Guinea, l’ennesimo cambiamento del gattopardo

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17 Ottobre 2021

È domenica mattina, il 5 settembre 2021, e nel quartiere di Kaloum, a Conakry, si odono numerosi colpi d’arma da fuoco: oltre 500 “berretti rossi”, che cavalcano mezzi militari partiti prima dell’alba dalla base di Forecariah per occupare il Paese, stanno assaltando il Palazzo Presidenziale di Sékhoutouréya e, dopo un conflitto a fuoco, catturano il presidente Alpha Condé[1]. La gente, per strada, applaude[2].

Le prime notizie ufficiali sono contrastanti: il Ministero della Difesa parla di un attacco respinto, ma nel tardo pomeriggio la TV di Stato dirama un video nel quale il colonnello Mamadi Doumbouya, alla guida di un sedicente Comitato Nazionale per la Riconciliazione e lo Sviluppo[3], dà personalmente la notizia della destituzione del presidente Alpha Condé[4].

Segue l’annuncio della chiusura delle frontiere e la sospensione della Costituzione e, dulcis in fundo, il proclama “Non affideremo più la politica a un uomo; lo affideremo al popolo”. Perché Alpha Condé è odiato dalla maggior parte della gente, che festeggia: del presidente non si hanno notizie per ore, poi viene diramato nei social un video nel quale compare abbattuto, semisdraiato su una poltrona, scalzo, jeans e camicia mal abbottonata, apparentemente in buona salute e circondato da soldati[5]. Finisce così un periodo di 11 anni nei quali, dopo l’ennesimo colpo di Stato, quello di Condé avrebbe dovuto essere il primo governo democratico, quello che avrebbe portato la Guinea fuori da decenni di miseria e di dolore.

Storie di ordinaria violenza

La Guinea, malgrado le sue ricchezze minerarie, è uno dei Paesi più poveri dell’Africa occidentale[6]

La Guinea, grande quanto il Regno Unito, ha una popolazione di quasi 14 milioni di persone in costante aumento[7], ed è una delle nazioni africane meno sviluppate, visto che il 55% degli abitanti vive in estrema povertà[8]. Eppure possiede grandi riserve di minerale di ferro di alta qualità, grafite, nichel e cobalto, ma anche di oro, diamanti e altre pietre preziose[9]. Soprattutto è la bauxite a fare da protagonista ed è grazie alla recente ripresa delle esportazioni di questo minerale che l’economia da almeno il 2020 è in crescita[10]: ma, come accade troppo spesso in queste latitudini, i cittadini sembrano gli ultimi a beneficiarne.

La Guinea confina con la Costa d’Avorio, la Liberia e la Sierra Leone, tutte aree che convivono con aspre guerre civili da almeno trent’anni, e nei quali il rispetto per i diritti umani rimane un lontano traguardo[11] e la criminalità[12], la corruzione[13], la tratta di esseri umani[14] e i traffici di droga[15] hanno indici tra i peggiori del pianeta. È uno degli Stati africani figli del colonialismo francese, che la conquista nel 1898 dopo una battaglia contro Samory Turé, imperatore dello stato di Wassoulou[16]. Una lunga trattativa francese con il Regno Unito che controlla la Sierra Leone, il Portogallo che possiede la Guinea-Bissau e la Liberia, porta alla definizione degli attuali confini disegnati ignorando, come sempre, le comunità locali[17].

A seguito del crollo della Quarta Repubblica Francese, il presidente Charles de Gaulle offre alle colonie di scegliere tra l’aderire ad una nuova comunità federale e l’indipendenza. La Guinea non ha dubbi: grazie alla campagna di sensibilizzazione condotta da Ahmed Sékou Touré col Partito Democratico della Guinea (African Democratic Rally), l’offerta di de Gaulle viene respinta senza appello: la Guinea è l’unica colonia in Africa a non accettare la proposta ed a scegliere la completa indipendenza, autoproclamandosi nel 2 ottobre 1958 Repubblica sovrana[18].

Ahmed Sékou Touré viene eletto presidente il 15 gennaio del 1961[19] e persegue una linea economica socialista, frutto delle influenze del sindacalismo francese: eroe anticoloniale e sostenitore del “panafricanismo”, si rivela un despota ed un aguzzino, accusato della scomparsa di 50’000 persone e della fuga disperata di altre centinaia di migliaia dal paese[20]. Il fallimento economico porta il paese all’isolamento: della sua fama di liberatore, conquistata durante gli anni della decolonizzazione, non rimarrà più nulla. Il suo ultimo atto, con il paese alla bancarotta, è una conversione al capitalismo occidentale[21], ma è troppo tardi per vedere qualsiasi risultato: muore nel marzo del 1984 a Cleveland durante un intervento al cuore[22].

Una settimana dopo, con un colpo di stato, prende il potere una giunta militare guidata dal colonnello Lansana Conté[23]. I primi atti sono la sospensione della Costituzione e l’abolizione del PDG (il Parti Démocratique de Guinée, con cui governava l’ex presidente) e tutti i comitati rivoluzionari ad esso collegati, sostituendoli con il Comitato Militare per il Recupero Nazionale (Comité Militaire de Reddressement National, CMRN)[24]. Dopo sette anni di pesante dittatura militare, nel 1991 viene varata una nuova Costituzione per dare il via alla transizione verso un governo civile; nel 1992 vengono legalizzati i partiti politici e nel 1993 si tengono le prime elezioni multipartitiche della Guinea dove Conté, col 51,7% delle preferenze, viene eletto presidente[25].

