Teatro e danza, uno Scenario per gli emergenti
Teatro e danza, largo ai giovani. Due appuntamenti con le star che verranno a Bologna con Scenario, il popolare Premio e il festival e “La scena delle donne” festival e premio rivolto essenzialmente al femminile che si svolge qualche giorno dopo in Friuli. Due iniziative di segno differente che hanno il merito di porre l’accento sul problema del ricambio generazionale. Un tema questo purtroppo se non dimenticato di sicuro sottovalutato. La conseguenza è spesso che giovani o aspiranti teatranti hanno enormi difficoltà nel trovare non solo i mezzi economici, ma anche uno spazio fisico dove poter provare, una incredibile assenza _ soprattutto in Italia _ di iniziative nel mondo della scuola rivolta alla formazione e allo studio sui temi e argomenti legati al mondo della scena: dalla storia del teatro e della danza, alle nozioni di macchineria e lumino tecnica. Fortunatamente esistono manifestazioni importanti e di pregio soprattutto come Scenario quasi un’oasi nel deserto. E che dal 27 al 31 agosto danno vita alla Manifattura delle Arti di Bologna alla quarta edizione della rassegna progettata dall’associazione Scenario in tandem con DamsLab, Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e Dams50, la rassegna di eventi dedicata al mezzo secolo di vita del Dams. In programma la finale del Premio Scenario, spettacoli, film e laboratori incentrati sul tema del rapporto tra generazioni. Nello specifico i progetti finalisti del Premio saranno mostrati accanto agli spettacoli di artisti emersi dalle scorse edizioni: un dialogo ideale sul quale Scenario fonda il suo stesso progetto. Un risultato per niente scontato dopo la parentesi durissima della pandemia che ha cambiato molti degli itinerari previsti.
“La pandemia _ racconta a questo proposito Cristina Valenti, presidente e direttrice artistica di Scenario _ ha imposto diversi cambiamenti e rimodulazioni del percorso di Scenario, ma siamo riusciti a salvare il premio senza rinunciare ai contenuti per noi fondamentali. Un esempio: la fase istruttoria, ossia i primi incontri con tutti i candidati (173 quest’anno) l’abbiamo fatta online, ma non abbiamo rinunciato alla visione dei classici “cinque minuti” performativi, che le compagnie hanno presentato in video alle 10 commissioni distribuite sul territorio nazionale. Poi le tappe di selezione sono slittate da marzo/aprile a maggio/giugno, ma grazie ai meravigliosi soci di Scenario (quest’anno La Piccionaia di Vicenza e Teatro Kismet di Bari), siamo riusciti a incontrare i quaranta progetti semifinalisti in forma pubblica, coinvolgendo l’osservatorio critico e i pubblici dei rispettivi territori… E adesso possiamo dire che l’auspicio sotteso all’immagine guida delle tre sedie vuote, che ha accompagnato il percorso del premio, si sta realizzando. Le sedie le stiamo riempiendo, senza dimenticare il monito contenuto in quella stessa immagine: a non dimenticare. Sono dieci le giovani compagnie finaliste di questa edizione. Ed effettivamente è possibile individuare punti in comune, sui quali abbiamo ragionato già durante le semifinali. Un diffuso senso di spaesamento in primo luogo, e una serie di interrogativi rivolti a tutto ciò che non è più possibile dare per scontato, a partire dal teatro, dal suo linguaggio e dalle sue convenzioni. La messa in discussione della finzione per recuperare una dimensione di confronto vero, oltre la quarta parete, ad esempio, oppure il ricorso alle dimensioni originarie e rifondative del rito e del gioco. Infine, la necessità di confrontarsi con grandi temi, si tratti di argomenti storici o di episodi “rimossi” dalla storia. E di mettere al centro le marginalità, gli “scarti”, gli esclusi dai modelli socio-economici imperanti”.
Scenario è d’altra parte una delle rarissime situazioni che in Italia punta a mettere in risalto e dare valore alle nuove energie e ai talenti emergenti della scena teatrale. Un fatto che da solo ne giustifica la longeva popolarità e il successo.
“Il punto di forza di Scenario credo continui a essere la sua formula paradossalmente anacronistica. In tempi di concorrenza sempre più spietata, anche in ambito teatrale, dove la scarsità delle risorse riduce drasticamente la possibilità non solo del ricambio generazionale, ma anche dei nuovi accessi al riconoscimento pubblico, Scenario scommette sui giovani _ afferma Valenti _ li va a scovare e li accompagna in un percorso verso la visibilità, in molti casi verso il successo. E lo fa attraverso una rete di soci che appartiene al teatro affermato. Scherzando, diciamo spesso che Scenario è l’unica realtà nel mondo delle imprese che lavora a formare la propria concorrenza! Ma non è uno scherzo: il confronto fra generazioni, scevro da atteggiamenti opportunistici (da talent scout, per intenderci) è il cuore di un lavoro che è anche una passione per i trentacinque soci di Scenario che investono risorse personali ed economiche per mantenere in vita il premio. Il segreto della longevità di Scenario è questo. E il segreto del suo successo poggia sulle stesse ragioni: la lunga storia del premio (nato nel 1987) ha prodotto risultati importanti e oggettivi. Scenario ha contribuito a rivelare i principali protagonisti della nuova scena contemporanea. Il loro successo è quello di Scenario… che da questo punto di vista vive di luce riflessa!”
