Da Wonder Woman a Valentina, le eroine contro la violenza economica sulle donne

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4 Giugno 2020

La violenza economica è una delle espressioni di abuso contro le donne ancora oggi molto diffusa e tuttavia sottovalutata. Si tratta di una delle forme più subdole e odiose di violenza contro le donne che la Convenzione di Istanbul definisce come “violazione dei diritti umani e forma di discriminazione contro le donne comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata”.

A questa si aggiunge un nuovo documento, la Convenzione sulla violenza e le molestie 2019 che  è stata adottata il 21 giugno dello stesso anno dai delegati della Conferenza Internazionale del Lavoro del Centenario dell’OIL. La Convenzione riconosce che la violenza e le molestie nel mondo del lavoro “può  costituire una violazione o un abuso dei diritti umani… è una minaccia per le pari opportunità, è inaccettabile e incompatibile con il lavoro dignitoso”. Il nuovo trattato internazionale definisce infatti  “violenza e molestie” come un insieme di comportamenti, pratiche o minacce “che mirano a provocare — o sono suscettibili di provocare — danni fisici, psicologici, sessuali o economici”.

Tra le vittime di violenza economica, in Italia, ci sono donne di ogni età e di ogni ceto sociale, vittime di una cultura fondata ancora sul patriarcato. Spesso queste donne non dispongono di un conto corrente, non possono gestire il patrimonio familiare, non dispongono di denaro e arrivano a indebitarsi e a vivere senza un minimo di indipendenza. Questo donne si trovano molte volte in uno stato di soggezione nei confronti dell’uomo.

Secondo Global Thinking Foundation, che si occupa di educazione finanziaria con particolare attenzione all’uguaglianza di genere e alle donne, i livelli della violenza economica possono essere quattro. Nel primo livello, la donna ha ancora dei soldi, ma è tutto fittizio. L’uomo la delega per cose sciocche come andare in banca per pratiche di poco conto, ma in realtà è lui che finisce per occuparsi del conto corrente congiunto, anche se con firme disgiunte. Nel secondo livello, lui dà a lei una sorta di paghetta, ma per ogni spesa impone la propria eventuale approvazione, pretendendo rendiconti dettagliati delle spese e non consentendo la parola in qualsiasi questione di budget. Inoltre in questa fase, la donna è esclusa da qualunque informazione sulla situazione finanziaria della famiglia. Nel terzo livello l’uomo dà alla donna dei soldi per le spese quotidiane, ma spesso in misura insufficiente, non le consente di fare la spesa e nega il denaro per medicine e cure. Nel quarto l’uomo dilapida il capitale di famiglia o della moglie, magari imponendole di firmare mutui, prestiti o ipoteche o acquistando beni per poi intestarli a lei.

Proprio Global Thinking Foundation, in collaborazione con l’Associazione Anonima Fumetti, Museo del Risparmio, Center of research on pensions and welfare policies e con il patrocinio di Asvis, lunedì 8 giugno alle 18:00, durante l’incontro in streaming “Donne, diritti e ripresa. Una mostra per l’inclusione sociale“, presenterà la mostra “Libere di…VIVERE”.

L’incontro si aprirà con i saluti di Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation, e Giovanna Paladino, direttore del Museo del Risparmio, e proseguirà con gli interventi di Elsa Fornero, Università di Torino e Nico Vassallo, vice presidente Anonima Fumetti.

La mostra con i suoi eventi e spettacoli sarà l’occasione per raccontare un percorso culturale itinerante per la cittadinanza, le scuole e le famiglie che partirà ad agosto da Castro e farà tappa a Bari e Palermo nel mese di settembre, a Roma e Torino ad ottobre, a Milano e Perugia a novembre e terminerà a Parigi nello stesso mese di novembre, durante la settimana per la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne.

L’obiettivo dell’esposizione, che è legata ai goals globali 4 (istruzione di qualità), 5 (parità di genere) e 8 (lavoro dignitoso e crescita economica) dell’Agenda 2030 dell’ONU, è informare e sensibilizzare, soprattutto le nuove generazioni, sui temi della violenza economica che molte donne subiscono, spesso nell’indifferenza e nell’ignoranza della società civile. La letteratura disegnata racconterà vicende di prevaricazione, anche all’interno della famiglia, nella speranza che possa servire a sviluppare un cambio di visione e portare ad una maggiore consapevolezza da parte dei giovani di problematiche che costituiscono non solo un vulnus nei confronti delle donne ma anche un ritardo complessivo nell’economia di un Paese.

«Con questa mostra vogliamo raccontare e rendere visibile, attraverso i fumetti la realtà delle donne italiane, la violenza economica e le disuguaglianze di genere che affliggono la nostra società oltre a mettere in luce principi e valori di cui le donne sono portatrici come megafono di un’esigenza di partecipazione sociale fuori dagli stereotipi», ha dichiarato Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation, che sottolinea come l’iniziativa si inserisca tra le altre attività della Fondazione volte a rappresentare le donne come colonna portante per il futuro economico del nostro paese.

L’emergenza sanitaria, peraltro, ha mostrato come le donne italiane siano relegate a un ruolo di secondo piano e di tipo familiare mentre il lavoro dovrebbe essere una scelta prioritaria anche quando appare poco conveniente. Il Museo del Risparmio, commenta Giovanna Paladino, direttore del Museo, «si occupa da tempo di violenza economica, un fenomeno subdolo, difficile da misurare ma sicuramente sottostimato, perché spesso taciuto dalle vittime per vergogna o mancata consapevolezza del problema. Ancora oggi a molte donne italiane è impedito il lavoro da parte dei partner. Non percepire un salario le rende dipendenti psicologicamente e le condanna alla totale subalternità economica con paghette a quota fissa, controllo delle spese e ricatti morali».

La mostra tematica “Libere di…VIVERE” si comporrà di tre aree che saranno rese disponibili anche in animazione 3D:

  • le graphic novel originali sulle disuguaglianze di genere: la prima “La regola del vuoto”, intende portare l’attenzione su casi di attualità di isolamento e abuso economico ai danni delle donne;
  • illustrazioni inedite: realizzate da giovani fumettiste/i sul tema della violenza economica;
  • la rappresentazione di 5 eroine del fumetto, da Wonder Woman, Eva Kant, Mafalda fino a Valentina e Solange: un percorso storico dalla II Guerra Mondiale a oggi attraverso la lettura delle cinque eroine e del messaggio sociale che si può trarre da un linguaggio a diffusione ampia e trasversale tra le generazioni.

«La crisi innescata dal Covid-19 è spesso indicata, pur nella tragedia, come occasione per un nuovo rinascimento del paese. Ignorando le donne o relegandole a vecchi compiti di assistenza, tuttavia, nessuna vera ripresa sarà sostenibile», ha commentato Elsa Fornero, Università di Torino.

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TAG: Global Thinking Foundation, Libere di...VIVERE, violenza economica
CAT: Questioni di genere

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