Banco Bpm approva il bilancio. Risiko bancario solo dopo il recupero in Borsa

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6 Aprile 2019

L’assemblea del Banco Bpm ha approvato oggi il bilancio 2018, autorizzando anche le politiche di remunerazione e incentivazione rivolte al personale del gruppo. Il bilancio, le cui risultanze erano state già rese note lo scorso 6 febbraio, evidenzia  proventi operativi per 4,773 miliardi di euro, costi per 2,79 miliardi e un risultato della gestione operativa di 1,9 miliardi. Dopo rettifiche nette per quasi 2 miliardi, l’esercizio si è chiuso con un risultato netto negativo di 59 milioni,  dati che incorporano l’effetto dell’operazione di pulizia e derisking portata avanti dalla fusione fra il Banco Popolare e la Banca Popolare di Milano. Nel 2018, infatti, il gruppo guidato dall’amministratore Giuseppe Castagna ha ridotto l’ammontare dei crediti non performing di 13,6 miliardi, con un decremento complessivo dalla fusione di 18,2 miliardi, oltre il doppio di quanto previsto dal piano strategico. Escludendo le componenti economiche non ricorrenti – fra cui plusvalenze sulla cessione di mandati di gestione ad Anima Sgr e la cessione delle società di bancassicurazione a Cattolica e componenti negative quali rettifiche su crediti e gli oneri di sistema per le crisi bancarie – il risultato netto “normalizzato” è positivo e pari a 342,8 milioni.

Castagna si è mostrato positivo sul 2019, che prevede di chiudere con un «ragguardevole utile che possa accontentare i nostri azionisti», anche se sarà inferiore al miliardo di euro previsto dal piano industriale. Il manager ha poi respinto le suggestioni di una ipotetica fusione con Banca Monte dei Paschi di Siena: «Oggettivamente guardiamo a banche che sono più vicine ai nostri territori di elezione», ma ha rinviato qualsiasi discorso su future fusioni e acquisizioni a un preventivo recupero di valore del titolo in Borsa. «Se questo succederà a fine anno, l’anno prossimo o nel 2021 non lo so dire, perché abbiamo visto che molte delle conseguenze sul prezzo dei titoli dipendono dalla situazione geopolitica».

Infine, Castagna ha fornito una aggiornamento sulla vicenda dei diamanti, che fin qui è costata la sospensione dal servizio di tre manager del gruppo, fra cui il direttore generale  Maurizio Faroni. Nel corso del 2019, ha detto il banchiere, i reclami relativi alla vendita di diamanti alla clientela «sono aumentati ma anche le transazioni sono diventate oltre 3 mila a marzo e stiamo continuando con grande lena ad effettuare questo tipo di attività con la nostra clientela». Su questa vicenda nel bilancio approvato oggi la banca ha fatto accantonamenti per 318 milioni ( a fronte di 13.300 reclami per un totale di 430 milioni). «Vogliamo continuare in un lavoro di riconquista della nostra clientela che possa essere stata impattata da una vicenda così dolorosa», ha concluso Castagna.

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CAT: Banche e Assicurazioni

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