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Pubblicato il 07/03/2016

in: La disconnessione emotiva e i discorsi sbagliati delle donne

Cara Sara ho letto il tuo intervento delicato e sottile al tempo stesso sul blog di tuo padre Luciano prima di approdare tra queste pagine. Il problema non è erigere paletti, delimitare confini. Quella è una visione materialista. Il problema - se di problema si tratta è di tipo - etico che coinvolge la libertà. [...] Noi siamo fortunati a poter dibattere di questo come di altri argomenti. Non voglio fare la retorica di Altri di noi che nel mondo queste cose non le dibattono. E' meglio essere liberi di scegliere e fare scegliere a ogni donna ciò che vuole fare di sè stessa e del proprio corpo, o in funzione di una ragionevole principio erigere paletti e dire: fin qui sì, oltre NO? Fino a che punto siamo pronti collettivamente a una simile problematica? Quanto siamo capaci di mantenere insieme i cocci della nostra necessità di libertà,di essere e considerarci liberi veramente in relazione alle nostre idee, principi, morale, fede. Siamo destinati a restare incompleti, irrisolti perchè gira e rigira andiamo a sbattere sempre lì, per qualunque altra tematica simile a questa della maternità surrogata. Non riusciamo a schiodarci dalla necessità di avere per forza ragione o torto. Finché non riusciremo a inglobare invece che dividere, ad abbattere invece che erigere, resteremo fissi al palo con l'illusione di aver compreso un frammento di ciò che stiamo vivendo e sul quel frammento siamo disposti anche a legiferare per la collettività. Ai tempi dell'aborto si aborto no ero del parere che fossero solo le donne a dover decidere. Io da maschio e senza la possibilità di gestire una gravidanza mi sarei fatto indietro. Ecco la stessa cosa faccio oggi. Per onorare il femminile. E per dare a loro la libertà di scelta: o per soldi o per amore.

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