Yishmael
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Pubblicato il 28/09/2016

in: I Giovani non sanno? una volta, forse

PS. Il punro è, tra parentesi, che c'è bisogno di collaborazione fra le generazioni e di comprensione, non di competizione. In questo Paese è venuto meno, ma forse non c'è mai stato, il patto generazionale. I giovani sembrano togliere spazio, prendere aria agli altri, sono sempre parassiti, non persone da accompagna nella crescita e [...] cui trasmettere il sapere. E viceversa. Invece bisognerebbe parlarsi e capirsi, comprendere che la vita di ieri non è la vita di oggi e che la fatica spesso assume significati diversi in base al contesto socio culturale

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Pubblicato il 28/09/2016

in: I Giovani non sanno? una volta, forse

Solitamente non rispondo ai commenti, ma questo è proprio il punto del post: la presunzione della generazione precedente per cui i giovani abbiano passato il proprio tempo a gozzovigliare, invece che spaccarsi la schiena. Vorrei ricordare soltanto che molto spesso i nostri genitori hanno lavorato e faticato, fatto rinunce, proprio per fare sì che non [...] dovessimo andare a lavorare a 15 anni. Molti di noi, però, lavorano da quando avevano 17 anni, se non prima. Con lavori spesso in nero, sottopagati e probabilmente in uno di quei bar, con turni fino alle 2/3 del mattino per poi partire per l'Università alle 7. Siamo la prima generazione, se vogliamo essere precisi, a non avere più alcuna aspettativa rispetto a quelli che per la generazione precedente sono stati punti fermi: tempo indeterminato, casa di proprietà è famiglia. Consapevole che il tempo del mondo non è infinito e che la depressione è un compagno spesso molto caro.

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Pubblicato il 28/09/2016

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Solitamente non rispondo ai commenti, ma questo è proprio il punto del post: la presunzione della generazione precedente per cui i giovani abbiano passato il proprio tempo a gozzovigliare, invece che spaccarsi la schiena. Vorrei ricordare soltanto che molto spesso i nostri genitori hanno lavorato e faticato, fatto rinunce, proprio per fare sì che non [...] dovessimo andare a lavorare a 15 anni. Molti di noi, però, lavorano da quando avevano 17 anni, se non prima. Con lavori spesso in nero, sottopagati e probabilmente in uno di quei bar, con turni fino alle 2/3 del mattino per poi partire per l'Università alle 7. Siamo la prima generazione, se vogliamo essere precisi, a non avere più alcuna aspettativa rispetto a quelli che per la generazione precedente sono stati punti fermi: tempo indeterminato, casa di proprietà è famiglia. Consapevole che il tempo del mondo non è infinito e che la depressione è un compagno spesso molto caro.

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Pubblicato il 28/09/2016

in: I Giovani non sanno? una volta, forse

Solitamente non rispondo ai commenti, ma questo è proprio il punto del post: la presunzione della generazione precedente per cui i giovani abbiano passato il proprio tempo a gozzovigliare, invece che spaccarsi la schiena. Vorrei ricordare soltanto che molto spesso i nostri genitori hanno lavorato e faticato, fatto rinunce, proprio per fare sì che non [...] dovessimo andare a lavorare a 15 anni. Molti di noi, però, lavorano da quando avevano 17 anni, se non prima. Con lavori spesso in nero, sottopagati e probabilmente in uno di quei bar, con turni fino alle 2/3 del mattino per poi partire per l'Università alle 7. Siamo la prima generazione, se vogliamo essere precisi, a non avere più alcuna aspettativa rispetto a quelli che per la generazione precedente sono stati punti fermi: tempo indeterminato, casa di proprietà è famiglia. Consapevole che il tempo del mondo non è infinito e che la depressione è un compagno spesso molto caro.

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Pubblicato il 28/09/2016

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Solitamente non rispondo ai commenti, ma questo è proprio il punto del post: la presunzione della generazione precedente per cui i giovani abbiano passato il proprio tempo a gozzovigliare, invece che spaccarsi la schiena. Vorrei ricordare soltanto che molto spesso i nostri genitori hanno lavorato e faticato, fatto rinunce, proprio per fare sì che non [...] dovessimo andare a lavorare a 15 anni. Molti di noi, però, lavorano da quando avevano 17 anni, se non prima. Con lavori spesso in nero, sottopagati e probabilmente in uno di quei bar, con turni fino alle 2/3 del mattino per poi partire per l'Università alle 7. Siamo la prima generazione, se vogliamo essere precisi, a non avere più alcuna aspettativa rispetto a quelli che per la generazione precedente sono stati punti fermi: tempo indeterminato, casa di proprietà è famiglia. Consapevole che il tempo del mondo non è infinito e che la depressione è un compagno spesso molto caro.

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