Il suo progetto economico è disastroso come quello del predecessore, e Conté, non godendo del sostegno popolare, comanda con la forza e la repressione, tanto che nel 1996 deve respingere l’ammutinamento di migliaia di soldati[26]. Nonostante sia riuscito ad impedire il colpo di Stato, Conté è costretto a cambiare passo, e le nuove strategie portano a progressivi miglioramenti che gli consentono, nelle successive elezioni nel 1998, di venire rieletto: un secondo mandato caratterizzato da una stagione di clientelismo, corruzione e grave recessione economica[27].

Un commando di ribelli del Fronte Unito Rivoluzionario (RUF)[28]

L’intera area geografica sta purtroppo per esplodere: nel 2000 l’esercito ribelle del Fronte Unito Rivoluzionario (RUF), sostenuto dal presidente liberiano Charles Taylor, scatena attacchi in Guinea e nei paesi confinanti[29]. I ribelli, nelle cui fila militano guerriglieri di Sierra Leone, Burkina Faso e Liberia, noti per le loro azioni brutali, mettono a ferro e fuoco la città di Guéckédou ed altri villaggi[30]. Conté accusa liberiani e sierraleonesi residenti in Guinea di fomentare la guerra ed avvia una vasta operazione di rastrellamento, arresti, torture, stupri e processi “farsa” nei loro confronti[31]. Dalla Guinea si muove una marea di gente in fuga, stimata dall’UNHCR in centinaia di migliaia di persone[32].

Le elezioni sono alle porte: Conté, già al suo secondo mandato, non può ricandidarsi, quindi vara un referendum costituzionale (2001) per cancellare questo limite: il risultato, ritenuto frutto di brogli, gli dà ragione[33]. Nel giugno del 2002 si svolgono le elezioni legislative, originariamente previste per il 2000, e vengono vinte da Conté in un clima di boicottaggio da parte dei maggiori partiti di opposizione che denunciano forti distorsioni nel meccanismo elettorale[34].

Anche durante il suo terzo mandato il presidente Conté dà una pessima prova di sé: sempre più dispotico, foraggia la corruzione, aggrava le condizioni socio-economiche del paese ed alimenta sempre più forti contrasti con le opposizioni[35]. Sopravvissuto a un tentativo di omicidio nel gennaio 2005, nel 2007 affronta nuovi ammutinamenti dell’esercito[36], scioperi e grandi proteste che vengono represse nel sangue[37]. Ma siamo alla fine: sempre più debole e malato, muore nel dicembre del 2008[38]. Poche ore dopo, una giunta militare che si autodefinisce Consiglio Nazionale per la Democrazia e lo Sviluppo (CNDD) annuncia la presa del potere[39].

In un comunicato trasmesso alla TV nazionale il capitano Moussa Dadis Camara annuncia che il CNDD ha “deciso di porre fine all’agonia del popolo guineano” prendendo il potere e destituendo Somparé, l’incaricato presidente ad interim – la costituzione è sospesa, l’attività politica e sindacale è vietata dietro la promessa di indire elezioni democratiche entro due anni[40]. Il giorno successivo il CNDD sceglie Camara come presidente: il neonominato sfila nel centro di Conakry tra la folla esultante, mentre la comunità internazionale condanna l’ennesimo colpo di Stato e l’Unione Africana sospende l’adesione della Guinea[41].

Il massacro dello stadio di Conakry

I corpi trucidati nello stadio di Conakry il 28 settembre 2009: oltre 150 morti ed almeno 1000 feriti[42]

L’esercito che prende il potere è lo stesso che ha sostenuto il regime di Lansana Conté, ed è lo stesso coinvolto nella sanguinosissima repressione delle proteste del gennaio e febbraio 2007, quindi le cose vanno avanti come prima: il 29 settembre del 2008, infatti, si arriva al massacro dello stadio di Conakry. La mattina di quel lunedì decine di migliaia di persone marciano verso lo stadio per manifestare contro la giunta militare; verso le undici i militari sparano gas lacrimogeni contro una moltitudine pacifica, festante e gioiosa, provocando il panico ed una fuga generale; ma le uscite sono presidiate dai famigerati berretti rossi, dalle truppe antisommossa della polizia e da dozzine di irregolari che imbracciano mitra AK-47; altri assaltano con il machete, picchiano con i manganelli, strapperanno i vestiti di dosso a decine di donne stuprandole con canne di fucile, baionette, scarpe o pezzi di legno; alcuni manifestanti muoiono schiacciati dalla folla[43].

Il bilancio delle vittime, secondo il governo, è di 57 morti, ma il numero reale è tra i 150 e i 200, e ci sono oltre mille feriti[44]. Decine di corpi, secondo Human Rights Watch, vengono occultati dai berretti rossi[45]. La Comunità Internazionale risponde con un embargo dell’Unione Europea sulle armi – che verrà ampiamente violato[46] – con il divieto di visto ai leader militari della Guinea[47]; gli Stati Uniti aderiscono al provvedimento[48], seguiti dall’Unione Africana, che impone il congelamento dei conti bancari e dei visti di viaggio per chiunque sia collegato con la giunta[49].

Il 3 dicembre 2009 Camara cade vittima di una faida interna: il tenente Abubakar “Toumba” Diakite, ex capo della guardia presidenziale, spara al presidente[50] che lo accusava di essere il regista della strage nello stadio di Conakry – Camara, gravemente ferito, viene trasportato in un ospedale di Rabat, in Marocco, ed il suo posto viene occupato dal vicepresidente e ministro della difesa Sékouba Konaté[51].

