Danzando sul tappeto d’oro del Paradiso

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18 Agosto 2021

 

Una danza a tre metri dal cielo. Cercando l’infinito con aerei movimenti a spirale in un continuo ribaltamento dei punti di vista. Senza scosse, ruotando in una dimensione sempre diversa, eppure uguale. Come se così fosse sin dall’inizio dei giorni. Nel “Paradiso” del gruppo Nanou ideato come un originale work in progress _ continuerà ad evolvere per tutto il 2022 _dai coreografi Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci con l’artista visivo Alfredo Pirri, prodotto da Ravenna Festival per i 700 anni della scomparsa di Dante Alighieri, si percepisce la sospensione del tempo. I danzatori infatti, paiono galleggiare dentro un liquido affresco di linee e colori che riempiono il vuoto trasformandolo in un dipinto metafisico. Non a caso raggiungendo sul far della sera il teatro, le Artificerie Albagià, porta di ingresso di un quartiere in piena riqualificazione, nel percorrere il viale della Darsena, ampio, deserto e silenzioso, a metà strada ci si imbatte su un vascello a mezz’aria. Si erge all’interno di una gigantesca teca di vetro: è il “Moro di Venezia III”, lo scafo forse più veloce fatto costruire da Raul Gardini per la campagna di Coppa America del 1992. Il colpo d’occhio complessivo regala una istantanea rubata a un dipinto di De Chirico. Anche il teatro ha una storia interessante. La pianta ricorda quella di una basilica con una navata centrale, due laterali e un portico sui due lati corti. Per oltre un secolo, dalla fine dell’Ottocento, fu il magazzino dello zolfo, poi cadde in disuso. A riaprirlo fu il regista Marco Martinelli e il teatro delle Albe con l’allestimento di un indimenticabile “All’Inferno”, da “Le Rane” di Aristofane (giugno1996).Le Artificerie Albagià sono il luogo deputato per compiere il trasferimento dall’Inferno al Paradiso. Davvero sembra che niente sia casuale quando si tratta di Dante, la Commedia e una città come Ravenna.

La fantastica scenografia realizzata dall’artista Alfredo Pirri per il lavoro coreografico dei Nanou in “Paradiso” (foto Daniele Casadio)

Significato e significante. In 3 giorni di repliche a ciclo continuo (per cui si può assistere anche a più di una performance) in 7 appuntamenti, 33 spettatori ogni volta assistono a 33 minuti di un live che non si interrompe ma continua senza stop. Il numero in epoca medioevale ha significati simbolici: si usa il concetto di numero per indicare un’altra realtà. L’influenza arriva da Cabala, pitagorici e Bibbia. Tre sono le cantiche della “Commedia” e ognuna è composta da 33 canti, mentre 7 è il numero della perfezione etc… Numeri e simboli a cui gli autori di questo spettacolo sembrano guardare con religioso rispetto.

E nulla di casuale c’è anche in questo allestimento. Nella scenografia Pirri ha magnificamente inscritto i corridoi e le linee di un’architettura complessa dentro cui la danza con i corpi in movimento ridisegna per linee reali e virtuali, flussi di idee, concetti, emozioni. Si assiste a una o più parti disposti a corona. Seduti davanti alla navata centrale coincidente con l’unico grande corridoio che enfatizza le linee geometriche dirette al centro della scena, dove si scorge una porta sempre chiusa.

Un momento particolarmente suggestivo dello spettacolo installazione “Paradiso” dei Nanou (foto Daniele Casadio)

Non c’è un prima. Non c’è un dopo. Ma solo un movimento progressivo, un continuum come la danza dei dervisci: evocando l’infinito e l’assoluto suggerisce la transe, la perdita del senso e l’ascesi.

“La gloria di colui che tutto move
per l’universo penetra, e risplende
in una parte più e meno altrove.

