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Pubblicato il 24/06/2016

in: È vero, votano anche gli ignoranti: quand'è che ricominciamo a occuparcene?

Ora che gli strumenti finalmente ce lo consentono, la soluzione è logicamente semplice quanto di difficile attuazione politica: passare dalla Demo-Crazia alla Demo-Garchia. Non a caso infatti la Demo-Crazia si chiama cosi' non a caso: si rifá alla parola κράτος (cràtos): potere esercitato in maniera quasi dispotica. Cosi' come oggi il popolo, in tutte le sue [...] sfaccettature, esercita il potere in maniera dispotica, quasi non ragionata. Ripudio le votazioni basate su pochi slogan ad effetto. Mi stanno dicendo in faccia che il mio popolo è stupido. Passerei invece ad un concetto -esteso- di Demo-Garchia, ovvero archè (ἀρχή) = comando. Ma quale sarebbe la differenza? La differenza sarebbe un sistema di continua consultazione popolare per la costruzione delle leggi, dei contenuti, delle valutazioni. Impensabile fino a qualche tempo fa per le complicazioni organizzative di cui avrebbe avuto bisogno. Di facile attuazione oggi. Ed il voto? Il voto rigorosamente rimarrebbe a tutti. A tutto il popolo. Pero' il voto andrebbe pesato per competenza: chi ha le competenze per valutare in maniera consapevole allora ha un certo peso sul voto. Chi si lascia influenzare da facili slogan o da articoletti di scrittori sui giornali (non chiamiamoli giornalisti, per caritá) allora avrá un peso del voto nullo o comunque minimale. Basterebbe mettere un mini-test di valutazione, sempre a crocette. Metti la crocetta sul tuo voto, in maniera universale e segreta. Ma in maniera altrettanto universale e segreta fammi capire tu quanto ne sai di quel tema, degli impatti che puo' avere una scelta o l'altra. E se mi dimostri che non ne capisci niente, allora il tuo voto non sará considerato. Affiancate questo ad una campagna informativa adeguata ante del voto. E forse sarebbe la volta buona per avere un popolo sempre piú informato e partecipe.

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