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Pubblicato il 02/02/2019

in: il congresso del Pd è finito

Nel sesto periodo del suo articolo lei scrive: “ ….sovranisti illiberali, che avranno gioco facile a descriverlo come un’ammucchiata unita solo dalla volontà di resistere al cambiamento …”; laddove nel penultimo periodo, citando il Manifesto di Calenda, scrive: “ … mentre le vere strategie risolutive da mettere in campo sono: la formazione permanente dei lavoratori [...] … un sussidio di disoccupazione europeo … la gestione dei flussi migratori e il controllo dei confini comuni, marittimi e terrestri, l’aumento degli investimenti europei …”. Cioè, secondo lei, chi propone queste cose “resiste al cambiamento”? Questa contraddizione la vede anche un bambino! Inoltre, citando il testo, lei scrive: “… mirata a ricomporre le lacerazioni tra progresso e società, tra tecnica e uomo.” E subito dopo dice: “… il progresso e la tecnica non sono concepiti [da Calenda] come al servizio della società e dell’uomo, ma come ad essi antitetici …”. Ma dove è scritto questo, scusi, nel testo di Calenda? Egli dice esattamente il contrario, evidenziando che quelle tra “progresso” e “società” e tra “tecnica” e “uomo” sono “lacerazioni”! Cioè, per chi capisce quel che legge, descrive il fenomeno come patologia rispetto ad una condizione fisiologica, “normale” quindi, in cui l’evoluzione del progresso e quella della società vanno di pari passo; idem per l’evoluzione della tecnica e quella dell’uomo! Il fatto poi che quella di Calenda non rappresenti una tipica posizione di sinistra (ed effettivamente è così) non significa che sia corretta l’interpretazione che lei dà delle sue posizioni.

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