Slittamenti di sardità a Scenario: il Premio va a Leonardo Tomasi
Scenario festival, la sesta edizione tenutasi a Bologna il fine settimana scorso, dal 1 al 4 settembre, sceglie Leonardo Tomasi e premia un progetto, “anonimasequestri”, proveniente dalla Sardegna. La notizia ha quasi dell’incredibile, vista e considerata la quasi totale assenza di teatranti di questa regione dai circuiti teatrali nazionali, laddove si intende per creatività e produzione. E’ quindi un fatto importante che, al di là di un sistema ingessato governato dai soliti noti, più interessati al potere che a promuovere talenti, dimostra come questi ultimi, in fondo in fondo, nella terra dei Nuraghi non manchino a dispetto di chi magari pensa il contrario. Anzi, la vittoria di Tomasi andata in scena a Bologna nell’ambito del cartellone estivo della città alla Manifattura delle Arti per iniziativa dell’Associazione Scenario Ets, con la direzione artistica di Cristina Valenti, è un atto di giustizia reso ai tanti che con fatica, e soprattutto quasi sempre a spese loro, con sacrifici enormi, provano ad allestire piccoli cartelloni alternativi a quelli ufficiali, provando spettacoli spesso fuori dai luoghi canonici. Leonardo Tomasi è comunque un teatrante che ha una lunga militanza nella scena, come lunga è la lista di collaborazioni, seminari e incontri. Chi scrive ebbe pochi anni fa la sorpresa di imbattersi in un lavoro di assoluta qualità e intelligenza come “La grande guerra degli Orsetti Gommosi” di una piccola e coraggiosa compagnia come Batisfera https://www.glistatigenerali.com/teatro/teatro-la-guerra-degli-orsetti-gommosi-e-il-rischio-della-nostra-estinzione/del regista Angelo Trofa e i cui componenti sono stati anche Valentina Fadda e Felice Montervino (attore scelto da Alessandro Serra per il suo “Macbettu” e il successivo “Giardino dei ciliegi”) e ai quali spesso si è aggiunto anche Tomasi attore già da tempo promettente e ora anche drammaturgo. E veniamo al progetto scelto come vincitore dalla giuria presieduta da Daniele Villa (co-regista e drammaturgo di Sotterraneo) e composta da Giulia Guerra (direttrice di La Corte Ospitale di Rubiera), Fabiana Iacozzilli (regista e autrice, finalista Premio Scenario 2009), e dai soci dell’Associazione Scenario: Cristina Valenti (presidente e direttrice artistica Associazione Scenario ETS, docente di Discipline dello spettacolo all’Università di Bologna), Jacopo Maj (vicepresidente di Associazione Scenario ETS, vicedirettore di Teatro Gioco Vita).
Questa è la motivazione con cui i giurati hanno premiato “anonimasequestri” di Leonardo Tomasi. “L’identità come groviglio, corpo-a-corpo delle persone con vocabolari, geografie, immaginari, personaggi iconici, tic lessicali e chilometri e chilometri di mare, terra e luoghi comuni. Per dipanare e ritessere compulsivamente questo groviglio, “anonimasequestri”evita di battere le strade del folklore e della reminiscenza, intersecando invece diversi piani di realtà, livelli di presentazione e rappresentazione, meccanismi metateatrali che portano a continui slittamenti – il tutto mettendo in campo una relazione col pubblico che è qui e ora, frontale, diretta, ma anche narrata, evocata, popolata di personaggi improbabili e delimitata da sollecitazioni video in continuo rimbalzo fra presa diretta e archivio. II gruppo di lavoro, costruito attorno a Leonardo Tomasi e alla dramaturg Sonia Soro, ci propone un percorso di scrittura scenica stratificato eppure comunicativo, una grammatica teatrale articolata eppure immediata e accessibile, una ricerca teatrale personale che ci spiazza senza per questo respingerci. Il gioco è serio e feroce, i componenti del gruppo dosano leggerezza e profondità, usano l’ironia non come scorciatoia verso la platea o come posizionamento cinico e consolatorio, ma piuttosto come mezzo di distacco analitico, come innesco di una risata cognitiva, quella che ride domandandosi cosa c’è da ridere: osservandoli non abbiamo modo di capire se per loro la “sardità” è appartenenza, trauma, orgoglio, vergogna, nevrosi o tutte queste cose e molte altre insieme. E così l’insularità, il senso di separazione e isolamento, la condizione di chi si sente inascoltato e distanziato, si fanno universali, lo stereotipo si rovescia in un ordigno da far esplodere da dentro, proprio come esplode una risata o un urlo o uno sparo, e il comico si rivela per quello che dovrebbe essere: un tragico raffreddato». Ed ecco le altre menzioni di Scenario festival che è stato aperto venerdì da Sotterraneo, compagnia segnalata da Scenario nel 2005, con “L’Angelo della Storia”, spettacolo vincitore dell‘Ubu del 2022 comne spettacolo dell’anno.