Nel gennaio del 2010 Camara si mostra in pubblico, malconcio e sorretto per non cadere, in un aeroporto del Burkina Faso[52]. Il ministro degli Esteri del Burkina Faso conferma che trascorrerà la convalescenza a Ouagadougou[53], ma questa si trasforma in esilio, anche se i suoi sostenitori dicono che in quei mesi inizierà a battersi, da lontano, per una transizione democratica[54]. Il 21 gennaio 2010 la giunta militare nomina Jean-Marie Doré primo ministro fino alle elezioni democratiche che si tengono il 27 giugno, vinte al secondo turno da Alpha Condé, tra le consuete contestazioni di brogli elettorali[55].

Il primo governo democratico

Alpha Condé, primo presidente democraticamente eletto in Guinea nel 2010[56]

Classe 1938, il neo presidente nasce a Boke nella ex Guinea Francese da una famiglia del Burkina Faso; insegnante, laureato alla Facoltà di Giurisprudenza della Sorbona e all’Istituto di Scienze Politiche di Parigi[57], inizia la sua attività politica guidando nel 1963 il FEANF (Federazione degli studenti dell’Africa nera in Francia)[58]. Insieme ad altri esuli guineani, come Ibrahima Baba Kaké, Charles Diane, Ba Mamadou e Siradiou Diallo, viene condannato a morte in contumacia nel 1970 per la sua ferrea opposizione al PDG del Presidente in carica Ahmed Sékou Touré[59].

Nel 1991 torna in Guinea e milita nel Rally of Guinean People; per questo motivo è costretto a fuggire in Francia, ma torna per candidarsi alle presidenziali del 1993, dove ottiene il 19,55% dei voti, secondo dietro Lansana Conté[60]. Tra il 1994 e il 1998 è di nuovo in Francia, e torna solo per partecipare alle elezioni presidenziali del dicembre 1998, nelle quali arriva terzo con il 16,5% dei voti[61]. Perseguitato, fugge in Costa D’Avorio travestito da sacerdote, viene arrestato e accusato di sovversione, contrabbando di valuta, violenza contro la polizia e reclutamento di mercenari stranieri al fine di organizzare un colpo di Stato[62].

Dopo 16 mesi di detenzione preventiva, nell’agosto 2000 Condé viene condannato a cinque anni di carcere per sedizione[63]. Viene liberato nel settembre del 2001 dopo aver subito torture ed ottenendo una riduzione della condanna con la promessa di ritirarsi dalla scena politica[64]. Torna in Francia, dove vi rimane fino al referendum sugli emendamenti costituzionali dell’11 novembre 2001[65]. Concorrerà di nuovo alle elezioni presidenziali del 27 giugno 2010 e, nel ballottaggio del 7 novembre, ottiene la vittoria col 53% delle preferenze contro il suo avversario Cellou Dalein Diallo[66].

Nonostante si tratti del primo voto democratico dall’indipendenza del 1958, le forti tensioni interetniche portano a gravissimi disordini durante e dopo le elezioni, specie a causa della faida secolare tra i Malinke e Susu, sostenitori di Condé, e i Pehul, sostenitori di Diallo[67]. La polizia arresta 125 persone (quasi tutti Pehul) e si lascia andare a violenze barbare: un uomo muore in custodia preventiva ed altri 14 sono detenuti illegalmente in una prigione militare non autorizzata dell’isola di Kassa, tristemente nota per le torture perpetrate all’interno e chiusa per questo nel gennaio del 2010[68]. L’eccesso di violenza da parte delle forze dell’ordine[69] mettono in luce un paese allo sbando, in preda al caos. Condé rappresenta una speranza, ma la sfida per riportare il paese ed in particolar modo la questione sociale in equilibrio è certamente ardua.

L’oro rosso della Guinea

Simandou, la più grande miniera di minerali di ferro al mondo, situata nella catena montuosa di Simandou, nella Guinea sud-orientale[70]

Il settore minerario è una delle prime preoccupazioni di Alpha Condé: un comparto che da decenni produce enormi ricchezze non redistribuite, ma saldamente nelle mani delle aziende straniere e di funzionari corrotti[71]. La Guinea ha le più grandi riserve di bauxite al mondo, situate principalmente nelle regioni di Boké e Kindia della Guinée-Maritime[72]. Ha anche immensi giacimenti di ferro di alta qualità tra le montagne Simandou, Zogota e Nimba nella Guinée-Forestière e possiede ingenti riserve di oro e diamanti, in particolare nella parte nord-orientale[73].

La produzione mineraria, che rappresenta il 35% del PIL, ha numeri da capogiro: per la bauxite la Guinea è il primo produttore al mondo, con 82 milioni di tonnellate nel 2020, equivalenti al 22% della produzione mondiale[74]. Per i minerali di ferro si stima che, soltanto a Simandou, ci sia una giacenza di oltre 2 miliardi di tonnellate di minerale di alta qualità, il più grande deposito conosciuto, ma anche il meno sfruttato[75]. La produzione di oro, secondo il World Gold Council, si attesta a 56,9 tonnellate nel 2020 – settimo posto tra i paesi africani[76]. Per quanto riguarda i diamanti, le riserve stimate sono tra 30 e 40 milioni di carati accertati e 500 milioni di carati probabili, mentre il paese ha esportato 270’157 carati di diamanti nel 2018 per un valore di 20 milioni di dollari e 136’072 carati di diamanti nel 2020[77].

