La stupidità e la ferocia al potere: scene da un Myanmar nel caos

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9 Febbraio 2022

Il Myanmar insegna: essere cattivi non basta. Non basta affogare nel sangue qualunque protesta, non basta portare milioni di persone alla fame ed alla disperazione, non bastano sfruttamento, tortura, schiavitù – e nemmeno basta puntare sul contrabbando. Se una cosa non funziona, una dittatura non la cambia. Generalmente la peggiora, come dimostrano sempre più esempi della storia umana. Ma i capi del Tatmadaw, il ferocissimo esercito birmano, queste cose non le sanno – appartengono allo stesso stampo della dittatura nordcoreana. Stavano perdendo soldi (e non potere), ed hanno fatto un colpo di Stato che non è completamente riuscito, poiché il popolo continua a ribellarsi, e la loro immensa ricchezza sta svanendo – per questo, nelle ultime settimane, si intravedono movimenti sotterranei. Se la dittatura fallisce, allora, pur di salvare il Tatmadaw, bisogna fare scelte diverse.

È passato un anno dal 1° febbraio 2021, quando il Tatmadaw, la giunta militare del Myanmar con in testa il generale Min Aung Hlaing, attacca Yangon, arresta Aung San Suu Kyi, il presidente Win Myint e centinaia di dirigenti della LND, poi detenuti arbitrariamente in luoghi sconosciuti. Min Aung Hlaing si autoproclama Capo del Governo, e l’ex generale Myint Swe, che dal 2016 era uno dei due vicepresidenti, viene nominato presidente ad interim. Ancora una volta in questo disgraziato Paese inizia una brutale stagione di sangue, in cui a pagare sono soprattutto i civili.

L’assalto militare genera un vortice di proteste enorme ed inaspettato in tutto il Myanmar. Le forze di sicurezza rispondono con stupefacente ferocia: pestaggi, torture, stupri massacri: secondo Human Rights Watch, dal 1° febbraio al 1° dicembre 2021 sono stati uccisi 1300 civili, tra cui almeno 75 sono bambini, e sono stati arrestati – e torturati – oltre 8700 funzionari governativi, attivisti e giornalisti[1], 654 dei quali condannati a severe detentive e 45, tra cui 2 bambini, condannati a morte[2]: cifre approssimate per difetto, viste le difficoltà di ottenere notizie certe in un regime di totale controllo delle informazioni.

Le ragioni del colpo di Stato vanno ricercate nel fatto che il Myanmar stava vivendo un boom economico, cui fanno però da specchio la crisi economica del Tatmadaw (l’esercito professionista birmano) e delle aziende ad esso collegate – una situazione che stava portando a non poter più pagare i soldati. L’idea era che, prendendo in mano il potere, si potesse risolvere questa situazione. È accaduto il contrario: il caos che regna nel paese, l’odio contro il regime, le sanzioni internazionali e la pandemia hanno devastato il Paese: il Fondo Monetario Internazionale stima che l’economia del Myanmar si sia ridotta, in un solo anno, del 17,9%[3]; la Banca Mondiale prevede una crescita dell’1% nel 2022, dopo anni di risultati positivi[4]; l’Organizzazione internazionale del Lavoro (ILO) afferma che l’occupazione si sia contratta di circa il 6% nel secondo trimestre del 2021, rispetto al quarto trimestre del 2020, con una perdita di 1,2 milioni di posti di lavoro[5].

I prezzi dei beni di prima necessità hanno subito una impennata insostenibile per la popolazione, e nel settembre del 2021 il valore del kyat è sceso a 2200 per dollaro USA , il livello più basso della storia (era 1330 nel 1° febbraio)[6], mentre l’inflazione media è salita al 7,%, addirittura al 9,8% per i generi non alimentari[7]; questo ha portato ad una contrazione del commercio (-15%, o 2,5 miliardi di dollari) tra luglio e dicembre 2021, un calo delle esportazioni (-16%) e delle importazioni (-15%)[8]. La bilancia commerciale con l’estero è ancora positiva (228 milioni di dollari), ma è il 45% in meno dell’anno prima del colpo di Stato[9]. Come se non bastasse, i monsoni di luglio e agosto hanno inondato villaggi e beni di più di 6 milioni di persone – un vero disastro[10]. Secondo una analisi delle Nazioni Unite[11], presto 14,4 milioni di persone, di cui 5 milioni di bambini, avranno bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere[12]. E dietro l’angolo c’è il rischio che gli investitori stranieri, che avevano reso possibile il boom economico, ora abbandonino il Myanmar.

MEHL & MEC, le holding del Tatmadaw

Il rapporto di Amnesty International sui coinvolgimenti di MEHL con le repressioni dei militari[13]

Il punto più debole del sistema economico birmano consiste nel fatto che le sue più grandi aziende appartengano all’esercito[14]. Il Myanma Economic Holdings Limited (MEHL) ed il Myanmar Economic Corporation (MEC) controllano oltre un centinaio di aziende: banche, commercio, logistica, edilizia, farmaceutica, assicurazioni, miniere, gas, turismo, agricoltura, legname, produzione di olio di palma e zucchero, sapone, cemento, tabacco, cibo e bevande e molto altro[15]. Persino i commerci che sono controllati dal contrabbando, come quello della giada, in via diretta o indiretta dipendono dalla guida centralizzata di queste due holding militari[16].

La Myanma Economic Holding Limited (MEHL) è la prima società privata costituita in Myanmar dopo il colpo di stato militare del 1988, e si propone quattro obiettivi principali: “il benessere del personale militare e dei loro dipendenti, il benessere dei veterani di guerra, il benessere del pubblico in generale e il contributo allo sviluppo economico del Myanmar”. Negli anni, MEHL ha generato ingenti profitti per il Tatmadaw e per la sua dirigenza, la maggior parte dei quali amministrati dalla banca del gruppo, la Myawaddy Bank[17]. La Myanmar Economic Corporation (MEC) è nata nel 1997 per “contribuire all’economia del Myanmar, soddisfare le esigenze del Tatmadaw, ridurre le spese per la difesa e garantire il benessere del personale militare”: è attiva nel settore minerario, manifatturiero e delle telecomunicazioni, e possiede la Innwa Bank[18].

