Spunti per il “Piano Mattei” dopo la tavola rotonda sull’Algeria

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15 Novembre 2022

Lunedì 14 novembre 2022, presso la Maison des Associations, si è tenuta una tavola rotonda sull’Esame periodico universale (UPR) dell’Algeria, a margine della 41a sessione dell’UPR presso il Consiglio dei diritti umani. Al termine di questo appuntamento, quindici ONG hanno rilasciato una dichiarazione congiunta basata sulla richiesta di sei punti precisi: al rispetto dei diritti umani libertà di espressione, opinione, associazione, riunione pacifica e religione, la liberazione dei 250 prigionieri per terrorismo ma legati a reati di opinione, interrompere la pratica di espulsione sistematica dei migranti, sollecitare il governo algerino a porre fine alla pratica di espellere sistematicamente i migranti abbandonandoli nel deserto, invitare l’Algeria,, a rispettare la sua Consiglio, a rispettare i propri obblighi internazionali, invitare l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) a garantire il rispetto dei diritti civili , chiedere all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) di far rispettare del carattere civile dei campi di Tindouf e di effettuare un censimento della popolazione, pemettere all’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) l’istituzione di programmi di riabilitazione per i bambini soldato nei campi di Tindouf ed, infine, di beneficiare di misure specifiche di protezione contro lo sfrattumamento dei bambini soldato da parte di gruppi terroristici gruppi che operano nella regione del Sahel e del Sahara.

Putroppo le risposte a questa dichiarazione, proveniente dalla delegazione algerina, non sono molto convincenti. Non solo nella risposta avuta non si è fatto cenno alla questione dei migrati ma sugli altri punti le risposte sono state evasive e non soddisfacenti.

Tutte queste sollecitazioni, fatte al Governo algerino, meritano interesse. Ad esempio, mentre l’Italia sta cercando di trovare una soluzione alla crisi migratoria proveniente da alcune Nazioni del Nord Africa, potremmo chiedere  di evitare le espulsioni di migranti provenienti dal centro africa e soprattuto che vi sia un trattamento umano degli stessi.

Tutto questo ci porta a delle conclusioni chiare. Il Governo italiano intende varare un “piano Mattei” con le Nazioni del Nord Africa ma questo piano dovrebbe porre dei punti chiari. Ovvero, le nazioni che aderiranno dovranno dimostrare nei fatti e non solo a parole il pieno rispetto dei diritti umani fondamentali. Con questo mi sento di dire , che deve essere rispettato il diritto di praticare il proprio culto liberamente, il diritto di manifestare pacificamente ed il divieto di perseguire come “terrorismo” la libera esperssione democratica. Accanto a questo bisogna che il nosto Governo pretende la scarcerazione degli eventuali dissidenti poltiici e soprattuto il pieno rispetto delle minoranze etniche e culturali.

Infatti, appare evidente che in molti Paesi la diversità culturale non è un valore. A titolo solo di esempio, possiamo citare la differenza di trattemento della cultura Tamazight iin Marocco ed in Algeria . Nel primo caso esso è considerato come lingua ufficiale e il suo studio è valorizzato nel secondo caso, quello della regione della Cabilia, viene osteggiato dalle autorità locali nonostante questa regione fosse stata l’unica e più lunga regione a cedere durante il periodo coloniale.

Insomma, il “piano Mattei” non può essere un atto applicabile senza problemi ma sottoposto a precise linee guida e fatto rispettare anche prevedendo formule di sospensione o allontanamento a quelle Nazioni che non si attengono a dei valori condivisi.

Marco Baratto

TAG: Africa, algeria, Amazigh, giorgia meloni, immigrazione, marocco, migranti
CAT: Geopolitica

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