Talenti emergenti che dovrebbero essere aiutati e tutelati dal nostro sistema teatrale (un sistema che purtroppo fa acqua da molte parti).
“Scenario fa la sua parte _ afferma la responsabile di Scenario _Un lavoro di monitoraggio, accompagnamento, sostegno svolto per molti aspetti nella latitanza di analoghe funzioni istituzionali. Ma è come se mancasse la possibilità del passaggio di testimone successivo. Chi raccoglie il testimone di Scenario? Le finali del premio “consegnano” al mondo teatrale risultati oggettivi, come dicevo. Magari acerbi, fragili, ma proprio per questo da continuare a coltivare come germogli delicati e preziosi, perché custodi di nuove risorse, invenzioni, rivelazioni di teatri possibili. Chi continua questo lavoro? Chi lo raccoglie? Chi contribuisce a evitare che vada sprecato? Se qualcuno lo fa, come certamente avviene, non è perché ciò sia “previsto” dal sistema teatrale. L’aiuto e la tutela rischiano di appartenere all’imprevisto (nel senso letterale del termine) così come Scenario è imprevisto!”.
Inevitabile pensare al futuro..
“È appena uscito il bando del Premio Scenario infanzia 2022 _ annuncia Valenti _ dedicato ai “nuovi linguaggi per nuovi spettatori” ossia a progetti teatrali inediti rivolti all’infanzia e all’adolescenza. Il percorso di Scenario va avanti! Non è facile però immaginare novità sostanziali nel percorso del premio, che è già comunque molto impegnativo, articolato e innervato nel territorio nazionale, senza l’aiuto di nuove risorse economiche. Si apre un nuovo triennio sul piano dei bandi pubblici (per quanto riguarda Scenario parliamo del Mic e della Legge 13 della Regione Emilia-Romagna che sostiene in particolare il Festival) e ci auguriamo che il progetto di Scenario continui a essere riconosciuto e magari ulteriormente valorizzato. E ci auguriamo anche di poter confermare le collaborazioni con le residenze, che negli ultimi anni hanno dato importanti risultati proprio nella fase più delicata del completamento dei progetti emersi dal premio. Anche in questo caso si tratta di bandi che speriamo di vedere riconfermati e che riguardano in particolare il Progetto Residenze per Artisti nei Territori, siglato per il triennio in scadenza dall’intesa fra Governo, Regioni e Province Autonome e del Centro di Residenza Emilia-Romagna. Infine, abbiamo in cantiere un importante accordo di collaborazione che potrebbe colmare proprio il passaggio di testimone mancante al quale mi riferivo… Ma lo renderemo pubblico non appena sarà giunto a definizione”.
In apertura di manifestazione Scenario ricorderà la figura di Matteo Latino, scomparso nel 2015 e che dieci anni fa vinse il premio. “Scenario per Matteo Latino. Parole, immagini, ricordi a dieci anni da “Infactory” (all’Auditorium Dams Lab) è il ricordo a cui parteciperà in particolare Cristiana Minasi che in quello stesso anno, 2011, ottenne il premio Scenario per Ustica. Promosso e sostenuto dai trentacinque soci dell’Associazione Scenario il premio si rivolge ai giovani sotto i 35 anni con lo scopo di “incentivare nuove idee, progetti e visioni di teatro per la ricerca e l’inclusione sociale”. Questi i progetti finalisti: “Biancaneve e i sette nazi” di FanniBanni’s (Modena), “Tonno e Carciofini- Una storia di wrestling” di Impegnöso/Röhl/Sësti (Foligno), “Le Etiopiche” di Mattia Cason (Belluno), “Materiali per la morte della zia” di Brìbude Teatro (Varese), “Still Alive” di Caterina Marino (Roma), “Surrealismo capitalista” di Baladam B-side (Modena).