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il motivo per cui MEHL e MEC controllano l’intera economia, è dovuta al suo monopolio dell’industria mineraria[19]. I due gruppi detengono le licenze per l’estrazione di giada e rubino negli stati di Kachin e Shan, fondamentali per l’export birmano[20], e tutte le concessioni per lo sfruttamento di giacimenti petroliferi, delle foreste e delle altre risorse minerali sono guidate da militari[21]. Queste imprese vigilano autonomamente sulla regolamentazione dei rispettivi settori, riscuotono e assegnano ricavi, assegnano licenze a società private e gestiscono joint venture commerciali senza alcun controllo esterno, e la legge birmana le autorizza a trattenere ingenti profitti al di fuori del bilancio statale e senza risponderne a nessuno[22]: il rapporto conclude che “queste strutture economiche […] sostengono il potere e l’influenza del Tatmadaw, che continua a ostacolare la democrazia e a commettere impunemente crimini eclatanti”[23].

Justice for Myanmar[24], un gruppo di attivisti contrapposti al regime, ha pubblicato due documenti che svelano in che modo MEHL finanzi i militari. Il primo, “Report on the Status of Share and Dividends of Directorate Offices, and the Military Units under respective Regional Military Commands for the fiscal year 2010-2011”, è stato depositato da MEHL presso la Direzione degli investimenti e dell’amministrazione aziendale (DICA) del Myanmar nel gennaio 2020. In questo si afferma che MEHL è di proprietà di 381.636 azionisti individuali, tutti militari in servizio o in pensione, e 1.803 azionisti “istituzionali”, costituiti da “comandi regionali, divisioni, battaglioni, truppe, associazioni di veterani di guerra”[25]. Il secondo documento, “List of Original Shareholder Registry (50) Persons, Myanma Economic Holdings Limited, until (30-8-2019)”, è un rapporto riservato agli azionisti di MEHL relativo all’anno fiscale 2010-2011 che, oltre a fornire informazioni sulle identità degli azionisti del MEHL, documenta le ingenti somme annuali relative ai dividendi ricevuti dagli stessi azionisti tra il 1990 e il 2011[26].

I documenti dimostrano inequivocabilmente come gli enormi profitti vengano distribuiti sistematicamente ed a livello istituzionale tra i reggimenti, le unità militari e la leadership militare: secondo l’Istituto Internazionale per gli Studi Strategici di Londra, l’esercito birmano possiede una forza composta da 507’000 uomini, l’aviazione da 23’000 e la marina 19’000[27] , tutti responsabili di crimini di guerra ampiamente documentati dalle Nazioni Unite[28]. E se il MEHL ed il MEC hanno queste gravi responsabilità, chiunque faccia affari con queste holding automaticamente può considerarsi complice dei crimini, come ribadiscono Amnesty International e le ONG che lottano per la democrazia in Myanmar[29].

La fuga degli investitori

Attivisti birmani accusano le compagnie energetiche di finanziare il Tatmadaw[30]

Immediatamente dopo il colpo di stato, ovunque si decidono sanzioni economiche contro il regime: Stati Uniti[31], Australia[32], Nuova Zelanda[33], Giappone[34], Regno Unito[35], Corea del Sud[36], Unione Europea[37], Canada[38] e Svizzera[39]. Molte società private si ritirano dal Paese: la logica espressa da Amnesty International secondo cui “se fai affari con il Tatmadaw sei o complice o correo” viene ormai riconosciuta da tutta la comunità internazionale, e restare in Myanmar provoca un’evidente caduta d’immagine – mentre altre compagnie si ritirano a causa della crisi generata dal caos che regna nel paese.

Il NUG, il governo ombra nato dopo il golpe, esorta i cittadini a sospendere ogni collaborazione con le imprese dei militari[40]. Parte la campagna “Stop Buying Junta Business”[41] e, tramite i social networks, vengono organizzate diverse azioni di boicottaggio (come #NoBusinesswithGenocide[42], #hearthevoicesofMyanmar, #CivilDisobedienceMovement[43], #rejectmilitarycoup[44], #saveMyanmar e #whathappeninginmyanmar[45], #savemyanmarfrommilitarycoup[46]), ma il boicottaggio è individuale e generalizzato – come dimostrano la migliaia di dipendenti pubblici che smettono di recarsi in ufficio[47], le decine di migliaia di studenti che smettono di usare servizi, banche e attività commerciali legate ai militari[48], le campagne di lotta di tutte le sigle sindacali[49]. Un fragoroso tamtam che si allarga anche fuori dal Myanmar: Burma Campaign UK pubblica un elenco di marchi e prodotti collegati all’esercito[50] ed invita la comunità internazionale ad unirsi al popolo birmano e non comprare più da quei produttori[51].

Gli investitori stranieri iniziano a reagire: uno dei primi ritiri viene annunciato nello stesso febbraio dalla colosso giapponese della birra, Kirin, che ha una partnership con il MEHL (e una quota di controllo di 1,7 miliardi di dollari) nella Myanmar Brewery – un’azienda finita sotto accusa nel 2018 per aver ammesso di aver effettuato tre donazioni all’esercito per un totale di 30’000 dollari, tra il 1° settembre e il 3 ottobre 2017, al culmine della campagna di pulizia etnica contro la popolazione Rohingya nello Stato di Rakhine[52]. Kirin non riesce nell’intento di sciogliere la joint venture con il MEHL, poiché il governo si oppone, costringendo i giapponesi a scegliere la strada di un arbitrato[53]. A sorpresa, nel gennaio di quest’anno, la Corte di Yangon respinge una denuncia di MEHL che chiedeva il sequestro delle azioni della Kirin in Myanmar Brewery[54].

La vicenda Kirin è la cartina al tornasole che mostra al popolo birmano come la protesta possa essere efficace. A causa del boicottaggio Kirin subisce delle perdite gravose: l’utile operativo di Myanmar Brewery, da gennaio a marzo 2021, si riduce del 49,6% rispetto allo stesso periodo del 2020 – 2,5 miliardi di yen (quasi 23 milioni di dollari); anche le entrate diminuiranno del 46%, pari a 5 miliardi di yen (quasi 46 milioni di dollari) in meno[55]. Se Kirin, dal punto di vista spettacolare, è il maggiore successo della protesta, nei fatti è il settore energetico a soffrire maggiormente: secondo Human Rights Watch, i progetti di gas naturale in Myanmar generano ogni anno oltre 1 miliardo di dollari di ricavi per la giunta[56], e secondo l’Extractive Industries Transparency Initiative rappresentano la principale fonte di entrate in valuta estera del Myanmar, il 4,8% del PIL, il 5,2% delle entrate fiscali e il 35% delle esportazioni totali[57].