“Luisa” è lo spettacolo di Valentina Dal Mas di Valdagno a cui è andato l’altro ambito riconoscimento del Premio Scenario Periferie con questa motivazione: “Un corpo fragile attraversato da una danza che diventa grammatica del gesto in dialogo con lo spazio. La trascrizione coreografica intreccia segni, parole e suoni dando vita a una danza che è spazio emotivo: Valentina Dal Mas dimostra una straordinaria capacità di tradurre l’emozione in movimenti puntuali, restituendo una precisa coreografia evocativa e ricreando un rapporto con lo spazio che viene anche animato da una partitura sonora corporea. Sonorità dirompenti sottolineano l’esplosione del movimento, in un oscillare poetico tra intimità e pulsione vitale. Una drammaturgia sensoriale complessa, alimentata da incontri nati in contesti di cura trascritti in forma poetica, diviene l’intreccio di un tessuto emotivo che scuote gli sguardi, accarezzando l’aria. Una dolce e commovente rappresentazione della fragilità e della solitudine, di cui Luisa e Valentina si fanno preziose custodi».
Le segnalazioni speciali sono andati ai progetti presentati in finale: “La costanza della mia vita” di Pietro Giannini di Genova e “Le tre voci” di Tilia Auser di Lucca. Al primo è stato riconosciuto “Il linguaggio della favola, per intraprendere strade visionarie e tradurre in metafore accettabili una autonarrazione altrimenti insostenibile. Solo in scena, Pietro Giannini assume il punto di vista di un bambino di 9 anni per scavare le radici autobiografiche di una storia che riemerge con lo stupore di un racconto immediato, che spiazza e devia, confonde e trasfigura, nega e dissolve, affollando la scena di visioni evocate dalla sola parola, fino a svelare la verità di una frattura che precipita dall’universo fantastico per farsi squarcio di realtà. “La costanza della mia vita” è uno spazio vuoto, abitato da una presenza scenica che si impone di per sé, senza orpelli né ausili scenografici, con il coraggio di una immersione nel profondo alla quale il teatro fornisce forse l’unica via possibile, consegnandola agli spettatori in una dimensione di sospensione temporale che si infrange d’un tratto nel ritmo implacabile di un timer a scandire il crescere di una tensione alla fine condivisa. È così che l’esperienza del lutto diventa capacità di racconto».
Per quanto riguarda Tilia Auser, questa “crea un dispositivo scenico in bilico tra la performance e l’installazione coniugando con coraggio una ricerca originale tra poesia, musica e teatro. Partendo da una forte relazione con il radiodramma di Sylvia Plath e con il tema della maternità presente nel testo,aSara Bertolucci e Riccardo Scuccimarra lo riscrivono e lo reinventano scenicamente, mettendo al centro della propria ricerca la parola poetica che, attraverso il corpo della performer, diviene parola cantata e, ancora di più, si fa parola incarnata. In questo dialogo costante tra performance teatrale e musicale, l’uso della chitarra diviene riverbero poetico e si fa vero e proprio contrappunto drammaturgico. Con una costruzione rigorosa dello spazio scenico, con un uso sapiente di pochi elementi, questo atto estremo di trasposizione poetica non contempla la rappresentazione dei tre personaggi ma porta in scena un unico corpo, quello di Sara Bertolucci, che incarna e canta con sensibilità e potenza tre voci di donna. “Tre voci” che, riscritte per la scena, confluiscono in un’unica voce che diviene veicolo di esplorazione personale e profonda del delicato tema del materno, delle paure e delle fragilità che l’autrice americana del secolo scorso declinò nel suo poema “Tre donne”.
Tutti i quattro spettacoli di Generazione Scenario 2023 debuteranno a livello nazionale a Milano il 9 e 10 gennaio presso il Teatro Verdi e il Teatro Munari, nell’ambito di una iniziativa nata d’intesa tra Scenario e il teatro del Buratto. Per quanto riguarda infine “anonimasequestri”, lo spettacolo vincitore di Scenario 2023 per via di una convenzione tra Scenario e Fondazione Teatro Metastasio, questa sosterrà l’iter produttivo dello spettacolo che poi programmerà in forma compiuta di spettacolo presso lo stesso Metastasio di Prato dal 27 febbraio al 3 marzo del prossimo anno.
Un commento
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Grazie Walter per le segnalazioni. Nomi da tenere presenti. E quanto hai ragione a proposito della situazione del teatro in Sardegna, quanto hai ragione!