Non è solo Trump vs. Biden. Le elezioni americane del 2024
Ci siamo quasi. Mancano sei mesi al “primo martedì successivo al primo lunedì di novembre” quando, come vuole la Costituzione americana si terranno le elezioni. […]
ROMA – I “giornaloni” si dividono sul Consiglio dei Ministri che si è tenuto ieri sera a Palazzo Chigi. “Dopo una pausa di 90 giorni – scrive stamane a pagina 9 il Corriere della Sera – il Consiglio dei Ministri si è tornato ad occuparsi a tarda sera di prescrizione e intercettazioni e di processo”. Stando alla versione del giornale di via Solferino, nonostante la buona volontà del governo a riprendere in mano il dossier “giustizia” qualcosa non avrebbe funzionato. In particolare alla richiesta del Guardasigilli Andrea Orlando di andare avanti senza indugi sulla riforma della prescrizione – di cui si è parlato tanto dopo le assoluzioni per prescrizioni nel processo Eternit – “si è opposta – si legge ancora sul Corriere – la controspinta netta del ministro dell’Interno Angelino Alfano che ha chiesto di procedere di pari passo con le intercettazione con la nuova udienza preliminare e con il sistema di impugnazioni più snelle”. Un modo come un altro per far saltare l’intesa e rimandare il dossier “sull’allungamento prescrizione” a data da destinarsi. Di parere contrario il quotidiano di Torino, La Stampa. A pagina 5, infatti, campeggia un titolone che non lascia alcun dubbio: “Via libera del governo: la prescrizione sarà allungata”. E il sommario ad avvalorare la tesi: “Orlando trova la mediazione dopo le resistenza di Ncd”. A questo punto la domanda del povero lettore di quotidiano è la seguente: a chi credere? In ogni caso, sulla via dell’ormai antico progetto di John Elkann di fondere le due testate, sarà bene procedere a un’armonizzazione dei contenuti, a meno di non provare a sperimentare una nuova formula di giornalismo, che giustapponga la versione A e la versione B per ogni notizia rilevante.
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