I dipendenti di Myanmar Brewery invocano il boicottaggio della loro birra[58]

Tutte le industrie estrattive in Myanmar fanno capo al MOGE (Myanmar Oil and Gas Enterprise), controllato al 100% dallo Stato (quindi dalle Forze Armate), impegnato in quattro progetti estrattivi di gas offshore[59]: Yadana (gestito da TotalEnergies e Chevron), Shwe (gestito da POSCO International), Zawtika (gestito da PTTEP) e Yetagun (gestito da Petronas, ma attualmente sospeso per motivi tecnici[60]). L’80% del gas prodotto viene esportato in Thailandia ed in Cina[61]. Fino al giorno del colpo di Stato, il Myanmar incassava 1,5 miliardi di dollari di entrate fiscali all’anno[62].

La ONG EarthRights International[63] accusa Total e Chevron di coprire le violazioni dei diritti umani dell’esercito birmano, e denuncia che 4,8 miliardi di dollari di proventi del gas sarebbero stati sottratti dai bilanci dello Stato e finiti su conti personali in due banche di Singapore[64]. Le due compagnie, dopo aver a lungo tergiversato, annunciano il loro ritiro dal Myanmar[65]. Il colosso energetico australiano Woodside Petroleum, a causa delle pressioni dei gruppi per i diritti umani, annuncia la sua intenzione di ritirarsi[66], ritiro che di fatto avverrà nel gennaio del 2022[67]. Woodside estrae gas dal mare, ed è accusata di aver versato milioni di dollari alla giunta[68].

La risoluzione del contratto riguarda il blocco offshore A-7, di cui Woodside possiede il 45% e Shell il 45%[69]. La compagnia dichiara inoltre che si ritirerà anche da altri tre giacimenti offshore, rinunciando a 209 milioni di dollari l’anno[70]. La Shell, socia di Woodside in Myanmar, ha rinunciato alle sue licenze già nel 2020[71]. Il 21 gennaio 2022 anche KBC Kanbawza Group of Companies comunica lo scioglimento della sua controllata Nilar Yoma Gems Co. Ltd., che ha gestito per anni una miniera di giada nella regione di Sagaing con MEHL[72]. KBC è tra le aziende accusate dalle Nazioni Unite[73] di finanziare la costruzione di una barriera lungo il confine Myanmar-Bangladesh per impedire alla popolazione Rohingya sfollata di tornare in patria[74].

L’esodo riguarda una miriade di compagnie di ogni settore: la tedesca Metro[75], la britannica British American Tobacco (BAT)[76], la norvegese Telenor Group[77], le americane McKinsey & Company e Coca-Cola[78], le francesi EDF[79] e Voltalia[80]. La svedese Hennes & Mauritz (H&M) e l’italiana Benetton Group Srl interrompono gli acquisti dai produttori locali, gettando l’intero settore del tessile nella crisi[81]. Il gruppo immobiliare thailandese Amata sospende un suo grande progetto edilizio in Yangon, e chiudono i due stabilimenti della Suzuki Motor[82]. Meta Platforms Inc (gruppo Facebook), vieta a tutte le attività controllate dai militari del Myanmar di accedere alle proprie piattaforme[83], mentre la Alphabet Inc (YouTube) rimuove dalla sua piattaforma cinque canali condotti dai militari[84].

Rothmans Myanmar Holdings Singapore (RMHS), una società di tabacco con sede a Singapore che opera in Myanmar dal 1993, chiude nel gennaio del 2021, poco prima del colpo di Stato, e cita in giudizio MEHL, perché obbliga il socio a fare donazioni mensili ad un fondo per i veterani disabili che, probabilmente, il Tatmadaw usa per altri scopi[85]. E la lista continua, includendo ovviamente anche società di trading commerciale, e decine di piccole e medie imprese.

Chi non rinuncia agli affari col Tatmadaw

Uno dei siti estrattivi di gas naturale della sudcoreana POSCO in Myanmar[86]

Mentre numerose società internazionali sono già fuggite dal Myanmar o sono in procinto di andarsene, la sudcoreana POSCO Coated & Color Steel Co., una società specializzata in prodotti siderurgici e quinto produttore mondiale di acciaio[87], continua indisturbata ad investire nell’importante progetto offshore di gas naturale Shwe e Shwe Phyu[88]. POSCO International possiede una quota del 51% nel progetto di gas naturale Shwe, e sta investendo 473 milioni di dollari nella fase 2 del progetto (con la perforazione di un totale di otto pozzi nei giacimenti di gas Shwe e Shwe Phyu) e 315 milioni di dollari nella fase 3 (con la costruzione e l’installazione di una piattaforma di compressione del gas)[89]. POSCO investe anche nel turismo e realizza, su di un terreno di proprietà della Tatmadaw, un hotel di lusso di 15 piani e 343 camere, un residence hotel di 29 piani e 315 camere, più altre strutture tra cui un centro congressi, alcuni ristoranti ed una piscina[90], e paga un cospicuo affitto direttamente al Ministero della Difesa[91].

Malgrado POSCO dichiari, verso fine di maggio del 2021, di avere intenzione di sospendere la condivisione dei profitti con MOGE[92] e di riacquistare la quota del 30% della sua filiale birmana posseduta da MEHL[93], ad oggi non è accaduto nulla, anzi: secondo Myanmar Now, non soltanto POSCO non ha alcuna intenzione di rivedere l’assetto societario, ma addirittura ha in programma di aumentare la sua forza lavoro sudcoreana con l’aggiunta di personale[94]. Nel novembre del 2020 due gruppi di attivisti sud coreani, Korean Civil Society in Solidarity with the Rohingya (KCSSR) e Korean Transnational Corporations Watch (KTCW), insieme agli attivisti di Justice For Myanmar, presentano alle Nazioni Unite e all’organismo di controllo dei diritti umani della Corea una denuncia contro POSCO ed altre società (Pan-Pacific e Inno Group) che continuano ad avere partnerships con il MEHL[95].

Al di là di questo, mentre la maggior parte delle nazioni hanno sospeso le vendite d’armi al regime birmano, l’Italia continua a fornire elicotteri, che vengono usati nella guerra civile contro i ribelli ostili al regime[96], e che collaborano in appoggio ai droni militari venduti all’aviazione birmana dal gruppo israeliano Star Sapphir[97]. Naturalmente, queste nazioni non sono un’eccezione: nel braccio di ferro che, nel nuovo secolo, contrappone Occidente, Islam, Cina e Russia, per loro il colpo di Stato del Myanmar e la decisione di molti paesi di interrompere le relazioni industriali con la dittatura di Yangon, è una grande occasione, e cercano di sfruttarla fino in fondo.

