Mirko
Giuggiolini

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Studente all'ultimo anno delle scuole superiori, appassionato di storia, attualità, diritto e scienze sociali, con particolare attenzione, in questo periodo, alle tematiche trasversali degli studi di genere e del federalismo europeo.

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Pubblicato il 04/06/2022

in: Breve analisi dei quesiti del referendum sulla giustizia

Sig. Cerrini, mi permetto di mettere in luce un frammento del suo articolo che ai miei occhi appare come un contrasto; mi riferisco al paragrafo dedicato all'abrogazione della L. 6 novembre 2012, n. 190 (c. d. "Legge Severino"), in particolare, alla seguente frase: "Al contrario, in una democrazia funzionante i cittadini dovrebbero riconoscere autonomamente quali [...] candidati eleggere e quali no. La magistratura non dovrebbe avere alcuna voce in capitolo". Il contrasto che individuo riguarda i presupposti di questa frase, le sue opinioni in merito al referendum e le conseguenze in caso di approvazione di quest'ultimo. Esplicando la questione nel dettaglio: al momento la magistratura non ha alcuna voce in capitolo in merito alla candidabilità di un cittadino alle elezioni, poiché i limiti all'esercizio dell'elettorato passivo sono fissi in quanto imposti e definiti dalla legge (e contemplati anche dalla nostra Costituzione, all'art. 51) e non al vaglio del giudizio di un magistrato (legge, tra l'altro, entrata in vigore a seguito di un processo democratico e, in virtù di ciò, anche se indirettamente, voluta dai cittadini). Con l'abrogazione della Legge Severino e quindi lo stop all'attuale automatismo che prevede l'incandidabilità in tutti i casi contemplati dalla suddetta norma, sarà compito dei magistrati stabilire, di sentenza in sentenza, se garantire o meno il diritto all'elettorato passivo. Conseguentemente, nel caso in cui dovesse vincere il sì, come da lei espresso implicitamente ma per l'appunto con l'inversione dei contesti, la magistratura avrà piena voce in capitolo in merito alla candidabilità di un cittadino - cosa che attualmente non ha, in quanto quest'ultima è prevista dalla legge in ogni caso e non dipende dalle applicazioni della normativa da parte dei magistrati.

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