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Pubblicato il 16/05/2016

in: La #BuonaScuola parte con 800 milioni di ripetizioni in nero

Stamane mi devo essere davvero inopinatamente risvegliato in un’altra Repubblica, se già alle 7 del mattino il primo titolo di “Repubblica.it” è “Scuola, caro prof estivo, quanto mi costi: il tesoretto in nero delle ripetizioni” Ma davvero l’evasione fiscale legata al fenomeno delle lezioni private può meritare questo rilievo? Tuttavia, dopo la lettura dello studio cui [...] Salvo Intravaia fa riferimento nel suo articolo, sono certo che gli autori dello stesso (Lorenzo Castellani e Giacomo Bandini), a parte la barzelletta di una scuola italiana, popolata di incalliti evasori fiscali, legati tra loro da mafiosetti scambi di favori (tu mandi a lezione uno studente a me, io mando a lezione uno studente a te), almeno su un punto hanno ragione: essa è inadeguata ai compiti che istituzionalmente sarebbe chiamata a svolgere. E per averne conferma basta andare a controllare sul sito della Fondazione Einaudi proprio lo studio dei due inflessibili censori. Insieme ad altre scempiaggini (secondo la loro ricerca, ad es., il picco delle lezioni private si riscontrerebbe, oltre che in agosto, in settembre, quando invece, come dovrebbe esser universalmente noto, diversamente da un tempo, gli esami di recupero sono già terminati!) vi si legge questo mirabolante ragionamento matematico, una vera perla di deduttivismo cartesiano: “Secondo un sondaggio effettuato in forma anonima dalla Fondazione Einaudi risulta che il 90% delle famiglie coinvolte ha dichiarato di non ricevere alcuna ricevuta fiscale dal docente presso cui si è tenuta la prestazione. Se ne deduce (sic!) che 9 insegnanti su 10 non dichiarano al fisco quanto incassato per ripetizioni e lezioni private”. E neanche sperare che, debolucci in aritmetica e in logica, i nostri autori se la cavino meglio in Italiano: per ben tre volte in due righe, scrivono, non riferendosi al genere femminile, “un’insegnante” (sic!) con l’apostrofo. Per due così, altro che corsi di recupero ci vorrebbero!!! Lorenzo Castellani e Giacomo Bandini saranno pure ricercatori della Fondazione Einaudi, ma nell’Italia ancora analfabeta e contadina degli anni Sessanta, su di loro, il giudizio dell’Onorevole Malagodi, che di quell’Istituzione fu fondatore, sarebbe stato lapidariamente inappellabile: braccia rubate all’agricoltura!

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