Silvano
Monticelli

bio

Nato in provincia di Varese. Diplomato come corrispondente in lingue estere, ho vissuto nel Stati Uniti, a Seattle per circa un anno. Laureato in Relazioni Pubbliche e Pubblicità, ora sono impiegato in una ditta di spedizioni e logistica integrata. Sposato dal 2013.

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Ultimi commenti

Pubblicato il 30/12/2014

in: Da eccellenza a femminismo, ecco le parole da buttare per il 2015

Interessante articolo. Ha davvero acceso in me il desiderio di condividere con lei le mie perplessità. Mi crea dubbi morali infatti l'idea che la maggior parte dei termini che lei vuole archiviare possano essere ricondotti al desiderio di insegnare alle donne come essere tali. Niente più "utero in affitto", niente più figli non riconosciuti, [...] niente più foto al proprio sedere o al piatto di pasta. Ma se speriamo che una ragazza smetta di mettere in mostra parti del proprio corpo delle quali va orgogliosa, possiamo anche pensare di dotare l'intero universo femminile di burqa così da non dover più essere sottoposti alla visione di tale mercificazione. Capisce di certo che, portare all'estremo il desiderio di non vedere donne che autonomamente mettono in mostra parti di se, non può avere altro sbocco se non la censura totale del corpo femminile. Quello che dobbiamo sperare di non vedere mai più, non è il belfie (autonomo questo lo è per definizione), è il programma domenicale nel quale una donna lavora solo a condizione di presentarsi svestita e trattata alla stregua di un pezzo ci carne in macelleria, o come un suppellettile se le va di lusso. O il dirigente d'azienda che assume una ragazza solo in cambio di prestazioni sessuali, o i CDA aziendali senza donne ( a tal proposito http://www.linkiesta.it/donne-cda ). Dobbiamo sperare che scompaia la parola "sfruttamento", di quell'uomo che in una redazione di giornale, davanti a un computer o in uno studio televisivo, trae vantaggio dal corpo di una donna sfruttata per il suo apparire ( cfr. http://www.youtube.com/watch?v=EBcLjf4tD4E ). Speravo fosse passato il momento siamo eravamo noi "maschi" ad impartire regole comportamentali elevati su un pulpito morale che di certo non ci siamo guadagnati. Non tutti gli uteri in affitto sono di donne bisognose che provano a "soddisfare i desideri di coppie ricche e annoiate". Ci sono, in questo caso, sfumature che sarebbe davvero miope non cercare di approfondire, un po' come quelle che stanno tra il Belfie e i programmi di Barbara d' Urso.

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