La Cina è vicina, la Russia anche

Il presidente Xi Jinping incontra il comandante in capo della difesa del Myanmar Min Aung Hlaing[98]

Pechino è il principale partner commerciale del Myanmar: nel 2019, il commercio bilaterale ammonta a circa 12 miliardi di dollari su un totale di scambi di circa 36 miliardi di dollari, quindi ben un terzo dell’intero import/export birmano[99]. La Cina fornisce macchinari, veicoli e apparecchiature per le telecomunicazioni, mentre importa dal Myanmar grandi quantità di stagno, altri minerali ed energia (petrolio e gas sono più del 32% dell’export totale[100]). La Cina è anche dipendente dal riso del Myanmar, il cui import è cresciuto da 100’000 a mezzo milione di tonnellate nel corso dell’ultimo decennio[101]. In cambio costruisce oleodotti e gasdotti, terminal petroliferi, centrali idroelettriche, a carbone o ad energia rinnovabile[102], il tutto, come lo sviluppo di un porto d’altura a Kyaukphyu per 1,3 miliardi di dollari, nell’ambito del progetto Belt and Road[103].

L’impegno della Cina nel settore minerario è una vera manna per la giunta militare: le miniere cinesi di Lapadaung, Sapetaung e Kyesintaung e Tagaung Taung hanno portato, nel 2020/21, 725 milioni di dollari nelle casse del Tatmadaw[104]. E poi ci sono le armi[105]: 1,3 miliardi di dollari tra il 2010 e il 2019, ovvero il 50% dell’armamento birmano nei radar, navi da guerra, aerei da combattimento e da addestramento, droni armati, veicoli corazzati, missili e veicoli di trasporto[106]. Il colpo di Stato non ha cambiato nulla: il 20 dicembre 2021 un sottomarino di fabbricazione cinese UMS Minye Kyaw Htin Type 035[107] fa ingresso nello stretto di Malacca, si dirige verso l’oceano indiano ed il 23 dicembre fa il suo ingresso nel fiume Yangon in Myanmar, entrando ufficialmente in servizio per la Marina birmana[108]. Secondo la Cina, questo aiuta anche la popolazione, perché contribuisce alla stabilità del sistema[109]. In realtà, gli investimenti cinesi fanno parte del progetto geopolitico di accerchiare l’India che, per Pechino, cresce troppo rapidamente[110].

Anche Mosca, dopo il colpo di stato, intensifica le relazioni col Myanmar: l’elenco degli scambi bilaterali tra viaggi, simposi, conferenze, incontri formali e informali, pubblici o riservati, tutti rigorosamente in tema militare e che vedono protagonisti ministri ed alti ufficiali dei rispettivi eserciti, è lunghissimo[111]. Il 22 giugno 2021 (quattro giorni dopo la risoluzione emanata dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite che invita i 193 Stati membri dell’ONU interrompere il flusso di armi verso il Myanmar, che la Russia non firma[112]) il Comandante del Tatmadaw, Min Aung Hlaing, ed il Ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, concordano a Mosca le “prospettive di sviluppo della cooperazione bilaterale, soprattutto nella sfera tecnico-militare”[113].

La Russia, oltre ad essere impegnata nella formazione e nell’addestramento dei militari birmani, rappresenta il secondo fornitore d’armi del Myanmar dopo la Cina[114]: aerei caccia Su-30, aerei da addestramento Yak-130, elicotteri Mi-24, Mi-35 e Mi-17, nonché missili terra-aria Pechora-2[115]. Per permettere a Yangon di pagare, il 27 ottobre, il generale Min Aung Hlaing incontra i leader dell’Associazione Russia-Myanmar per l’Amicizia e la Cooperazione per discutere di investimenti e cooperazione nella produzione di carburante, gas naturale, cemento, fertilizzanti, acciaio, elettricità e trasporto pubblico elettrico, turismo, salute, istruzione, cultura e gestione del traffico aereo tra i due paesi[116].

Poi ci sono i paesi dall’atteggiamento ondivago: il Giappone, ad esempio, condanna (con ritardo[117]) il colpo di stato, ma non sottoscrive sanzioni economiche e, al contrario, cerca di normalizzare i rapporti col nuovo regime[118]. Il Giappone è da tempo impegnato nel Myanmar: dal 2012 fino al 2015 Tokyo rinuncia alla maggior parte del debito dovuto dall’ex Birmania (303 miliardi di Yen), fornisce un prestito ponte di 200 miliardi di Yen per consentire al Myanmar di saldare i suoi arretrati con l’Asian Development Bank e la Banca Mondiale, supervisiona la creazione della Borsa di Yangon, e concorda l’istituzione Zona Economica Speciale di Thilawa, di cui controlla il 49% e che finanzia, con un finanziamento agevolato di 43 miliardi di Yen, lo sviluppo delle piccole e medie imprese, delle infrastrutture portuali e delle rete di trasporto[119] con Mitsubishi, Marubeni e Sumitomo[120]. Circa il 70% delle 700 società giapponesi attive in Myanmar[121], malgrado la situazione, mantengono o ampliano le proprie attività[122].

Il mercato segreto della giada

Le cave di giada ad Hpakant producono una ricchezza inestimabile, gran parte della quale finisce nei sentieri del contrabbando e nelle tasche del Tatmadaw[123].

Ma questo non basta per impedire il collasso economico, ed il Tatmadaw avrebbe dovuto calcolarlo fin dall’inizio. Non lo ha fatto, perché ha un asso nella manica: le miniere di giada. Lo Stato di Kachin, nel nord del Myanmar, ospita quelle più ricche del mondo[124]: un circolo vizioso fatto di sfruttamento, contrabbando e corruzione che, secondo Global Witness, permette alla Cina di importare tra il 50% e l’80% della giada del Kachin illegalmente[125]. Quando, nel 2016, il governo di Htin Kyaw, il primo non in mano ai militari, tenta una riforma sospendendo tutte le licenze minerarie, ottiene l’effetto opposto e spinge esercito e milizie ribelli ad estrarre la giada più velocemente e più pericolosamente di prima[126]. Il MEHL, che già in precedenza possedeva la stragrande maggioranza delle licenze estrattive, ed alcune le aveva lasciate ai gruppi ribelli[127], dopo il colpo di Stato del 2021 le ha di nuovo tutte per sé, eppure il contrabbando aumenta: si stima che il 90% delle pietre preziose estratte a Hpakant, ad esempio, venga venduto al mercato nero[128].