L’interscambio minerario con la sola Cina è stimato in 3 miliardi di dollari l’anno: la prima compagnia mineraria del paese, la SMB-Winning, è cofinanziata dai cinesi[78]. Altre compagnie presenti in Guinea sono la Chalco (Aluminium Corp of China)[79], la Top International Holding di Singapore[80] che possiede due miniere, a Boke e a Boffa, e la Compagnie des Bauxites de Guinée (CBG)[81], di cui è comproprietario il gigante statunitense dell’alluminio Alcoa[82]. Anche i russi di Rusal controllano tre importanti miniere di bauxite e una raffineria di alluminio[83]. Rusal è il terzo produttore mondiale di alluminio: il 42% dell’approvvigionamento di bauxite del colosso russo deriva esclusivamente dalle miniere guineane[84].

Un enorme business, in grado di far salire le cifre del PIL che nel 2010, quando Alpha Condé è salito al potere, era al 4,8%, raggiungendo il 5,6% nel 2012 e il 10,8 nel 2016[85]. Anche nel 2020, in piena pandemia, la crescita economica della Guinea è stata del 7%[86]. Eppure nemmeno questo paese riesce a sottrarsi alla “maledizione delle risorse”: il paradosso dove l’abbondanza di risorse naturali (minerali, petrolio e gas) convive con la povertà della popolazione, poiché i redditi del settore minerario finiscono in corruzione[87]. La Guinea dunque, nonostante le sue immense riserve minerarie ed un’enorme capacità di generazione di energia idroelettrica, vanta primati mondiali negativi in molti settori chiave come il reddito pro capite, le infrastrutture, l’istruzione o la sanità[88].

L’assenza di regolamentazione trasforma il comparto minerario in una sorta di Far West, in cui spesso truppe private delle società straniere si affrontano in campo aperto in scontri a fuoco[89], e lunghissimi processi coinvolgono i tribunali di mezzo mondo[90]. Durante i 26 anni della presidenza Touré il paese ha chiuso la porta agli investitori internazionali, ma nel 1981, dopo il colpo di Stato, nasce il Ministero delle Miniere[91], che nel 1986 pubblica il primo Codice Minerario[92] che riduce l’influenza dello Stato e favorisce il trasferimento di capitali esteri (compreso il rimpatrio degli utili) e proibisce la nazionalizzazione delle licenze date in concessione[93].

Ma il nuovo codice è poco trasparente (l’articolo 13, ad esempio, prevede che lo Stato abbia l’opzione per acquisire una percentuale imprecisata di una concessione di sfruttamento[94]), per cui viene promulgato un nuovo Codice Minerario (1995), che non servirà a migliorare le cose e terrà quindi i giganti delle miniere lontani dalla Guinea[95]. Con Alpha Condé il Codice Minerario subisce una profonda trasformazione e nel 2011 un nuovo codice di 221 articoli, rivoluzionario rispetto ai precedenti[96], scritto con la consulenza del miliardario George Soros[97], offre finalmente garanzie alle aziende straniere, ma pretende anche obblighi di protezione ambientale, l’obbligo di coinvolgimento delle operazioni e dei guadagni delle comunità locali[98].

Lo scandalo BSGR-Steinmetz

Beny Steinmetz attende l’udienza del tribunale israeliano nel 2017 nel caso di corruzione che lo coinvolge insieme alla sua compagnia BSGR[99]

Condé, alla presentazione del nuovo codice, promette che “punirà le aziende colte a corrompere i funzionari e punirà retroattivamente gli attuali titolari di licenza se si dovesse scoprire che erano coinvolti in qualsiasi corruzione”[100]. La promessa viene mantenuta: le indagini della magistratura della Guinea portano alla luce fatti di grave corruzione che coinvolgono Beny Steinmetz, un ricco imprenditore che deve la sua vasta fortuna ai diamanti ed al settore immobiliare, proprietario della BSGR Beny Steinmetz Group Resources, una compagnia attiva nei settori del petrolio e del gas, minerario, metallurgico ed energetico con sede nell’isola di Guernsey ed attualmente in via di liquidazione coatta[101].

Nel 1997 Rio Tinto, seconda società mineraria al mondo dopo BHP[102], acquisisce sotto la presidenza Lansana Conté il contratto di esplorazione per i blocchi 1, 2, 3 e 4 del giacimento di Simandou[103]. Dopo oltre un decennio in cui gli scavi vengono continuamente rimandati ed i danni ambientali sono enormi[104], nel 2008 il governo di Conakry decide di confiscare alla compagnia i blocchi 1 e 2 e di affidarli alla BSGR per 160 milioni di dollari[105] (si scoprirà successivamente che la concessione fu acquisita invece in modo del tutto gratuito[106]).

Nell’aprile del 2010, appena 18 mesi dall’acquisizione, BSGR cede il 51% della sua partecipazione al gigante minerario brasiliano Companhia Vale do Rio Doce (Vale)[107] per 2,5 miliardi di dollari[108]. Un affare straordinariamente vantaggioso per Steinmetz, ma anche straordinariamente sospetto, perché Steinmetz paga 500 milioni di dollari di acconto a Vale senza alcuna garanzia sull’esecuzione del progetto, e nonostante Vale abbia deciso di far trasportare i minerali estratti fino al porto liberiano di Buchanan, e non ai porti della Guinea, perché la distanza da percorrere è meno della metà[109].

