Non è solo Trump vs. Biden. Le elezioni americane del 2024
Ci siamo quasi. Mancano sei mesi al “primo martedì successivo al primo lunedì di novembre” quando, come vuole la Costituzione americana si terranno le elezioni. […]
Luigi e Matteo hanno riattivato la chat di whatsapp che era rimasta ferma al giorno di Pasqua, “sfregiato” dalla foto con il mitra. Ora, però, sono tornati a scambiarsi emoticon come ai vecchi tempi e a scherzare come solo due ragazzi sanno fare. E a conferma della pax ritrovata fra Luigi Di Maio e Matteo Salvini c’è un retroscena che circola nei capannelli di Montecitorio. Raccontano che domenica sera il capo politico del M5S, in preda a una crisi di nervi per l’atteggiamento di Roberto Fico che dedicava il 2 giugno a rom e migranti, avrebbe offerto al leader del Carroccio la testa del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Il tutto a una condizione: «Al posto di Danilo ti propongo Stefano Patuanelli, che è un ingegnere, è preparato e conosce a menadito tutti i dossier aperti». La proposta, però, non sarebbe stata gradita dal leader del Carroccio che avrebbe replicato con una risata: «Se ci metti uno bravo, io non mi diverto più. A me sta bene Toninelli».
Battute a parte, la liason ritrovata è il risultato di un gruppo parlamentare, quello del M5S, che guarda soltanto a uno schema di gioco: un esecutivo per altri quattro anni con la Lega di per portare a compimento il contratto di governo ma soprattutto per restare aggrappato al seggio di Montecitorio o di palazzo Madama. Nel frattempo deputati e senatori dei cinquestelle sono in fibrillazione per l’attivismo del presidente della Camera, Roberto Fico, ormai convinto che i pentastellati debbano staccare l’alleanza con la Lega di Salvini. Non si parla in Transatlantico. Eppure tra Salvini e Fico i parlamentari preferiscono il primo. Non a caso le truppe del presidente della Camera sono ridotte all’osso, si vocifera che i fedelissimi sarebbero 15 deputati e 10 senatori. Nulla di più. Ma «Roberto» lavora sotto traccia, è in costante collegamento con l’inquilino dell’alto Colle, e i suoi sherpa flirtano con i maggiorenti del Pd zingarettiano. Tuttavia Fico avrebbe come unico sogno: le regionali in Campania del prossimo anno, e anche per questo la presenza istituzionale e virtuale nella sua regione sarebbe più fitta che mai. Ecco, stando a una fonte qualificata, se l’esecutivo dovesse implodere, Fico starebbe pensando di candidarsi a governatore della Campania. Anche senza la bandiera del Movimento. Ma con un listone civico che vorrebbe sostenuto anche dal Pd.
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