Il Tatmadaw non se lo aspettava: l’’esercito dello Stato di Wa (UWSA) è diventato un trader chiave a Hpakant, come la Kachin Independence Army (KIA), e per l’esercito Arakan (AA) il contrabbando di giada è ciò che ne consente l’ascesa: i proventi finiscono per la maggior parte nel rifornimento di armi[129]. Ovviamente il Tatmadaw reagisce con violenza, nel tentativo di strappare il controllo di queste aree ai ribelli[130]. Global Witness definisce l’economia della giada la “più grande rapina di risorse naturali nella storia moderna”[131]: le miniere di giada hanno cancellato foreste lussureggianti, sostituendole con desolanti paesaggi di deserto e polvere, intere montagne trasformate in enormi cave dove centinaia di minatori spaccano pietre[132]. Molti minatori improvvisati rovistano tra gli scarti nella speranza del facile guadagno, su pendici scoscese e pericolose dove, non di rado, trovano la morte[133]. A Mogok, nella regione di Mandalay – dove si stima che avvenga circa il 90% dell’estrazione di pietre preziose del paese – le aziende che facevano capo al MEHL, dopo le sanzioni, hanno lasciato il posto ai residenti locali che estraggono manualmente le pietre preziose e vengono sistematicamente depredati dal Tatmadaw[134].

Una volta estratta, la giada finisce in Thailandia, centro mondiale della lavorazione di pietre preziose, ed un sistema grigio e molto collaudato consente gli scambi commerciali illeciti in tutta sicurezza[135]. Le pietre vengono poi distribuite alle multinazionali che operano nel settore come Graff, Van Cleef & Arpels e Pragnell, o alle case d’asta come Sotheby’s e Christie’s oppure ai grandi rivenditori come Walmart e Intercolor[136]. Ovviamente chi acquista non ha alcun modo (o forse interesse) di risalire alla loro provenienza: su oltre 30 gioiellieri internazionali, case d’asta e rivenditori che Global Witness ha intervistato, la maggior parte dichiara di non aver alcun sistema di controllo per determinare l’origine della giada acquistata[137].

Ormai è guerra civile dall’imprevedibile vincitore

La guerra civile innescata dalle Forze di Difesa Popolare scatena violente rappresaglie del Tatmadaw contro i civili[138]

Il governo precedente ha le sue colpe. Aung San Suu Kyi, ex eroina della libertà, ha perseguito il genocidio del popolo Rohingya e non ha fatto nulla per diminuire la corruzione, continuando (e doveva farlo, in un governo di compromesso) a supportare il Tatmadaw. Il National Unity Government (NUG), composto dai membri della Lega Nazionale per la Democrazia (LND) che avevano vinto le elezioni del 2020, costituitosi in una sorta di governo ombra[139] bollato come gruppo terroristico dalla nuova giunta[140], non riesce a trovare la strada né per un progetto alternativo, né per una soluzione di compromesso.

Nel maggio del 2021 il NUG crea un braccio armato chiamato PDF Forze di Difesa Popolare, che collabora con diversi gruppi di ribelli, fornendo armi, carburante, cibo e medicine, nella speranza di riconquistare la fiducia di chi si era sentito tradito dalla LND[141]. Il 7 settembre il NUG dichiara la “guerra di resistenza” contro il regime di Min Aung Hlaing, convincendo elementi del Tatmadaw a disertare (sembra che le defezioni, già nel novembre del 2021, ammontassero ad oltre 2000 elementi[142]) e cercando di migliorare la propria organizzazione logistica[143]. Alliance For Democratic Myanmar sostiene che l’esercito di resistenza sia composto da circa 40’000 unità, a cui vanno aggiunte quelle della regione del Sagaing che potrebbero arrivare a 20’000 – più una vasta rete di milizie di numerosi gruppi etnici[144].

L’idea di poter contrastare una enorme potenza militare come quella del Tatmadaw, composta da almeno 350’000 unità e tra le meglio equipaggiate in Asia, è davvero ambiziosa. Mahn Win Khaing Than, Primo Ministro del NUG, si dice convinto di vincere la guerra entro l’anno, ma le sue parole sono pura propaganda[145]. Vero è che il Tatmadaw sta vivendo una fase difficilissima, tra carenza di risorse, defezioni e perdite nelle recenti battaglie[146]. Gli scontri, soprattutto lungo le terre di confine, aumentano, e non c’è dubbio che sia stato innescato un processo rivoluzionario, anche se il Tatmadaw semina il panico distruggendo case e saccheggiando villaggi considerati ostili[147]. Ciò complica la posizione di Aung San Suu Kyi, confinata in una località segreta della capitale e che, ad oggi, ha collezionato numerose accuse, magari inventate, per cui rischia di passare il resto dei suoi giorni in prigione[148].

Condannata lo scorso 6 dicembre a quattro anni di carcere per incitamento alla ribellione, Aung San Suu Kyi viene giudicata colpevole, il 10 dicembre, di importazione e possesso illegale di walkie-talkie[149]. Ma la attendono ancora una serie di processi relativi ad almeno 16 crimini che avrebbe commesso, tra i quali violazione della legge sui segreti ufficiali, corruzione e abuso di autorità connesso ad accordi immobiliari e per l’acquisto e l’uso di elicotteri dal National Disaster Management Fund[150]. Tutte accuse che, se le venissero confermate, potrebbero costarle una condanna alla detenzione di 160 anni[151]. Gli Stati Uniti reagiscono mettendo sulla lista nera il procuratore generale Thida Oo, il capo della Corte suprema Tun Tun Oo e il presidente della Commissione anticorruzione Tin Oo[152].

Il Tatmadaw appare fragile come mai prima, ma la LND ha profondamente perduto credibilità. Molto potrebbe dipendere dai partners internazionali (Russia, Giappone, Cina, Thailandia, Singapore), ma quest’anno trascorso dal colpo di Stato ha dimostrato che sono soprattutto attenti al proprio tornaconto. In questa situazione di crisi convergenti, si intravede la ricerca di un accordo tra LND e Tatmadaw. Qualunque esso possa mai essere, non risolverà nulla. Ed il regime ha oramai capito di aver portato il paese al collasso. O ci sarà una soluzione esterna, sotto forma di carri armati cinesi; o una guerriglia lunga decenni che catapulterà i birmani indietro nel medioevo; oppure un compromesso che riporti una finta democrazia e, soprattutto, i soldi che ora hanno preso altre strade. Si può fare accordo con un assassino, ma è meglio non farlo con un incapace.

