Dario
Maggi
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Pubblicato il 14/06/2016

in: Flop della Procura sui No Expo, crolla il teorema della devastazione

Dunque crolla il "teorema" della devastazione, ma la foto in copertina mostra appunto questa devastazione, con persone debitamente mascherate appunto per ostacolare il corso della giustizia. Non c'è nessun teorema, c'è solo la difficoltà di dimostrare chi ha compiuto le devastazioni. Trattare questo con una mentalità da partita di calcio, 9 a 1, è semplicemente [...] vergognoso. Articolo squallido, che oltretutto mischia due argomenti alquanto diversi senza portare pezze d'appoggio.

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Pubblicato il 18/04/2016

in: Cosa salviamo e cosa buttiamo del risultato di questo referendum

"Chi ha votato “contro Renzi”, questa volta, è il 25% dell’elettorato attivo." Però bisogna tener conto dei favorevoli a Renzi (ad esempio, a Milano, Ambrosoli, ma anche altri) che però hanno votato sì facendo prevalere il giudizio di merito (loro, che non è ad esempio il mio) su una logica di schieramento. E viceversa io [...] mi sono astenuto ma prevalentemente per ragioni di merito. Il che (la prevalenza no, purtroppo, ma perlomeno la presenza di giudizi di merito) mi sembra tutto sommato una buona notizia.

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Pubblicato il 04/04/2016

in: Breve enciclopedia sul Referendum, e tre buone ragioni per votare sì

L'autore è competente e l'articolo è molto articolato, direi troppo: se "stiamo parlando del 3,2% dei consumi di gas e del 1,1% dei consumi di petrolio" (come sostiene l'autore) perché tanta attenzione e tanto dispendio di energie? Fa una certa impressione constatare che - prima ed a monte degli argomenti tecnici affrontati dall'autore - la [...] disputa sulle trivellazioni nasce nel contesto del conflitto stato-regioni, cui ci sono motivi per credere che la riforma costituzionale possa porre finalmente fine; personalmente ritengo che la politica energetica sia assolutamente compito dello stato, perché è sbagliato "elaborare queste politiche in modo frammentato senza guardare al quadro generale" (P.Reichlin, L'Unità del 27.3.16) Con una buona dose di improntitudine l'autore sostiene che la sua opzione "non ha a che fare con la guerra al governo. Anzi lo faccio per il bene del governo", come se fosse irrilevante il fatto che Ruggieri aderisca a Possibile, cioè a un partito di opposizione. Gli argomenti tecnici e di politica energetica portati dall'autore (sui quali non entro nel merito) non sembrano trovare l'accordo, oltre che di uno come Romano Prodi - non sospettabile di indulgenza filogovernativa - anche di un centinaio di addetti ai lavori (nel campo specifico) che firmano un appello contro il referendum (http://formiche.net/2016/03/15/referendum-no-triv-17-aprile-idrocarburi/), anche con motivazioni di tipo ambientale (http://formiche.net/gallerie/conferenza-stampa-si-triv-ottimisti-e-razionali/). Ma il fatto notevole è che i tre argomenti che Ruggieri porta in conclusione per votare sì al referendum sono in realtà più di tipo politico che tecnico, ed hanno a che vedere con "il discorso sulla democrazia referendaria: preziosa al punto che nessuno vi rinuncerebbe, ma anche approssimativa e suscettibile di manipolazioni" (C.Fusaro, Corriere Fiorentino, 31.3.16). Il primo: "ritengo inaccettabile il trattamento di favore a cui sono sottoposti i concessionari" e "una concessione senza scadenza secondo me è contraria al diritto europeo". E' fin troppo facile rispondere che una concessione è un contratto da cui entrambi i contraenti si aspettano e ottengono dei vantaggi. E' passato un po' di tempo (ma forse Ruggieri non se ne è accorto) da quando le Sette Sorelle imponevano le loro condizioni agli stati produttori. L'Italia ha interesse a proseguire quelle estrazioni. Se poi c'è qualcosa di contrario al diritto europeo, se ne discuterà nelle sedi opportune. Il referendum non c'entra un tubo. Il secondo: "serve una definizione precisa delle priorità nella politica energetica di questo paese". Solo che il compito del referendum abrogativo come normato dalla Costituzione non è questo. Il terzo: "ridurre il più possibile i consumi di combustibili fossili nel minor tempo possibile", nel contesto dell'accordo di Parigi. Solo che per ridurre questi consumi non c'è affatto bisogno di ridurre la quantità estratta dal nostro territorio, basta diminuire le importazioni. In conclusione, mi sembra che i tre argomenti portati da Ruggieri confermino il sospetto di un uso improprio e strumentale dell'Istituto del Referendum, il che va anche al di là del merito della questione. Non sono affatto d'accordo con questa distorsione. Per rimarcare il mio dissenso, non parteciperò al voto.

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