Luca
Morvilli
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Pubblicato il 26/05/2017

in: L'Italia immobile

Quando fa comodo si invoca il rispetto della legge e si creano leggi complicatissime e astruse per combattere la corruzione. Per ogni stupidaggine si chiede a Cantone ( a proposito avrà un sosia per poter lavorare ? ). Se un politico nomina un consulente di sua fiducia si grida allo scandalo perché non ha chiesto [...] a 500 altri candidati. Poi arrivano nomine che non rispettano la legge a tal punto di non preoccuparsi della nazionalità dei nominati e ci si sorprende che il TAR-applicando la legge- blocchi la candidatura. Non è il TAR che fa le leggi. È l'ennesima riforma - giusta nei contenuti- che non tiene conto delle regole della pubblica amministrazione ( a proposto è così difficile impararle ?). Il problema non è il TAR , il problema è l'ipocrisia ormai dilagante che ci vede tutti inneggiare una santa inquisizione contro la politica e regolamenti che di fatto ingessano l'operato di chi governa ( a parte Cantone ) per rincorrere una ( sacrosanta ) maggiore legalità infischiandocene del fatto che queste regole rallentano e ingessano e chi governa nella pubblica amministrazione spesso non fa nulla per paura di essere accusato di corruzione. Ora c'è il reato di "millantato credito" in atto corrutorio, non serve cioè il passaggio di denaro,se qualcuno inventa di essere amico di un politico e promette favori a un fesso che ci casca commette reato. Credo che l'Italia sarebbe tutta in galera se applicassero questa legge alla lettera. Moriremo poveri e inermi e comunque sempre più corrotti perché solo chi è corrotto sa districarsi nelle leggi sempre più complicate teoricamente contro la corruzione.

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