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Pubblicato il 30/09/2017

in: Totti la bandiera e Donnarumma il mercenario: una storia italiana

Temo che il problema di questo paese in realta sia racchiuso in toto nella sua(personale) idea di intendere il "coraggio". Per Donnarumma -e tanti altri PRESUNTI fenomeni nella sua situazione- l'unico rischio è solo quello di restare a Milano,rovinandosi la carriera in una squadra mediocre quale è il milan attuale. Non certamente vendersi al [...] club più forte al mondo per avere la certezza di guadagnare il triplo e vincere scudetti e coppe campioni,anche solo stando seduti in panchina. Scelta legittima ovviamente, ma che di ambizioso o coraggioso non ha nulla,ne tanto meno meritevole di particolare rispetto. Tentare di vincere uno scudetto alla Roma,sapere che guadagnerai sempre meno di quanto potresti; questo vuol dire essere coraggiosi,e avere l'ambizione di tentare l'impresa della vita in un ambiente sfavorevole. Ecco il motivo per cui in Italia giustamente le persone osannano Totti (che in 25 anni di carriera ha dimostrato tutto quello che un uomo è uno sportivo dovrebbe dimostrare) e condannano Donnarumma (che ancora non ha dimostrato nulla,se non una discreta arroganza). Lo stesso identico pensiero,per la cronaca,che ha espresso il da lei citato(malamente,visto che ha diametralmente opposto di vedere il calcio rispetto al suo) Sacchi, che a proposito di Donnarumma disse: "Ho sempre pensato che il valore della persona fosse fondamentale per ingigantire il proprio talento. A proposito di persone, stimavo Donnarumma come ragazzo e come giocatore, ma sono rimasto stupito dalla mancanza di riconoscenza verso il Milan. Questa sua decisione mi fa sorgere dubbi non soltanto sulla sua integrità umana, ma anche sulla sua futura carriera. Gli ricordo che tutti quelli che hanno privilegiato i soldi, come fecero ad esempio Kakà e Shevchenko che lasciarono il Milan per il Real Madrid e per il Chelsea, poi se ne sono pentiti amaramente." È le posso assicurare che tra 25 anni questo paese dimostrerà di averci visto giusto. Parola di un non rancoroso romanista.

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