D’Alema: “Renzi ha consegnato Roma a Grillo, e accusano me?”

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22 Ottobre 2016

“Accusano me di voler consegnare il Paese a Grillo, ma chi è  che ha consegnato Roma ai Cinque Stelle? Chi ha allontanato l’ex sindaco senza neppure una discussione comunale?” Massimo D’Alema va all’attacco di Matteo Renzi per cui “qualunque riforma va bene, basta che avanzi il nuovo” .  L’ex Premier aggiunge: “Il Pd ha perso tre milioni di voti, mezzo milione solo in Emilia Romagna dove è  andato a votare il 38% degli aventi diritto, una cosa per cui una volta sarebbe stato convocata l’assise nazionale del partito”

D’Alema polemizza a proposito del referendum: ” Toglie la libertà  ai cittadini di scegliersi i propri senatori, eletti invece dai partiti, con i consiglieri regionali costretti a stare a votare a Roma anziché lavorare nelle loro regioni”

Infine la stoccata: “Anziché  il referendum si potevano fare 5 disegni di legge. In uno di questi si poteva decidere l’abolizione del CNEL. In un altro si poteva sancire di avere una Camera dei deputati con 400 parlamentari e un Senato con 200. Proposte di legge fatte di tre righe”. Se vince il NO automaticamente si esclude l’applicazione del l’Italicum e  quindi – ha in sintesi detto ancora D’Alema- ad elezioni non si va e si può  riaprire un dibattito sull’identità  oggi del centrosinistra.

Renzi come Silvio

Questi Senato sarebbe il nuovo? Una spinta Marinettiana

Renzi ha consegnato Roma a Grillo

Cinque disegni di legge

Le proposte di D’Alema

 

TAG: massimo d'alema, Riforma costituzionale
CAT: Milano

4 Commenti

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  1. evoque 8 anni fa

    D’Alema è davvero imbarazzante,soprattutto per sé stesso. Uno smanioso d’arrivare, ma dove poi? (dovrebbe sapere che nella vita c’è un solo traguardo, certo…). E per arrivarci non si faceva problemi di alcun tipo, quanto a correttezza politica. Adesso, pretenderebbe di rientrare in gioco nonostante la sua carriera politica sia costellata di fallimenti. Soprattutto in materia di riforme.Bicamerale…E poi che faccia di tolla! Accusa Renzi di essere come quel tizio con cui lui tramava sottobanco, principalmente per ragioni di vanagloria, e che lui cercava di ingraziarsi facendo il giro delle reti Mediaset sostenendo che fossero una risorsa per il Paese. E non soprattutto per il loro padrone. Sosteneva che il tizio fosse candidabile, nonostante una legge di questo stato sostenga il contrario. Ma basta con ‘sto D’Alema. Saputello inconcludente irritante patetico.

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  2. evoque 8 anni fa

    Aggiungo che a questo signore non importa un piffero della riforma e del bene collettivo. No, a lui importa solo di sé stesso. Importa, da buon meridionale vendicativo, dare addosso a Renzi nel tentativo di disarcionarlo. E perché tutto questo? Perché Rrenzi lo ha messo all’angolo. Ha osato mettere fuori gioco, snobbare, un pezzo della nomenklatura, di quella nomenklatura, PCI e no, che fa da zavorra alle riforme al cambiamento, per esclusive ragioni di potere (personale).

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  3. ferdy 8 anni fa

    Questo è un’altro di quelli che fanno finta di venire da un altro mondo,e,sperando che la gente non si ricordi quello che ha mangiato a mezzogiorno,continui a dargli credito.Dalema,ce l’hai una casa?vatti a casa che ti cercano.

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  4. ferdy 8 anni fa

    Questo è un’altro di quelli che fanno finta di venire da un altro mondo,e,sperando che la gente non si ricordi quello che ha mangiato a mezzogiorno,continui a dargli credito.Dalema,ce l’hai una casa?vatti a casa che ti cercano.

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