Il Mega Factor per far ripartire le filiere con i pagamenti al collasso

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28 Marzo 2020

L’emergenza Covid-19 è nel pieno del suo sviluppo ma come segnalato da più fonti si iniziano ad intravedere segnali positivi.

Alcuni modelli prevedono un picco dei casi da oggi a qualche settimana con una successiva decrescita degli infetti attivi. Auguriamoci che questo sia vero, perseveriamo nel distanziamento sociale con la speranza di uscirne il prima possibile.

E’ allo stesso tempo essenziale pensare a cosa ci troveremo di fronte quando arriverà quel momento.

Ebbene è molto probabile che il quadro generale non sarà piacevole:

  • Le imprese avranno accumulato numerosi insoluti (mancati pagamenti) da parte dei clienti finali. Basti pensare alle semplici difficoltà attuali anche di recarsi alla posta per pagare i bollettini postali per i consumi di elettricità o gas o acqua;
  • I settori retail costretti alla chiusura per primi (es. ristorazione, attività commerciali, turismo) saranno reduci da due mesi almeno di mancati incassi e pertanto avranno accumulato a loro volta pesanti insoluti verso i propri fornitori: fornitori di prodotti alimentari, manutentori dei punti vendita, aziende di arredo, fornitori di energia;
  • I settori non essenziali successivamente fermati avranno perso commesse, non onorato consegne e ancora una volta si troveranno a dover fare i conti con mancati incassi e debiti verso i propri fornitori;
  • Il settore pubblico avrà accumulato un ampio deficit a causa di imposte non versate: oltre alle facoltà previste dal “Cura Italia” per le piccole imprese è lecito attendersi che gran parte dei contribuenti abbia fatto ricorso alle flessibilità concesse a vario titolo dal ravvedimento operoso o simili;
  • Il settore finanziario avrà accumulato ritardi negli incassi delle rate di mutui e finanziamenti e probabilmente avrà dovuto fronteggiare numerose richieste di escussione di fidejussioni (rilasciate per garantire i pagamenti lungo le filiere);
  • Il rating di molte attività d’impresa sarà inevitabilmente peggiorato, con il rischio di vedere aggravata la possibilità di accedere al credito bancario.

Il settore dell’energia è un esempio lampante di questa situazione. Gli annunci del Governo fin dalle prime settimane di crisi di una sospensione delle bollette (non realizzata sinora se non per gli 11 comuni della prima zona rossa tra Veneto e Lombardia) hanno generato negli utenti finali la corsa a contattare i propri fornitori di energia per non pagare. Questo evidentemente mette in ginocchio il settore, con i venditori di energia che sono costretti invece a pagare la quasi interezza della bolletta (il 95% circa) allo stesso Stato (per accise, imposte, canone RAI) o a sue partecipate (es. Enel, Terna, GME, Snam, etc…).

Questo semplice esempio dimostra che si è dimenticato un concetto molto semplice ovvero che esistono le filiere. Se si interrompe l’incasso a valle (i clienti non pagano) è inevitabile che non si possa far fronte ai pagamenti a monte (verso i fornitori). Nell’energia la situazione è ancora più paradossale. La nostra azienda, solo per fare un esempio, fornisce l’utenza comunale (utenza pubblica) di uno dei comuni della prima zona rossa. Dunque un comune non ci paga l’elettricità e noi (azienda privata) dobbiamo versare il 95% circa di tale importo a GME, Enel, Terna e allo Stato per le imposte. Se non è miopia questa? Ci auguriamo che si ponga al più presto rimedio ad un’assurdità di questo tipo… ma non focalizziamoci sul settore dell’energia.

Se ci pensiamo una filiera è un insieme di rapporti di dare-avere. Un fornitore di energia deve incassare 100 dai clienti e poi deve versare 40 al GME, 30 ai distributori, 10 a Terna, 15 allo Stato. A loro volta il GME dovrà versare i 40 che ha incassato a produttori di energia e i distributori dovranno versare metà di quei 30 incassati ai destinatari di incentivi per le fonti rinnovabili (oneri generali di sistema).

