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Pubblicato il 13/03/2016

in: Dialogo apocrifo con Massimo D'Alema

L'accusa a Renzi di non essere in linea con lo spirito dell’Ulivo e di non rispettare i padri fondatori del PD viene incredibilmente proprio da chi fece partire l'attacco a Prodi e all'Ulivo insieme a Bertinotti, facendo cascare il governo, con la conseguente eclatante sconfitta del PD alle elezioni regionali e le successive sue stesse [...] dimissioni da palazzo Chigi. Nelle varie interviste e interventi a dibattiti, D'Alema si "riveste" da politico di sinistra accusando Renzi di andare avanti con i voti di Alfano e Verdini ("il partito della Nazione è già fatto"), cercando di accreditarsi come il punto di riferimento del "malessere" nel PD che minaccia di trasformare in scissione. Inutili per lui infatti le "simpatiche minoranze" di Bersani e Cuperlo, che "non riescono a incidere sulle decisioni fondamentali". Cito Rondolino che scrive come nel 1996 nell’ufficio dello staff di d'Alema alla parete ci fosse un ritratto di Tony Blair con la frase “Chi prova a cambiare è sempre accusato di tradimento”. La missione di D'alema fu allora quella di modernizzare una sinistra "vecchia", la sinistra italiana postcomunista, per battere, come partito rinnovato, Berlusconi. Prendendo come modello Blair, si doveva tendere ad una sinistra più liberale, entrando in competizione con Forza Italia, aprendosi alle professioni, alla meritocrazia, all'innovazione, per una più moderna società civile, politica ed economica. Quindi lotta a tutte le conservazioni, quelle del sindacato, quelle della magistratura schierata, quella delle caste, in generale, compresi i giornalisti. E da sinistra D'Alema veniva accusato di tradimento per l'accordo con Berlusconi sulla riforma della Costituzione. In pratica D'Alema ha percorso, fino ad un certo punto, la strada che sta percorrendo oggi Renzi. Quando ha cercato di fare marcia indietro, travolto dagli eventi, era ormai troppo tardi. Messo da parte con grande soddisfazione di tutti conservatori, di destra e di sinistra, D'Alema è proprio il simbolo di quella sinistra che ha tentato di riformarsi ma non é riuscita a creare un'alternativa credibile al postcomunismo ormai tramontato e non resuscitabile.

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