L’amore assediato. Addio Franco Battiato

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18 Maggio 2021

Oggi li guardo dalla finestra. Nel cielo sgombro. Gli uccelli. Voli imprevedibili ed ascese velocissime, traiettorie impercettibili, codici di geometrie esistenziali. La tua geometria esistenziale. Dove ‘I numeri non si possono amare’. Scovo quel cd tra i dimenticati. Aspro, sperimentale, libero. Nella scritta si insediano i numeri, mimetizzandosi, da infiltrati; intorno alla lampadina accesa quei numeri ronzano come insetti, la assediano. Ma per loro non c’è speranza di raggiungerla, la luce. L’amore. Alla lunga, a furia di rinforzi, potrebbero però offuscarlo. Forse volevi dirci questo. Era il 2000, nella nostra parte di universo.
Mi costringi a pensare al mio, stagionato, amore. I desideri non invecchiano quasi mai con l’età, per fortuna e purtroppo. E c’è voluto del talento per riuscire a invecchiare senza diventare adulti. Me lo riconosco. Grazie Franco. Anche per aver reso la commozione un’arte. Un’emozione straripante e muta. Ancora nel 2000. Era marzo. A Genova. Concerto in onore di Fabrizio De Andrè ‘Faber amico fragile’. Doppio vinile. Sfilo, accomodo, poso lo spazzolino come raggio, e faccio girare un po’: ‘Puoi girare solo intorno al tuo perno, o puoi scegliere di correre e andare’. Un po’ e un po’, caro Franco. Vado alla tua traccia, dove canti ‘Amore che vieni amore che vai’. La metto dall’inizio, ma aspetto la coda. Ricordo che presi quella puntina e la riportai indietro tre, quattro, cinque volte, perché non volevo credere che ti fossi bloccato, sul ‘Non ti ho amato mai’ del finale: non sei riuscito a dirle, perché il magone ti aveva vinto, sul palco. E da quel momento ti ho amato sempre. E oggi quel magone non passa. Non passerà.

TAG: amore, Franco Battiato, Musica
CAT: Musica

Un commento

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  1. lina-arena 3 anni fa

    Come al solito , dopo la morfte dei soliti noti si aprono le laudi. E’ vergognoso come il pietismo per Battiato si sia spiegato sulle pagine dei giornali dimenticando l’ipocrisia di questo soggetto che non era Mozart nè Behetoven. Avete dimenticato la velenosa invettiva che pronunciò contgro le donne nel parlamento siciliano? Le definì TROIE. Avete omesso di pubblicare che la Regione siciliana gli regalò circa 17 milioni per un’opera lirica che rimase nel cassetto. Avete dimenticato che in vita fu aiutato e suggerito da un filosofo di poco conto come Mario Sgalambro le cui poesie sono illeggibili. Addirittura ebbe la disponibiltà del Teatro Bellini per fare recitare il suo vecchio amico che era solo una schiappa.Ha guadagnato tanti soldini e comprato tanti immobili. Ben per lui e per i suoi eredi. Ma finiamola per la sfilza di aludi non meritate ed in ogni caso eccessive e frutto di un lecchismo di provincia. La stampa è veramente scaduta a livelli indecorosi.

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