto il background culturale da cui proviene (in particolare l’autore del post per cui è inutile spendere ulteriori aggettivi). Perciò questo Primo Maggio è meglio evitare la loro presenza a Taranto, ma è altrettanto giusto evitare la damnatio memoriae auspicata da molte opinioni sul web.

TAG: immigrazione, migranti, Nobraino
CAT: Musica, Nordafrica

Un commento

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  1. marco-straforini 9 anni fa

    A me non sono i Nobraino (che non conosco) a offendermi. E’ l’ipocrisia generale, Dove sono oggi tutti quelli che ieri erano Je suis Charlie. Settecento persone sono morte. Settecento. Sette per cento. Persone innocenti colpevoli solo di cercare una vita migliore (come feci io quando lasciai l’Italia venti anni fa) Il Pontefice ha chiesto di pregare per loro,come quando si va al confessionale, tre Ave Maria e passa tutto. Politici come Salvini chiedono il rogo di tutti i campo profughi. La gente si instupidisce con deprimenti spettacoli televisivi Possibile sia solo io inorridito dal fatto che SETTECENTO persone siano morte?

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