Sub Cult Festival ’18, musica, cultura e rigenerazione

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20 Luglio 2018

C’è stato un tempo in cui avevo amici che non ne sapevano di festival, di divertirsi ascoltando musica dal vivo. Avevo all’incirca 20 anni ed era una noia mortale. Mi capitava di seguirli in quelle discoteche ripiene di altrettanta noia promossa come divertimento.

Ricordo ancora la sensazione di finzione nel solito “le mani al cielo” del dj. Ora una di quelle discoteche è chiusa, in rovina, rimangono giusto due striscioni stesi a terra, un mare di foglie accartocciate e un senso di abbandono degradante, elemento in cui però non è cambiata, se seguite il pensiero che sto facendo.

Contrappongo questo ad un evento nel cuore della città vera, lontano da vie tirate a lucido, bellissime perché storiche, delle bomboniere, ma altrettanto “benpensanti” per come sono interpretate: un immobilismo estetico ed etico che le vede cosparse di carta regalo, senza però sotto via sia effettivamente sostanza.

Verso il parco..

La città vive, da sempre, è inutile pretendere silenzio ed efficienza estrema. Ciò fa parte di cittadelle di provincia, paesotti, che vanno di pari passo nella mentalità. Ci si cresce, ci si vive, li si detesta perché il centro di tutto è una serie di persone che davanti dicono bene e dietro feriscono male. Mentalità bigotta? Anche. Come vedete questa linea del davanti “bello” e dietro “brutto” si riproduce in contesti diversi, legati da falsità, da moralismo spicciolo e da emozioni stanche e artificiose. Si scopa la polvere sotto al tappeto.

Per questo è importante dare vita, vera, a quei lati, spazi, luoghi della città dove il cemento e la varietà umana la fanno da padrone, dove tutto è meno bello; è una scommessa, il piantare un seme di Rigenerazione.

Tale gran premessa per farvi capire l’importanza della 5ta edizione del Sub Cult Festival, organizzato dall’Associazione Il Coccodrillo (Sotterranei) e Arcellatown al Parco Milcovich del quartiere Arcella di Padova. Per chi bazzicasse poco la zona, l’Arcella da anni è un’area a forte melting pot e considerata difficile per le dinamiche che vi conseguono: dura da vivere e da interpretare. Siamo pieni di articoletti dei giornali locali dove la dipingono come un Bronx in salsa patavina. La considerazione più vicina alla realtà, per chi vi scrive, è quanto espresso sopra: la manifestazione di una città viva con le sue difficoltà e i suoi pregi; vivacità che se lasciata senza orizzonti è dura da guidare e rendere bella.

Il Chiosco del parco (1)

La cultura è quel collante che nella normalità sedimenta i rapporti, anche fra persone di culture e di provenienze diverse. Non è nelle grandi imprese proclamate a squarciagola dal tizio di turno che si fila nuovo tessuto sociale, me nella serie di eventi ed occasioni culturali che animano una zona, un territorio. Il lavoro sporco lo fa chi organizza e chi frequenta queste occasioni: è ad un concerto o ad un incontro dove persone di varia estrazione, nella Semplicità della Normalità Quotidiana, sanno rimettere assieme i pezzi di un’esistenza sparsa in mondi interiori e geografici differenti.

Sub Cult e iniziative simili, come le altre del Collettivo di Arcellatown, credo vadano in tale direzione. L’integrazione parte da queste azioni e letteralmente dallo “smazzarsi”, dal loro lavoro. In un anfratto di cemento urbano spezzato dal verde di un parco, riuniscono le fila dei rapporti e ricuciono gli strappi che questo movimento di esistenze genera per natura.

Il Chiosco del parco (2)

La seconda data di giovedì 19 luglio 2018 è un ottimo esempio: il parco Milcovich si presenta accogliente, col suo campetto da basket di fianco a cui è stata costruita la stanza aperta all’aria di una casa estiva: mobili, un lampione, una serie di sdrai cullati dalla musica elettronica del pre serata. Solletica come l’atmosfera che ora diminuisce la sua afosa temperatura; ci si prende una birra e si gira, si chiacchiera, improvvisando anche due tiri al canestro. La gente cala seguendo la sera sul palco e sugli stand, si respira quella sensazione di gioiosa normalità di cui vi parlavo prima.

Un parco di città diventa sede di festa e di gioia, dove alla fine si ritroverà a ballare uno sparuto gruppo di persone, interminabile quanto il movimento creato dalla serata. Sembreranno una piccola fiamma accesa in mezzo al mare scuro delle strade dell’Arcella.

Sulle 21.30 iniziano a suonare i Seville, band cittadina freschissima la quale presenta una gustosa commistione fra rock e groove dall’anima soul, caratterizzato da temperatura basse, dilatate ma non per questo prive di energia. L’inedito Susanne ha delle potenzialità pop per farsi largo e sono un nome su cui puntare nei prossimi mesi. I ragazzi si presentano orecchiabili, dotati di un sound e di uno stile internazionale che spero li possa far arrivare lontano. Aspettiamo fiduciosi la loro prima uscita, anche se, a naso, sono da annoverare già fra quei gruppi che danno sempre il meglio dal vivo!

Seville dal vivo

E “sempre meglio dal vivo che su disco” sono anche l’orgoglio patavino e alfieri dell’Italian Occult Psichedelya: i Mamuthones. Salgono sul palco verso le 23 e, per quanto già su disco siano consistenti, live, vabbè, come faccio a descriverlo!? Dovrei parlare di una performance rock ma il tratto non è chiaro: si agitano come camaleonti sul basso ventre degli ascoltatori. Si passa dalla psichedelia a beat decisamente elettronici, deep, la situazione diventa un green dancefloor dove bisogna ascoltare con orecchio ma anche andar di pancia. Non c’è una vera razionalizzazione di questo flusso sonoro, solo istinti spinti dai suoni e dalle ritmiche. Ascoltate I’ve Gotta Be e The Wrong Side per farvi un’idea ma non una ragione.

Mamuthones dal vivo

Questo è il racconto della serata, del contesto. A voi la prova di persona, concreta. Abbiate fame di vedere e provare esperienze. Sub Cult Festival vi aspetta questo weekend per le due ultime date!

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Aggiornamento: nel pomeriggio di sabato il Parco Milcovich come tutta l’area della città di Padova sono state colpite da un forte temporale, questo ha causato gravi danni al parco e alle strutture del festival, il quale non ha potuto vedere la sua serata finale compiersi.

Quando accadono certe cose è ancora più chiara l’importanza e l’impegno che vi sono dietro a queste manifestazioni. Che siano in Arcella o in altre parti della città, o in altri territori. Bisogna ricordarlo, sempre!

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Fonte foto di copertina: Sub Cult Festival Facebook fanpage / Autore: Alessandro Mingardo

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CAT: Musica, Padova

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