 

 

 

 

[1] https://www.hrw.org/sites/default/files/media_2022/01/World%20Report%202022%20web%20pdf_0.pdf
[2] https://aappb.org/?lang=en
[3] https://www.aljazeera.com/economy/2022/1/28/myanmar-lost-1-6-million-jobs-in-2021-amid-covid-coup-ilo
[4] https://money.usnews.com/investing/news/articles/2022-01-28/myanmar-economy-to-remain-severely-tested-by-coup-fallout-world-bank
[5] https://www.ilo.org/global/about-the-ilo/newsroom/news/WCMS_814686/lang–en/index.htm
[6] https://www.rfa.org/english/news/myanmar/kyat-09172021184904.html
[7] https://thedocs.worldbank.org/en/doc/c3299fac4f879379513b05eaf0e2b084-0070012022/original/World-Bank-Myanmar-Economic-Monitor-Jan-22.pdf “Myanmar Economic Monitor Jan 2022” – World Bank Group.
[8] https://thedocs.worldbank.org/en/doc/c3299fac4f879379513b05eaf0e2b084-0070012022/original/World-Bank-Myanmar-Economic-Monitor-Jan-22.pdf “Myanmar Economic Monitor Jan 2022” – World Bank Group.
[9] https://thedocs.worldbank.org/en/doc/c3299fac4f879379513b05eaf0e2b084-0070012022/original/World-Bank-Myanmar-Economic-Monitor-Jan-22.pdf “Myanmar Economic Monitor Jan 2022” – World Bank Group.
[10] https://reliefweb.int/disaster/fl-2021-000095-mmr
[11] https://www.unocha.org/
[12] https://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/mmr_humanitarian_needs_overview_2022.pdf
[13] https://www.amnesty.org/en/latest/news/2020/09/mehl-military-links-to-global-businesses/?utm_source=TWITTER-IS&utm_medium=social&utm_content=3688619862&utm_campaign=Other&utm_term=News-No
[14] https://www.ohchr.org/Documents/HRBodies/HRCouncil/FFM-Myanmar/EconomicInterestsMyanmarMilitary/Infographic1_Governance_Structure_of_MEHL_and_MEC.pdf
[15] https://thediplomat.com/2021/03/us-government-to-sanction-military-linked-myanmar-conglomerates-report/
[16] https://www.aljazeera.com/news/2021/6/29/global-witness-report-jade-in-myanmar
[17] https://specialadvisorycouncil.org/cut-the-cash/
[18] https://specialadvisorycouncil.org/cut-the-cash/
[19] https://www.ohchr.org/EN/HRBodies/HRC/MyanmarFFM/Pages/EconomicInterestsMyanmarMilitary.aspx
[20] https://www.ohchr.org/EN/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=24868&LangID=E
[21] https://undocs.org/A/HRC/40/68
[22] https://undocs.org/A/HRC/40/68
[23] https://undocs.org/A/HRC/40/68
[24] https://www.justiceformyanmar.org/stories/how-business-finances-the-crimes-of-the-myanmar-military
[25] https://www.amnesty.org/en/latest/news/2020/09/mehl-military-links-to-global-businesses/
[26] https://www.amnesty.org/en/latest/news/2020/09/mehl-military-links-to-global-businesses/
[27] https://www.irrawaddy.com/opinion/guest-column/what-has-happened-to-myanmars-tatmadaw.html
[28] https://www.un.org/sexualviolenceinconflict/wp-content/uploads/2019/08/report/the-economic-interests-of-the-myanmar-military/A_HRC_42_CRP_3.pdf “The economic interests of the Myanmar military. Independent International Fact-Finding Mission on Myanmar” Human Rights Council – Forty-second session 9 – 27 September 2019
[29] https://www.amnesty.org/en/documents/asa16/2969/2020/en/
[30] https://www.asianews.it/news-en/About-5-billion-dollars-from-Total-and-Chevron-flow-into-junta%E2%80%99s-secret-accounts,-NGO-says-16290.html
[31] https://home.treasury.gov/news/press-releases/jy0024
[32] https://www.aph.gov.au/Parliamentary_Business/Committees/Joint/Foreign_Affairs_Defence_and_Trade/ForeignAffairsAR19-20/Interim_Report
[33] https://www.voanews.com/a/east-asia-pacific_new-zealand-imposes-sanctions-myanmars-military-after-coup/6201898.html
[34] https://english.kyodonews.net/news/2021/03/5b9cd16b5772-japan-suspends-new-aid-to-myanmar-over-military-coup.html
[35] https://www.aljazeera.com/news/2021/9/3/britain-announces-new-myanmar
[36] https://www.reuters.com/article/us-southkorea-myanmar-idUSKBN2B40M8
[37] https://www.reuters.com/world/eu-mulls-arms-embargo-more-sanctions-myanmar-after-appalling-violence-2021-12-30/
[38] https://www.international.gc.ca/world-monde/international_relations-relations_internationales/sanctions/myanmar.aspx?lang=eng
[39] https://www.swissinfo.ch/eng/switzerland-applies-fresh-sanctions-on-myanmar/46750962
[40] https://www.irrawaddy.com/news/burma/nug-urges-boycott-of-myanmar-coup-leader-family-businesses.html
[41] https://www.mmtimes.com/news/myanmar-calls-boycott-tatmadaw-linked-products-and-services.html
[42] https://nobusinesswithgenocide.org/campaign-for-a-new-myanmar/
[43] https://actionnetwork.org/letters/tell-your-us-senators-support-the-myanmar-civil-disobedience-movement?source=direct_link
[44] https://m.facebook.com/rejectmmcoup/
[45] https://www.reddit.com/r/myanmar/comments/liszzx/whathappeninginmyanmar/
[46] https://www.facebook.com/hashtag/savemyanmarfrommilitarycoup?source=feed_text&epa=HASHTAG
[47] https://asia.nikkei.com/Spotlight/Myanmar-Crisis/Myanmar-civil-servants-boycott-to-pressure-military-after-coup
[48] https://www.irrawaddy.com/news/burma/myanmars-veteran-student-leaders-demand-boycott-myanmar-military-businesses.html
[49] https://www.just-style.com/news/unions-urge-boycott-of-myanmar-made-goods/
[50] https://burmacampaign.org.uk/burma_briefing/the-boycott-list/
[51] https://burmacampaign.org.uk/growing-military-company-boycott-campaign-in-burma-needs-international-support/
[52] https://www.theguardian.com/global-development/2018/jun/15/japanese-brewery-admits-donating-to-myanmar-army-during-rohingya-crisis-kirin-ethnic-cleansing-rakhine-state
[53] https://www.japantimes.co.jp/news/2021/12/06/business/corporate-business/kirin-myanmar-military-venture/
[54] https://asia.nikkei.com/Spotlight/Myanmar-Crisis/Myanmar-court-rejects-dissolution-of-Kirin-brewery-joint-venture