Nel febbraio del 2011 Condé esige da Vale e da Steinmetz 1,25 miliardi di dollari per adeguarsi a una nuova legislazione, richiesta che le due aziende respingono[110]. Arriva Soros a mediare: Vale mantiene la concessione pagando soltanto 250 milioni di dollari, importo che la compagnia è propensa ad accettare: ma a fine trattativa il prezzo sale a 500 milioni di dollari e stavolta la richiesta viene rifiutata. A Rio Tinto verranno richiesti 700 milioni di dollari e la compagnia, a differenza di Vale, accetta[111]. Di questi 700 milioni però, 120 non finiscono nelle casse dello Stato, ma scompaiono[112]. È l’attività di Soros a rendere evidenti le anomalie della trattativa[113].

Scatta una indagine interna da parte del Comitato Minerario e nell’ottobre del 2012 BSGR viene accusata, assieme a Vale, di corruzione[114]. Nell’aprile del 2013, a seguito di una inchiesta del dal Gran Jury negli USA, in Florida viene arrestato un francese, Frederic Cilins, consulente BSGR, con l’accusa di aver ostacolato l’indagine penale su potenziali violazioni del Foreign Corrupt Practices Act e riciclaggio di denaro in relazione ai contratti di concessione della miniera di Simandou[115].

George Soros incontra Mamadie Touré nel tentativo di trovare un compromesso su Simandou[116]

Cilins avrebbe corrotto Mamadie Touré, una delle 4 mogli di Lansana Conté: la donna riceve 2 milioni di dollari per distruggere documenti richiesti dalla FBI in merito all’indagine “Simandou”, e le vengono promessi ulteriori 5 milioni di dollari in caso di esito positivo[117]. Nel luglio del 2014 Cilins viene condannato a due anni di carcere ma ne sconta soltanto uno[118]. Si scopre che i rapporti di Mamadie Turé con BSGR risalgono al 2006 quando Asher Avidan, dirigente di BSGR, tratta su Simandou: tali incontri consentono a Steinmetz di ottenere la concessione per l’esplorazione dell’uranio in Guinea, con un accordo commerciale firmato nel giugno 2007 che garantisce alla moglie del dittatore una quota del 5% di BSGR come “ricompensa” per il rilascio delle concessioni[119].

Nel 2014, Rio Tinto intenta una causa negli USA contro BSGR, Vale e Beny Steinmetz, accusandoli di aver strappato illegalmente i diritti minerari: la causa viene rigettata dalla Corte Distrettuale di Conakry per decadenza dei termini[120]. Il 10 marzo del 2016, Steinmetz viene condannato in contumacia a 7 anni di carcere dalla Direzione Nazionale Anticorruzione rumena in relazione al caso “Principe Paul-Philippe Hohenzollern”[121]. Poco dopo viene poi arrestato dalle autorità israeliane con l’accusa di corruzione relativo al caso Simandou, ma rimane agli arresti domiciliari soltanto per due settimane[122]. Di nuovo arrestato nell’agosto 2017 con l’accusa di frode e riciclaggio di denaro sporco, viene rilasciato in base ad un ordine restrittivo che gli impedisce di lasciare Israele[123].

Nell’aprile del 2017 BSGR intenta una causa negli Stati Uniti contro George Soros, accusato di manipolare il governo guineano ed i suoi funzionari per togliere a BSGR le concessioni minerarie, reclamando il risarcimento di 10 miliardi di dollari[124]. Ma nel 2018, a causa delle difficoltà generate dalla vicenda Simandou, BSGR entra in amministrazione controllata[125]. Steinmetz non si arrende: nell’agosto del 2019 giunge con un aereo privato e con al proprio fianco l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy a Conakry, dove assieme incontrano Alpha Condé[126].

Gli incontri fruttano un incredibile accordo. La Guinea riabilita Beny Steinmetz: il protocollo d’intesa prevede la rinuncia da parte di BSGR a qualsiasi pretesa su Simandou ma allo stesso tempo offre a Steinmetz la possibilità di ottenere una nuova concessione, quella meno pregiata di Zogota[127]. Soros viene condannato a Ginevra, il 22 gennaio 2021, a 5 anni di carcere per corruzione e riciclaggio di denaro – il frutto del suo ruolo nell’affare Simandou[128].

Alpha Condé, una speranza tradita

Violente proteste durante le elezioni del 2020[129]

Steinmetz promette il ricorso in appello, ma per ora le condanne sono l’epilogo del più grande caso di corruzione mai registrato nel settore minerario[130], e dal quale Condé certamente non esce immacolato. Durante gli anni della sua presidenza è stato accusato di corruzione nel caso di un credito di 150 milioni di dollari ottenuto dall’Angola – una parte dei soldi, nel 2012, sarebbero finiti sul suo conto bancario personale[131]; è accusato di essersi fatto pagare il 75% del costo dell’aereo presidenziale dal titolare dell’A.D. Consulting, l’uomo d’affari ed amico di lunga data Gaby Peretz[132]; è accusato di corruzione nel caso China International Fund che, negoziando un accordo con Mohamed Condé, figlio di Alpha, avrebbe versato una tangente di 700 milioni di dollari[133]; è accusato di corruzione, nel 2016, per 10,5 milioni di dollari di tangenti apparentemente pagati da Rio Tinto a François de Combret, un funzionario molto vicino al presidente, per i diritti di sfruttamento delle miniere di Simandou[134]; è accusato di corruzione per aver dato la concessione per il porto di Conakry all’industriale francese Vincent Bolloré in cambio di “sostegni finanziari”[135]; è accusato di corruzione nel caso delle concessioni minerarie di Sable Mines, nel cui consiglio di amministrazione siede l’uomo d’affari Phil Edmonds, amico di Mohamed Condé[136]. Il disastroso mandato di Condé finisce il 5 settembre del 2021 proprio per mano di uno dei suoi uomini, colui che Condé considera il migliore: il tenente colonnello Mamady Doumbouya[137].

