Scaramucce gestionali alla Fondazione Banco Napoli

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1 Luglio 2017

Periodo ostico per la Fondazione Banconapoli, l’ente nato nel 1991 finalizzato allo sviluppo economico e alla promozione socioculturale del Mezzogiorno italiano, che per la sua connotazione filantropica rappresenta un baluardo della società meridionale anche per il grande valore storico che esso detiene.

Il conflitto verte sul tema degli investimenti, e vede schierati da una parte l’attuale presidente Daniele Marrama e dall’altra principalmente l’accusatore Francesco Fimmanò, professore dell’Università del Molise designato membro del Consiglio Generale dalla Regione Campania, ma la cui nomina è stata respinta ad aprile.

Con diversi esposti, Fimmanò ha contestato Marrama di aver investito 8 milioni di euro in banche a rischio, tra cui la Banca Regionale di Sviluppo e la Banca del Sud,e di aver operato, tra l’altro, senza l’approvazione del Consiglio Generale. Hanno contestato l’operato di Marrama anche i giuristi Orazio Abbamonte, docente presso l’Università di Napoli “Federico II”, e Gianmaria Palmieri, Rettore dell’Università del Molise, i quali il 26 aprile 2017, giorno precedente alla riunione del Consiglio finalizzata all’approvazione del bilancio 2016 della Fondazione, hanno manifestato contrarietà all’approvazione dei documenti.

Il presidente Marrama si è difeso durante la riunione del 27 aprile 2017, dichiarando di aver ricevuto l’autorizzazione dalla BCE ad investire nella Banca Regionale di Sviluppo, sottolineando calorosamente  di aver agito in tal maniera unicamente per tentare di edificare un micropolo di credito nel Mezzogiorno, quindi di aver voluto procedere nel totale rispetto dei nobili fini per cui la Fondazione stessa, ha motivo di essere, ovvero rafforzare e risollevare la rete bancaria meridionale, e che gli investimenti hanno già dato risultati postivi.  In una precedente dichiarazione rilasciata, lo stesso Marrama afferma: “Il nuovo cda sta producendo utili, anche il Ministero dell’Economia ha riconosciuto il ruolo positivo svolto dalla Fondazione, una delle finalità è infatti rinforzare il tessuto economico e finanziario del Mezzogiorno”. Durante l’incontro, è stata inoltre respinta la nomina di Fimmanò nel Consiglio Generale.

Sulla vicenda si è espressa anche la Rossella Paliotto, membro del Consiglio Generale, la quale sostiene: “La Fondazione Banconapoli è un patrimonio della città e del Mezzogiorno e io sarò sempre in prima fila per tutelarla, non si possono accettare considerazioni non veritiere”.  L’imprenditrice si schiera dunque a favore del Consiglio e di Marrama, difendendo l’obiettivo principale della Fondazione, da sempre impegnata a tutela del patrimonio economico e culturale del Sud.  “C’è un tentativo di destabilizzare la Fondazione o di auspicarne il commissariamento. La Fondazione è in attivo e interviene sulle direttrici scientifica, culturale e del disagio sociale e dell’economia, finalità che ha da statuto”: con queste parole, la Paliotto, rimarca il valore della Fondazione, che è un ente poliedrico nei suoi scopi, in quanto le attività di cui si interessa spaziano dall’incoraggiamento dato a numerose iniziative culturali, al recupero della memoria storica meridionale, dal sostegno al disagio sociale, alla ricerca scientifica, all’istruzione e per finire l’adozione di misure per lo sviluppo della nostra economia.

TAG: Abbamonte, Banco di Napoli, Fimmano', Fondazione Banco Napoli, Marrama, monica mandico, Paliotto
CAT: economia civile, Napoli

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