Ecco perché non è detto che il peggio debba ancora venire: l’analisi del CER

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8 Luglio 2020

Le previsioni a tinte fosche sul destino dell’economia si susseguono implacabili. “In autunno sarà un vero disastro”, ripetono istituzioni e centri studi sono unanimi, salvo qualche differenza sui decimali. Ma sembra non esserci nessuno che vede il pil italiano perdere meno del 10%.
C’è chi però ritiene che le previsioni manistream siano troppo negative, a fronte di alcune evidenze che invece farebbero pensare che “il peggio è passato”. È questa ad esempio l’analisi del CER – Centro Europa Ricerche, che nella sua serie di analisi intitolata “Osservatorio Covid 19”, non da oggi, sottolinea come il trend dei consumi di queste settimane sembri indicare un orizzonte diverso.

Nell’ultimo rapporto, datato 7 Luglio, si legge ad esempio che “all’inizio di luglio, i consumi elettrici hanno raggiunto il punto di massimo dell’anno, superando i livelli pre-Covid. Il recupero dal minimo di metà aprile è di quasi 31 punti; l’aumento rispetto a fine gennaio è dell’1,4%”.

Andamenti in sintonia con questi dati sono quelli del commercio estero, della mobilità interna e delle vendite al dettaglio. Tutte proxy ritenute abbastanza affidabili sul prossimo futuro, tanto da far dire che il minimo della recessione è stato definitivamente superato già a metà aprile.
Naturalmente, la caduta è stata pesante e serviranno “alcuni trimestri”, scrive Stefano Fantacone, curatore dell’analisi, per recuparer i livelli pre-Covid. Che però a ggiunge: “in autunno il tema potrebbe essere come consolidare la ripresa” e non, invece, quello – che sembra preconizzato da molti – di arrestare nuove cadute.

Non ci resta che attendere, insomma. Sperando, naturalmente, che abbia ragione il CER e abbiano torto (quasi) tutti gli altri.

 

 

TAG: cer, recessione
CAT: macroeconomia, manifattura

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