La fine del suo regno del terrore, sorprendentemente, suscita l’indignazione generale e genera la minaccia di nuovi embarghi dall’ECOWAS[138], dall’Unione Africana[139], dalle Nazioni Unite[140], dall’Unione Europea[141], in profondo contrasto col silenzio tombale che ha accompagnato i i 60 anni di dittatura che hanno preceduto il colpo di Stato.

L’ECOWAS, nel suo protocollo ECOWAS 2001[142], ha l’’articolo 1 (b) che recita: “ogni ascesa al potere deve avvenire attraverso elezioni libere, eque e trasparenti” ed anche “tolleranza zero per il potere ottenuto o mantenuto con mezzi incostituzionali”[143]. Condé, come i suoi predecessori, era un despota che usava ogni mezzo per farsi rieleggere, come cambiare la costituzione ed esercitare il potere con violenza dispotica e corruzione. La condanna dell’Unione Europea è arrivata solo dopo il massacro dello stadio di Conakry. Il colpo di Stato segue due avvenimenti analoghi in Mali ed uno in Ciad che avrebbero dovuto servire da lezione, perché seguono tutti una dinamica prevedibilissima.

Cosa mai dobbiamo aspettarci dal nuovo governo? Malgrado il colpo di Stato sia stato salutato da molti civili come speranza di cambiamento, purtroppo – come afferma ad esempio una ricerca accademica condotta da George Derpanopoulos, Barbara Geddes, Erica Frantz e Joseph Wright c’è da attendersi che, seguendo una regola mai infranta, i colpi di Stato tendono ad installare una nuova élite autocratica ed espongono i cittadini a livelli più elevati di brutale repressione[144]. E vista l’attuale disastrosa situazione in Guinea, i presupposti perché questo accada ci sono tutti. Gli unici che sembrano preoccuparsi della destabilizzazione della Guinea sono i grandi investitori russi e cinesi, quasi certamente mossi da sentimenti non del tutto filantropici[145].

La Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) e il governo nigeriano hanno condannato con forza il colpo di Stato avvenuto ieri nella Repubblica di Guinea Conakry[146]

Per una volta in più, nella storia dell’umanità, siamo di fronte al caso in cui è necessario che, perché nulla cambi, tutto sembri essere stato cambiato – è la filosofia del famoso romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo” (1959)[147], che ha da oltre 60 anni spiegato come funziona questa dinamica sociale, che si accompagna ad una sentenza terribile dell’autore, che vale anche per la povera e tormentata Guinea: “La loro vanità è più forte della loro miseria”[148]. Una filosofia che, in Sicilia come in Africa ma ovunque è applicata, genera la barbarie ed oppressione.

Quindi ha ragione la comunità internazionale nel non credere in questo ennesimo rivolgimento istituzionale. Ma non basta più. Bisogna che le cose cambino nella testa della gente, e degli Africani prima di tutto. Che la loro élite, che studia nelle nostre università, impari qualcosa di diverso dal sognare di essere il prossimo Gattopardo.

 

 

 

 