Allo stesso modo nel settore del turismo gli hotel hanno tipicamente pagamenti mensili pari a un tot verso le aziende di facility management (le quali dovranno remunerare imprese di pulizia e imprese di manutenzione), un tot verso i fornitori di arredo, un tot verso fornitori di prodotti alimentari, etc…

Per il pagamento dei dipendenti esiste come strumento di protezione la cassa integrazione, occorre ora mettere in sicurezza il sistema dei pagamenti da clienti a imprese e da imprese a imprese.

La filiera genera rapporti di dare-avere, le imprese devono incassare dai propri clienti e pagare i propri fornitori. Dunque è possibile sostenere che il debito accumulato da un certa impresa è dato dalla differenza tra debiti e crediti.

Come si potrebbe fare ad aiutare imprese e clienti finali in un contesto difficile come questo?

Si potrebbe pensare di ricorrere ad un “Mega Factor” ovvero una o più società finanziarie che acquistano tutti i crediti di una filiera e rateizzano gli importi su un orizzonte temporale di 36/48 mesi. I debitori dovrebbero restituire solo la loro esposizione netta (la differenza tra i debiti e i crediti generati nel periodo di crisi).

Ad esempio, il Mega Factor del settore dell’energia acquisterebbe i crediti dei fornitori verso i clienti finali e potrebbe rateizzare ai clienti finali stessi l’importo delle bollette non pagate su 36/48 mesi.

I fornitori di energia dovrebbero invece restituire al Mega Factor la differenza tra i crediti verso i clienti e i debiti accumulati lungo la filiera. Ad es. ho 100 di crediti verso i clienti e 120 di debiti lungo la filiera, dovrò rateizzare e restituire solo il montante netto. E così via… Il Mega Factor verserebbe ai creditori gli importi dovuti per poi recuperarli rateizzati dai debitori.

Ovviamente il Mega Factor guadagnerebbe commissioni commisurate al rischio credito ma una garanzia pubblica di qualche tipo potrebbe rendere le commissioni non troppo elevate.

L’alternativa è che ciascuna impresa si organizzi autonomamente con i propri istituti creditizi per finanziare la mancanza di liquidità. Lasciare tuttavia alla trattativa privata l’uscita dalla crisi renderebbe tutto molto più faticoso e aleatorio in un contesto di diffuso peggioramento dei rating. Il Mega Factor minimizzerebbe i rischi anche grazie alla multitudine di controparti affidate.

L’alternativa di finanziare tutte le morosità fatte registrare dalle imprese tramite sostegno dello Stato (ovvero ricorso al deficit o al debito pubblico) è evidentemente impraticabile visto il livello di indebitamento che siamo riusciti ad accumulare negli ultimi anni grazie ad un susseguirsi di scelte insostenibili.

Quali sono i corollari di questa soluzione?

  • Evitare morosità diffusa non necessaria. Dovrebbe essere consentito di sospendere i pagamenti solo a chi è realmente in difficoltà. Nessun comportamento opportunistico può essere concesso a pena di conseguenze penali. Come autodichiariamo di dover fare la spesa bisognerà autodichiarare e successivamente dimostrare (con conseguenze penali) che si versa in situazione di difficoltà o necessità legata al Covid-19;
  • Consentire da subito solo a chi non incassa dai propri clienti (dimostrandolo) di sospendere i pagamenti lungo la filiera;
  • Sospendere immediatamente l’escussione delle garanzie bancarie o assicurative o parent company e i giudizi di rating. Queste ultime rischiano di far collassare i sistemi di pagamento e mettere in ginocchio tante imprese;
  • Potenziare le flessibilità esistenti nel pagamento delle imposte, accise e oneri para-fiscali.

Forse una situazione del genere può funzionare. In tal caso bisognerebbe fin da subito avviare i lavori per selezionare i Mega Factor, tendenzialmente i principali istituti finanziari del Paese.

#iorestoacasa #insiemecelafaremo #Covid19

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TAG: #cosafalapolitica, COVID-19, Decreto covid, Energia, politica economica
CAT: commercio, energia

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