I finalisti invece del Premio Scenario Periferie sono: “ Boiler Room-Generazione Y” di Ksenija Martinovic (Udine), “Il Canto del Bidone” di Generazione Eskere (La Spezia), “Soggetti fragili” di Andrea Lucchetta (Napoli), “Topi”di Usine Baug (Bresso, Milano). I progetti saranno valutati da una giuria formata da Carlo Mangolini, Fabio Biondi, Cristiana Minasi e dai soci dell’Associazione Scenario a partire dal presidente e direttrice artistica Cristina Valenti e Stefano Cipiciano, vicepresidente. Al termine verranno assegnati due premi di 8mila euro ai vincitori di Premio Scenario e Premio Scenario Periferie, due segnalazioni con mille euro. I quattro progetti vincitori costituiranno la Generazione Scenario 2021. Il 29 agosto dopo la premiazione al Giardino del Cavaticcio verranno replicati gli spettacoli vincitori. Il festival invece sarà aperto il 27 dai Babilonia Teatri vincitori di Scenario 2007 con “Calcinculo” di Enrico Castellani e Valeria Raimondi. Il giorno dopo sarà la volta del danzatore e coreografo Roberto D’Agostin con il suo “Avalanche”. Lo spettacolo è inserito in una personale dedicata dal 21 al 26 settembre proprio a D’Agostin. Domenica 29 sarà la volta di Cristiana Minasi vincitrice del premio scenario 2011ad accogliere pubblico e artisti con un”Talk” dichiarazione poetica per i giovani artisti che concludono il percorso del Premio. Il 30 agosto va in scena “Il colloquio” di Lunazione spettacolo vincitore del 2019, regia di Eduardo Di Pietro con Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino. Chiude il 31 agosto Caroline Baglioni e Michelangelo Bellani vincitori del Premio Scenario per Ustica edizione 2015 con “Gianni” che presenteranno “Mio padre non è ancora nato” (tutti gli spettacoli iniziano alle 21,30). Dal 27 al 29 agosto si terrà il Tavolo Critico sul Premio scenario, Cantiere di lavoro coordinato da Stefano Casi e curato da Raffaella Ilari. Partecipano: Angela Albanese, Claudia Cannella, Filippo Milani e Silvia Napoli.
“La scena delle donne” è invece il festival internazionale diretto da Bruna Braidotti che si tiene in Friuli, in diverse località dal 3 al 13 settembre. Organizzato dalla Compagnia di Arti e Mestieri si svolgerà nei comuni di Pordenone, San Giorgio della Richinvelda, Prata di Pordenone, Cordovado e Porcia. Al festival è annesso il concorso “La giovane scena delle donne” che stavolta presenta sei spettacoli su settanta selezionati dalla giuria composta da Alina Narciso, Marcella Serli, Laura Caparotti e Valentina Rapetti che assieme a cinque spettatrici deiderà lo spettacolo vincitore.
Si parte il 3 a Villa Dolfin a Porcia con Arianna Addonizio e Bruna Braidotti autrici di un omaggio a Dante Alighieri in “La stanza delle anime/le donne della Divina Commedia”. Dal 5 al 7 si tiene invece la vetrina delle opere vincitrici nell’edizione pre pandemia del 2019. Il 5 al Castello di Torre di Pordenone si presenta “Principesse e sfumature” di e con Chiara Becchimanzi, diario di una psicoterapia tragicomica. Il 6 all’ex Convento di San Francesco a Pordenone Gloria Giacopini interpreta un monologo scritto con Giulietta Vacis, “Signorina, lei è un maschio o una femmina?”. Il 7 settembre all’Auditorium Concordia di Pordenone Richard Martinez, Davide La Fauci e Caroline Montes presentano “Bar Moments”.
Dal 9 al 12 settembre il festival si intreccia con il concorso preceduta al teatro Capitol da una conferenza di Bruna Braidotti su “Donne e teatro: una storia di esclusione”. Stessa location per “Welcome to Commoplace” , spettacolo in concorso della compagnia BQB, Stessa giornata al teatro Pileo (sempre a Pordenone) va in scena “Oblio” di Cristel Checca di Cerbero Teatro. Il 10 due spettacoli in concorso. All’Auditoriun Tondat di Cordovado va in scena “Emancip(h)ate” scritto e diretto da Virginia Risso, prodotto da Teatro al Femminile e “Corpi al vento_ Arianna, Freda, Pasifae: le donne di creta” di e con Ilaria Gelmi e Antonella Ruggero, mitologia classica rivisitata in chiave femminile. Sabato 11 al teatro Don Bosco a San Giorgio della Richinvelda si presenta “Erbario di famiglia” di e con Elisa Occhini, con al centro le storie di quattro donne e “Annie” di e con Marialice Tagliavini, racconto di una storia vera, quella di Annie Cohen Kopchovsky che a 23 anni nel 1894 fece il giro del mondo in bicicletta.
Il 12 all’ex Convento San Francesco di Pordenone la cerimonia di assegnazione del Premio del concorso “La giovane scena delle donne” e la premiazione dle testoi segnalato al concorso La Escritura de la Diferencia, premio internazionale conseguito per l’Italia da Verdiana Vono per “Brucia il mito”. Seguirà l’incontro nazionale delle operatrici teatrali du genere nelle arti performative. Interverranno: Brunella Fusco, Consuelo Barilari, Iole Cilento, Laura Caparotti, Laura Sicignano, Lella Costa, Serena Sinigaglia, Letizia Compatangelo, Loredana Perissinotto, Lucia Rojas Maldonado, Mimma Gallina, Natasha Czertok, Patrizia Monaco, Sabrina Morena, Silvia Priori e Susanna Camusso. Chiusura dell’intera manifestazione la sera all’Auditorium Concordia di Pordenone con l’attrice Lella Costa diretta da Gabriele Vacis in un monologo sui personaggi femminili della Divina Commedia in “Intelletto d’Amore-Dante e le donne”.
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