[55] https://www.myanmar-now.org/en/news/new-evidence-of-plummeting-sales-means-myanmar-beer-boycott-is-working-activists-say
[56] https://eiti.org/files/documents/meiti_reconciliation_report_2017-2018_final_signed_31st_march_2020.pdf
[57] https://eiti.org/myanmar
[58] https://www.irrawaddy.com/news/burma/myanmar-military-owned-brewers-sales-halved-as-boycott-bites.html
[59] https://www.myanmar-now.org/en/news/how-much-money-does-myanmars-military-junta-earn-from-oil-and-gas
[60] https://www.spglobal.com/platts/en/market-insights/latest-news/natural-gas/040521-petronas-declares-force-majeure-at-yetagun-offshore-gas-field-in-myanmar
[61] https://www.pwyp.org/wp-content/uploads/2021/06/Financing-the-Military-in-Myanmar.pdf
[62] https://eiti.org/files/documents/meiti_reconciliation_report_2017-2018_final_signed_31st_march_2020.pdf
[63] https://earthrights.org/Myanmar/
[64] https://www.asianews.it/news-en/About-5-billion-dollars-from-Total-and-Chevron-flow-into-junta%E2%80%99s-secret-accounts,-NGO-says-16290.html
[65] https://www.theguardian.com/world/2022/jan/21/chevron-and-total-withdraw-from-myanmar-gas-project
[66] https://www.cityam.com/saturday-read-investors-are-fleeing-myanmar-as-coup-grows-more-deadly/
[67] https://www.abc.net.au/news/2022-01-27/woodside-out-of-myanmar-ahead-of-february-1-coup-anniversary/100785758
[68] https://www.abc.net.au/news/2022-01-27/woodside-out-of-myanmar-ahead-of-february-1-coup-anniversary/100785758
[69] https://www.theguardian.com/world/2022/jan/27/woodside-petroleum-to-pull-out-of-myanmar-one-year-on-from-military-coup
[70] https://www.theguardian.com/world/2022/jan/27/woodside-petroleum-to-pull-out-of-myanmar-one-year-on-from-military-coup
[71] https://www.marketscreener.com/quote/stock/PTT-EXPLORATION-AND-PRODU-6491595/news/Oil-majors-TotalEnergies-and-Chevron-withdraw-from-Myanmar-37605611/
[72] https://www.irrawaddy.com/news/burma/myanmars-kbz-group-dissolves-subsidiary-that-operated-jade-mine-with-military.html
[73] https://www.ohchr.org/EN/HRBodies/HRC/MyanmarFFM/Pages/EconomicInterestsMyanmarMilitary.aspx
[74] https://www.irrawaddy.com/news/burma/myanmars-kbz-group-dissolves-subsidiary-that-operated-jade-mine-with-military.html
[75] https://www.irrawaddy.com/news/burma/german-food-giant-metro-ends-operations-in-myanmar.html
[76] https://www.reuters.com/world/asia-pacific/british-american-tobacco-pulls-out-army-ruled-myanmar-2021-10-12/
[77] https://www.reuters.com/business/media-telecom/telenor-sells-myanmar-operations-m1-group-105-mln-2021-07-08/
[78] https://www.bbc.com/news/business-57066915#:~:text=In%20a%20statement%20sent%20to,and%20was%20reviewing%20its%20tenancy.
[79] https://www.reuters.com/article/myanmar-politics-edf-idUSL1N2LH1T5
[80] https://www.info-birmanie.org/info-birmanie-justice-for-myanmar-reporters-sans-frontieres-et-sherpa-saluent-le-retrait-de-voltalia-apres-un-an-de-discussions/
[81] https://www.wsj.com/articles/for-foreign-businesses-in-myanmar-coup-creates-unworkable-situation-11616324404
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[83] https://www.aljazeera.com/economy/2021/12/8/meta-to-ban-myanmar-military-owned-firms-from-its-platforms
[84] https://www.cityam.com/saturday-read-investors-are-fleeing-myanmar-as-coup-grows-more-deadly/
[85] https://www.myanmar-now.org/en/news/joint-venture-partner-urges-court-to-take-action-in-case-against-mehl ; https://newsviews.thuraswiss.com/singapore-firm-taking-myanmar-military-conglomerate-to-court/
[86] https://www.ajudaily.com/view/20181106160627978
[87] https://www.globaldata.com/company-profile/posco/
[88] https://www.nsenergybusiness.com/projects/shwe-gas-project/
[89] https://www.myanmar-now.org/en/news/posco-continues-development-of-shwe-gas-project
[90] https://newsroom.posco.com/en/yangon-myanmar-gets-new-landmark/
[91] https://www.justiceformyanmar.org/press-releases/joint-press-release-response-to-posco-from-justice-for-myanmar-and-korean-civil-society-in-support-of-democracy-in-myanmar
[92] https://www.reuters.com/business/energy/posco-international-reviewing-dividend-payments-myanmar-gas-project-2021-05-28/
[93] https://www.econotimes.com/POSCO-to-Terminate-Business-Tie-Up-with-Firm-Backed-by-Myanmar-Military-1606760
[94] https://www.myanmar-now.org/en/news/posco-continues-development-of-shwe-gas-project
[95] https://www.myanmar-now.org/en/news/enough-is-enough-activists-file-complaints-against-south-korean-companies-funding-myanmar
[96] https://ilmanifesto.it/armi-al-myanmar-litalia-fa-triangolo/
[97] https://www.irrawaddy.com/news/burma/new-crony-brokers-israeli-aircraft-parts-for-myanmar-air-force.html
[98] https://icsin.org/blogs/2021/09/08/seven-months-post-coup-decoding-chinas-myanmar-policy/
[99] https://www.orfonline.org/expert-speak/understanding-the-relations-between-myanmar-and-china/
[100] https://www.orfonline.org/expert-speak/understanding-the-relations-between-myanmar-and-china/
[101] https://www.rfa.org/english/news/china/supplying-02182021091648.html
[102] https://www.irrawaddy.com/news/burma/myanmar-china-sign-dozens-deals-bri-projects-cooperation-xis-visit.html
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[104] https://www.business-humanrights.org/en/latest-news/myanmar-cso-report-reveals-chinese-state-owned-mining-companies-partnership-with-myanmar-economic-holding-limited-mehl/
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[106] https://www.usip.org/sites/default/files/2018-09/ssg-report-chinas-role-in-myanmars-internal-conflicts.pdf “China’s Role in Myanmar’s Internal Conflicts” – United State Insitute of Peace – 2018 – page 12