[1] https://marketresearchtelecast.com/the-deep-crisis-that-shelters-the-coup-detat-in-guinea-conakry/154367/
[2] https://www.rt.com/news/534099-guinea-coup-transition-period/
[3] https://www.bbc.com/news/world-africa-58453778
[4] https://www.timesofisrael.com/soldiers-in-guinea-overthrow-the-government-and-detain-countrys-president/
[5] https://walltrace.com/2021/09/president-alpha-conde-of-guinea-has-been-detained-as-a-result-of-a-military-coup/
[6] https://lecourrierdeconakry.com/le-gouvernorat-de-conakry-demande-aux-mendiants-de-liberer-les-places-publiques/
[7] https://www.worldometers.info/world-population/guinea-population/
[8] https://www.nationsonline.org/oneworld/least_developed_countries.htm
[9] https://www.metallirari.com/ricchezze-minerarie-mandingo-guinea/
[10] https://www.afdb.org/en/countries/west-africa/guinea/guinea-economic-outlook
[11] https://www.state.gov/reports/2020-country-reports-on-human-rights-practices/guinea/
[12] https://www.numbeo.com/crime/in/Conakry
[13] https://tradingeconomics.com/guinea/corruption-rank
[14] https://www.unodc.org/unodc/en/human-trafficking/webstories2018/unodc-intensifies-the-fight-against-trafficking-in-persons-in-guinea_-judges-and-prosecutors-meet-to-discuss-and-overcome-the-challenges-of-human-trafficking-cases.html
[15] https://www.lavocedelpatriota.it/l-africa-e-diventata-un-hub-del-narcotraffico-diretto-in-europa-anche-per-colpa-delleuropa/
[16] https://tspace.library.utoronto.ca/bitstream/1807/19287/1/MacDonald_Mairi_S_200911_PhD_Thesis.pdf “The Challenge of Guinean Indrpendence – 1958-1971” – Mairi Stewart MacDonald
[17] https://tspace.library.utoronto.ca/bitstream/1807/19287/1/MacDonald_Mairi_S_200911_PhD_Thesis.pdf “The Challenge of Guinean Indrpendence – 1958-1971” – Mairi Stewart MacDonald
[18] https://www.britannica.com/biography/Sekou-Toure
[19] https://africanelections.tripod.com/gn.html#1961_Presidential_Election
[20] https://www.voanews.com/a/africa_key-dates-guinea-independence/6219276.html
[21] https://www.csmonitor.com/1984/0402/040237.html
[22] https://apnews.com/article/16048d20f4f86f57622723fed9f04804
[23] https://www.theguardian.com/world/2008/dec/23/lansana-conte-profile
[24] https://www.britannica.com/place/Guinea/Government-and-society
[25] https://perspective.usherbrooke.ca/bilan/servlet/BMEve/1263
[26] https://www.globalsecurity.org/military/world/africa/gn-conte.htm
[27] https://www.globalsecurity.org/military/world/africa/gn-conte.htm
[28] https://alchetron.com/Revolutionary-United-Front
[29] https://reliefweb.int/report/guinea/guinea-caught-conflict
[30] https://www.globalsecurity.org/military/world/africa/gn-conte.htm
[31] https://www.ecoi.net/en/document/1105806.html
[32] https://www.unhcr.org/news/briefing/2001/1/3ae6b8295c/guinea-relief-effort-dramatically-scaled.html ; https://www.hrw.org/reports/2001/guinea/guinea0701-02.htm
[33] http://archive.ipu.org/parline-e/reports/arc/2131_02.htm
[34] http://archive.ipu.org/parline-e/reports/arc/2131_02.htm
[35] https://www.theguardian.com/world/2008/dec/23/lansana-conte-profile
[36] https://www.everycrsreport.com/files/20090930_R40703_b172a1f095a9738fe6f6661c98d2ada95ddc393a.pdf “Guinea’s 2008 Military Coup and Relations with the United States” – Alexis Arieff and Nicolas Cook – Sept. 30, 2009 – page 12
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[38] https://www.france24.com/en/20081223-president-lansana-conte-dies-aged-74-
[39] http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/7796902.stm
[40] https://www.everycrsreport.com/files/20090930_R40703_b172a1f095a9738fe6f6661c98d2ada95ddc393a.pdf “Guinea’s 2008 Military Coup and Relations with the United States” – Alexis Arieff and Nicolas Cook – Sept. 30, 2009 – page 13
[41] https://www.refworld.org/docid/496c5c451e.html
[42] https://www.justice.gov/eoir/page/file/1361231/download
[43] https://www.newyorker.com/magazine/2010/04/12/downfall-3
[44] https://reliefweb.int/report/guinea/guinea-september-28-massacre-was-premeditated
[45] https://reliefweb.int/report/guinea/guinea-september-28-massacre-was-premeditated
[46] https://www.theguardian.com/world/2009/nov/02/guinea-imports-arms-despite-embargo
[47] https://www.theguardian.com/world/2009/oct/27/guinea-massacre-eu-ban
[48] https://www.newyorker.com/magazine/2010/04/12/downfall-3
[49] https://www.reuters.com/article/idUSLT440627
[50] https://www.theguardian.com/world/2009/dec/16/guinea-aide-shoot-camara
[51] https://www.france24.com/en/20091216-former-aide-explains-why-he-tried-kill-junta-leader
[52] https://www.theguardian.com/world/2010/jan/13/wounded-leader-guinea-reappears
[53] https://www.theguardian.com/world/2010/jan/13/wounded-leader-guinea-reappears
[54] https://www.thefamouspeople.com/profiles/moussa-dadis-camara-6033.php
[55] https://www.britannica.com/place/Guinea/Independence#ref1090986
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[59] https://books.google.it/books?id=TfcKAgAAQBAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false “Historical Dictionary Of Guinea” – Mohamed Saliou Camara, Thomas O’Toole, Janice E. Baker – 2013 – Scarecrow Press – page 91
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[63] https://worldleaders.columbia.edu/directory/alpha-conde
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[65] https://books.google.it/books?id=TfcKAgAAQBAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false “Historical Dictionary Of Guinea” – Mohamed Saliou Camara, Thomas O’Toole, Janice E. Baker – 2013 – Scarecrow Press – page 91
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[99] https://www.nytimes.com/2017/08/14/business/dealbook/beny-steinmetz-israeli-billionaire-detained.html
