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Pubblicato il 31/07/2019

in: Il raggio di sole di Italo Calvino

Leggendo nell’articolo di Biagio Riccio della passione di Italo Calvino per Elsa De Giorgi per mi sono venute immediatamente in mente le parole pronunciate dall’Heathcliff di “Cime tempestose” alla morte di Catherine: - Soltanto non lasciarmi in questo abisso, dove non posso trovarti.- E sì, perché la passione che sento nei versi di Calvino è uguale [...] per intensità a quella che esprime la Brontë, solo di natura diversa: l’amore di Calvino è solare, vibra di quella esaltazione pura, tipica di certi innamorati che sentono di avere trovato nell’amore l’arma che li rende invincibili, e per questo sono pronti a sfidare il mondo a mani nude. Calvino vola, spinto dalla forza di questo sentimento, e giunge dove pochi uomini osano: ammettere che lei sia il suo tutto. È un principe audace che ha conquistato quello che è diventato improvvisamente indispensabile nella sua vita: una donna, Elsa. L’amore di Heathcliff, invece, è l’amore nero di chi mangia terra, è il groppo che non si scioglie e genera lacrime mute e taglienti che lacerano l’anima. Lo zingaro è impotente, ha conosciuto il suo bene e non lo può avere. Quale maledizione più crudele può gravare su noi, miserabili creature, condannate ad accarezzare solo con uno sguardo ciò che altri indegnamente possiedono? Grazie, Biagio Riccio! Ci hai ricordato gli effetti dell’amore su noi mortali, dimostrando così che questo fuoco invisibile, che ci consuma e allo stesso tempo ci alimenta, esiste, non è una fantasia!

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Pubblicato il 31/07/2019

in: Il raggio di sole di Italo Calvino

Leggendo nell’articolo di Biagio Riccio della passione di Italo Calvino per Elsa De Giorgi per mi sono venute immediatamente in mente le parole pronunciate dall’Heathcliff di “Cime tempestose” alla morte di Catherine: - Soltanto non lasciarmi in questo abisso, dove non posso trovarti.- E sì, perché la passione che sento nei versi di Calvino è uguale [...] per intensità a quella che esprime la Brontë, solo di natura diversa: l’amore di Calvino è solare, vibra di quella esaltazione pura, tipica di certi innamorati che sentono di avere trovato nell’amore l’arma che li rende invincibili, e per questo sono pronti a sfidare il mondo a mani nude. Calvino vola, spinto dalla forza di questo sentimento, e giunge dove pochi uomini osano: ammettere che lei sia il suo tutto. È un principe audace che ha conquistato quello che è diventato improvvisamente indispensabile nella sua vita: una donna, Elsa. L’amore di Heathcliff, invece, è l’amore nero di chi mangia terra, è il groppo che non si scioglie e genera lacrime mute e taglienti che lacerano l’anima. Lo zingaro è impotente, ha conosciuto il suo bene e non lo può avere. Quale maledizione più crudele può gravare su noi, miserabili creature, condannate ad accarezzare solo con uno sguardo ciò che altri indegnamente possiedono? Grazie, Biagio Riccio! Ci hai ricordato gli effetti dell’amore su noi mortali, dimostrando così che questo fuoco invisibile, che ci consuma e allo stesso tempo ci alimenta, esiste, non è una fantasia!

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