[107] https://www.navyrecognition.com/index.php/naval-news/naval-news-archive/2021/december/11171-myanmar-commissions-the-ums-minye-kyaw-htin-chinese-made-type-035-submarine.html
[108] https://www.limesonline.com/cina-myanmar-birmania-sottomarino-vie-della-seta-bri/126390
[109] https://www.rfa.org/english/news/china/supplying-02182021091648.html ; https://www.orfonline.org/expert-speak/growing-chinese-investments-in-myanmar-post-coup/ ; https://www.business-humanrights.org/en/latest-news/myanmar-cso-report-reveals-how-myanmar-economic-holding-limited-mehl-profits-from-partnership-with-chinese-state-owned-mining-companies-companies-did-not-respond/ ; https://www.gnlm.com.mm/sezs-are-important-to-seek-employment-opportunities-and-techniques-and-secure-economic-development-of-the-country-similar-to-that-of-neighbouring-and-other-countries-vice-senior-general/?__cf_chl_jschl_tk__=pmd_kD9Wpi8rIoBaDld0eDa9Sob9ehBkjpAQf_7_XGTy8Bc-1630224284-0-gqNtZGzNAtCjcnBszQXl
[110] https://www.amistades.info/post/il-myanmar-dei-militari-visto-dalla-cina-un-pericolo-o-un-alleato
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[112] https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/06/19/myanmar-assemblea-generale-onu-approva-embargo-sulle-armi/
[113] https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/06/23/myanmar-lesercito-si-fortifica-grazie-alla-fornitura-armi-russe/
[114] https://www.interfax.ru/world/773409
[115] https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/06/23/myanmar-lesercito-si-fortifica-grazie-alla-fornitura-armi-russe/
[116] https://www.irrawaddy.com/specials/myanmar-and-russias-close-post-coup-relationship.html
[117] https://asia.nikkei.com/Spotlight/Myanmar-Crisis/Japan-slow-to-join-global-chorus-denouncing-Myanmar-coup
[118] https://www.hrw.org/news/2021/12/02/japan-plays-diplomatic-double-game-rights-myanmar
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[122] https://www.japantimes.co.jp/news/2022/01/10/business/myanmar-japan-business-outlook/
[123] https://time.com/battling-for-blood-jade/
[124][124] https://kdng.org/2017/05/15/myanmars-kachin-state-holds-the-richest-jade-mines-in-the-world/
[125] https://pulitzercenter.org/stories/myanmars-largest-jade-mining-town-semi-precious-stone-prized-chinese-costs-more-money
[126] https://www.dailysabah.com/world/asia-pacific/myanmar-junta-has-full-control-of-jade-profits-as-fighting-rages
[127] https://www.globalwitness.org/en/campaigns/natural-resource-governance/conflict-rubies-how-luxury-jewellers-risk-funding-military-abuses-myanmar/
[128] https://www.rfa.org/english/news/myanmar/jade-07012021152039.html
[129] https://www.rfa.org/english/news/myanmar/jade-07012021152039.html
[130] https://crisis24.garda.com/alerts/2022/02/myanmar-additional-fighting-between-military-and-armed-groups-likely-in-kachin-state-following-clashes-in-early-february
[131] https://time.com/battling-for-blood-jade/
[132] https://time.com/battling-for-blood-jade/
[133] https://hindustannewshub.com/world-news/myanmar-landslide-over-70-people-missing-in-a-landslide-in-a-mine-in-myanmar/
[134] https://www.globalwitness.org/en/campaigns/natural-resource-governance/conflict-rubies-how-luxury-jewellers-risk-funding-military-abuses-myanmar/
[135] https://www.globalwitness.org/en/campaigns/natural-resource-governance/conflict-rubies-how-luxury-jewellers-risk-funding-military-abuses-myanmar/
[136] https://www.globalwitness.org/en/campaigns/natural-resource-governance/conflict-rubies-how-luxury-jewellers-risk-funding-military-abuses-myanmar/
[137] https://www.globalwitness.org/en/campaigns/natural-resource-governance/conflict-rubies-how-luxury-jewellers-risk-funding-military-abuses-myanmar/
[138] https://www.voanews.com/a/relief-group-says-2-members-killed-in-myanmar-violence-/6372917.html
[139] https://www.irrawaddy.com/news/burma/whos-myanmars-national-unity-government.html
[140] https://www.dw.com/en/myanmar-junta-designates-shadow-government-as-terrorist-group/a-57473057
[141] https://www.myanmar-now.org/en/news/nug-stepping-up-efforts-to-supply-guerrilla-fighters-with-weapons-says-defence-official
[142] https://www.diis.dk/en/research/defecting-soldiers-are-a-significant-symbolic-blow-to-myanmars-military-rule
[143] https://www.myanmar-now.org/en/news/nug-stepping-up-efforts-to-supply-guerrilla-fighters-with-weapons-says-defence-official
[144] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/myanmar-un-anno-dopo-cala-il-buio-sale-la-tensione-33045
[145] https://www.myanmar-now.org/en/news/ive-never-seen-such-solidarity-we-expect-the-revolution-to-succeed-this-year-nug-prime-minister
[146] https://www.irrawaddy.com/news/burma/myanmar-junta-arming-training-civilians-as-losses-defections-mount.html
[147] https://www.aljazeera.com/news/2022/2/4/myanmars-aung-san-suu-kyi-faces-eleventh-corruption-charge ; https://www.aljazeera.com/news/2022/1/8/fleeing-violence-in-myanmar-thousands-camp-along-thai-border-river
[148] https://www.aljazeera.com/news/2022/2/4/myanmars-aung-san-suu-kyi-faces-eleventh-corruption-charge
[149] https://www.aljazeera.com/news/2022/1/10/aung-san-suu-kyi-found-guilty-over-walkie-talkie-charges-reports
[150] https://www.voanews.com/a/new-corruption-charges-against-myanmar-s-aung-san-suu-kyi/6398145.html
[151] https://www.voanews.com/a/new-corruption-charges-against-myanmar-s-aung-san-suu-kyi/6398145.html
[152] https://www.japantimes.co.jp/news/2022/02/01/asia-pacific/politics-diplomacy-asia-pacific/year-after-myanmar-coup-sanctions/

TAG: Aung San Suu Kyi, dittatura, geopolitica, Myanmar, Tatmadaw
CAT: Asia, Geopolitica

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