[100] https://www.reuters.com/article/ozatp-guinea-conde-soros-20110302-idAFJOE72100X20110302
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[104] https://ejatlas.org/conflict/simandoun-mine
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[106] https://www.africa-confidential.com/article/id/13216/Steinmetz_gets_five_years_for_bribery
[107] http://www.vale.com/en/business/mining/pages/default.aspx
[108] https://www.proactiveinvestors.com/companies/news/72814/brazils-vale-shells-out-25-billion-for-51-stake-in-west-african-iron-ore-project-5682.html
[109] https://piaui.folha.uol.com.br/materia/the-billionaire-behind-the-vale/
[110] https://piaui.folha.uol.com.br/materia/the-billionaire-behind-the-vale/
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[112] https://www.liberation.fr/planete/2020/07/30/le-mystere-des-700-millions-de-dollars-de-rio-tinto_1795677/
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[114] https://www.globalwitness.org/en/archive/beny-steinmetz-group-resources-must-publicly-address-questions-over-guinea-mining-concession/
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[116] Soros et l’Afrique, liaisons dangereuses – Valeurs actuelles
[117] https://www.globalwitness.org/en/archive/corruption-arrest-us-puts-beny-steinmetz-group-resources-frame/
[118] https://fcpablog.com/2014/07/26/cilins-jailed-two-years-for-obstructing-fcpa-mining-investig/
[119] https://piaui.folha.uol.com.br/materia/the-billionaire-behind-the-vale/ ; https://www.metalbulletin.com/Article/3194258/BSGR-execs-signed-over-5-stake-to-Contes-wife-for-Simandou-concession.html
[120] https://www.reuters.com/article/us-swiss-steinmetz-timeline-idUSKBN29R2AA
[121] https://transylvanianow.com/prince-paul-of-romania-is-now-a-wanted-fugitive/
[122] https://www.theguardian.com/world/2016/dec/19/israeli-tycoon-beny-steinmetz-arrested-over-guinea-bribery-claims
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[125] https://fcpablog.com/2018/03/07/tom-fox-bsgr-files-for-receivership/
[126] https://www.financialafrik.com/2021/08/09/guinee-le-lobbyste-sarkozy-chez-alpha-conde/
[127] https://www.lemonde.fr/afrique/article/2019/08/22/affaire-steinmetz-quand-nicolas-sarkozy-joue-les-intermediaires-d-affaires_5501616_3212.html
[128] https://www.africa-confidential.com/article/id/13216/Steinmetz_gets_five_years_for_bribery ; https://greenreport.it/risorse/tangenti-in-guinea-condannato-il-magnate-delle-miniere-steinmetz-un-avvertimento-a-tutta-lindustria-mineraria-videocondannato-il-magnate-delle-miniere-steinmetz-un-avvertimento-a-tutta-l/#prettyPhoto
[129] https://www.bbc.com/news/world-africa-54657359
[130] https://www.bbc.com/news/world-europe-55748674
[131] https://icsid.worldbank.org/sites/default/files/parties_publications/C3765/Claimants%27%20Reply%20%28Redacted%20per%20PO8%29/Fact%20Exhibits/C-0298.PDF “Guinea- President Alpha Conde – Remote Behavioural Profile And Risk Analiysis” – Foresight Advisory Services (PTY) LTD – page 23
[132] https://icsid.worldbank.org/sites/default/files/parties_publications/C3765/Claimants%27%20Reply%20%28Redacted%20per%20PO8%29/Fact%20Exhibits/C-0298.PDF “Guinea- President Alpha Conde – Remote Behavioural Profile And Risk Analiysis” – Foresight Advisory Services (PTY) LTD – page 24
[133] https://icsid.worldbank.org/sites/default/files/parties_publications/C3765/Claimants%27%20Reply%20%28Redacted%20per%20PO8%29/Fact%20Exhibits/C-0298.PDF “Guinea- President Alpha Conde – Remote Behavioural Profile And Risk Analiysis” – Foresight Advisory Services (PTY) LTD – page 24
[134] https://www.asso-sherpa.org/sherpa-calls-for-an-investigation-into-the-involvement-of-a-former-high-ranking-french-official-in-a-suspicious-operation-in-guinea
[135] https://www.jeuneafrique.com/805638/economie/port-de-conakry-laffaire-bollore-declaree-prescrite-par-la-justice-francaise/ ; https://icsid.worldbank.org/sites/default/files/parties_publications/C3765/Claimants%27%20Reply%20%28Redacted%20per%20PO8%29/Fact%20Exhibits/C-0298.PDF “Guinea- President Alpha Conde – Remote Behavioural Profile And Risk Analiysis” – Foresight Advisory Services (PTY) LTD – page 24
[136] https://www.reuters.com/article/sable-mining-liberia-guinea-idUSL5N18G5AL
[137] https://www.theafricareport.com/125796/guinea-the-secret-story-surrounding-the-fall-of-president-alpha-conde/
[138] https://guardian.ng/news/nigeria-ecowas-condemns-guinea-coup-detat/
[139] https://www.africanews.com/2021/09/10/african-union-suspends-guinea-following-coup//
[140] https://www.vanguardngr.com/2021/09/un-chief-condemns-guinea-coup-detat-2/
[141] https://www.aninews.in/news/world/asia/eu-foreign-policy-chief-condemns-seizure-of-power-in-guinea-calls-for-presidents-release20210906043236/
[142] https://www.ohchr.org/EN/Issues/RuleOfLaw/CompilationDemocracy/Pages/ECOWASProtocol.aspx  ;  http://www.internationaldemocracywatch.org/attachments/350_ECOWAS%20Protocol%20on%20Democracy%20and%20Good%20Governance.pdf
[143] https://www.ohchr.org/EN/Issues/RuleOfLaw/CompilationDemocracy/Pages/ECOWASProtocol.aspx
[144] https://journals.sagepub.com/doi/full/10.1177/2053168016630837
[145] http://www.asianews.it/news-en/Conakry-coup-troubles-Moscow-and-Beijing-aluminum-supplies–54026.html
[146] https://guardian.ng/news/nigeria-ecowas-condemns-guinea-coup-detat/
[147] Giuseppe Tomasi Lanza di Lampedusa, “Il gattopardo”, Feltrinelli, Milano 2002
[148] Frasi di Il Gattopardo, Frasi Libro – Frasi Celebri .it

TAG: Africa, corruzione, dittature, Guinea, miniere
CAT: Geopolitica, Nordafrica

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