Danilo
Fabbroni
BIO

Ultimi commenti

Pubblicato il 14/04/2017

in: Walter Siti: «Pasolini tutti lo citano ma nessuno ha voluto essere suo erede»

Nel nostro Sessantotto – fra le altre tematiche – veniva messo in luce lo stretto nesso, reale quanto proditorio, tra rivendicazioni femministe che dovevano portare ad un’apparente Nuova Alba Radiosa dell’Avvenire per il genere femminile e una nuova schiavitù quale rovescio di questa stessa medaglia. La “cosa” trova un curioso ma significativo riscontro in un [...] recente romanzo che ha avuto il premio Strega: Resistere non serve a niente, di Walter Siti, Rizzoli, Milano, 2012. Siti – un “cantore” indefesso di Pasolini e quindi non sospetto di nessun coté “reazionario” - scrive alle pagine 16 e 17 del suo romanzo: «La libertà è l’ambiguo gioco concetto su cui tutto si gioca: ci può essere libertà in un rapporto che recita la schiavitù? “Il corpo è mio e io sono libera di farne quello che voglio”: questo rivendicano molte ragazze, prendendo a prestito uno slogan delle loro nonne. […] La libertà a cui le ragazze alludono citando il famoso slogan femminista è quella del libero mercato. Libertà di movimento e di azione […]. Le escort gestiscono il loro capitale con la stessa flessibilità con cui la finanza gestisce gli azzardi […] e non si percepiscono come prostitute esattamente come i maghi della finanza non si percepiscono come truffatori […]».

Altro Chiudi
Pubblicato il 14/04/2017

in: Walter Siti: «Pasolini tutti lo citano ma nessuno ha voluto essere suo erede»

Un altro pasoliniano ma d’oltreoceano è stato Marco Vassi, scrittore nato nel 1937 a New York e morto di AIDS nel 1987, la cui intera opera è centrata su una furiosa patologia psicosessuale praticata, in guisa androgina, in prima persona, e condita con spruzzi di buddismo Zen di marca squisitamente sessantottina. Da sottolineare che il Vassi [...] “gravitò” anche nell’ambito dell’Aviazione americana e lì fu impiegato dai Servizi Segreti per alcune mansioni. Del resto la sua militanza tra le schiere del Partito della Morte costituiva un fatto lapalissiano, stante le sue stesse parole: «Forse siamo entrati in un periodo di annichilimento politico. L’unico, autentico rivoluzionario è colui che ostenta uno stile di vita che considera la distruzione imminente dell’intera specie come premessa basilare». Qui si riuniscono le Potenze dell’Aria nella loro moltitudine di sfaccettature, a spartirsi la parola d’ordine di Morte, in una cangiante girandola nihilista, a seconda dei momenti e delle circostanze: ora Grande Capitale Finanziario, ora Brigate Rosse, ora il Robert Mapplethorpe ritratto con mitra sullo sfondo del pentacolo, ora scrittore à la Vassi, o à la Mishima. Eh sì. Non si creda che la maschera di Shiva indossata da codesti personaggi sia esclusivo appannaggio dell’ambito sinistrorso. Yukio Mishima fu la riprova ennesima che nulla conta il versante destrorso o sinistrorso, quanto sacro (in guisa diabolica) è il credo verso il Nulla.

Altro Chiudi
Pubblicato il 14/04/2017

in: Walter Siti: «Pasolini tutti lo citano ma nessuno ha voluto essere suo erede»

Questo pathos verso “un’esplorazione disinibita dell’erotismo” è comune a molti altri esponenti dei santi di Satana. Pasolini ad esempio. «Alberto Asor Rosa sostenne che Pasolini rappresenta il passaggio dal neorealismo “ai miti della regressione sottoproletaria”, ossia la prova generale della sostituzione del binomio Marx-Lukács con il quadrinomio Nietzsche-Freud-Mann-Bataille».

CARICAMENTO...