Nel ciel che più de la sua luce prende
fu’ io, e vidi cose che ridire
né sa né può chi di là sù discende” (Paradiso, Canto I 1-9)

Impossibile tradurre a parole ciò che si vede. Siamo nel punto più alto dell’intera opera dantesca: l’incontro con Dio. La visione di una Luce fortissima circondata da nove sfere concentriche di angeli che ruotano con maggiore velocità quanto più sono vicine al centro.

Lo spazio scenografico muta di luce e di colore. L’oro e l’argento dei tappeti, lunghissime guide che occupano in profondità la scena, incise direttamente da Pirri, fanno emergere segni diversi, filiformi e intrecciati, brillano e sono riflessi, parti minime di un caleidoscopio che volta per volta allinea spezzoni di movimento, linee, colori e anime celesti. A sorpresa appare anche un Dante vestito di rosso assorto nei suoi pensieri. L’oro e l’argento si fondono in uno specchio d’acqua che accoglie una decina e oltre di danzatori eleganti nelle loro tute di strass e tulle. I fugaci riflessi accentuano i contorni onirici di uno spettacolo immersivo che, complice anche la musica elettronica di Bruno Dorella, sollecita la concentrazione.


Il poeta Dante Alighieri, abbigliato con un accapatoio rosso si aggira con fare pensieroso e incerto tra i danzatori di “Paradiso” (foto Fabrizio Zani)

L’attenzione prestata alle geometrie e alla ricerca di sintesi tra colori, immagini e movimento solletica curiosità e indicano approdi esoterici, come le figure dei danzatori in scena che si chiudono in pose plastiche suggeriscono percorsi iniziatici.

«O voi che avete gl’intelletti sani, Mirate la dottrina che s’asconde Sotto il velame detti versi strani!». Non è forse il Sommo poeta stesso, nella prima Cantica (Inferno, IX, 61-63) a segnalare la necessità di andare oltre il velo esterno delle parole per cogliere le verità nascoste? La “Commedia” continua sempre a sfuggire.

C’è un passaggio nel libro “Nel nome di Dante” scritto da Marco Martinelli (un altro ravennate che come i coreografi Amico e Bracci, l’opera dantesca l’ha incisa nel proprio Dna) che, soffermandosi sulla “imprendibilità” della Commedia dantesca, sembra illuminare perfettamente questa magica restituzione di atmosfere del “Paradiso”. Così scrive Martinelli: “C’è l’essere in Dio, l’essere nell’Amore. Come rappresentare questa felicità sfrenata? Con la danza. E’ una festa delle anime. Il “Paradiso” dantesco, le anime come luci tutte accese da Amore. Le anime “semplicette”. Danzano i santi, danzano i teologi, danzano San Tommaso e Bonaventura, mossi da una ebbrezza sacra e dionisiaca. San Pier Damiani “fiammeggia” di “allegrezza”. La bellezza “ride” negli occhi di tutti. Neanche qui Dante perde la sua “sensualità”. Se non si percepisce questo “ardere”, poco si comprende di questa Cantica”.

Un primo piano dei danzatori di “Paradiso” lo spettacolo installazione ispirato dalla “Commedia” dantesca messo in scena dai Nanou (foto Demian)

E’ la danza quindi che traduce e rende chiara e manifesta la gioia della Luce.

Si corre per salire. Si sale per arrivare più in alto. Lievitando quasi. Il movimento coreografico punta alla circolarità, all’incontro tra i corpi. E’ in quella direzione che procedono, inseguendo volta per volta i danzatori nelle loro evoluzioni dei solo o nei passi a tre e a due. Corpi come satelliti che, sfiorandosi, passano veloci, uno accanto all’altro. Le luci con il loro ventaglio di tinte e sfumature, la musica con la sua ipnotica progressione iterativa, la scenografia in continua mutazione, parte integrante e stretta con la coreografia aiutano a dare concretezza teatrale a un racconto astratto dove il dialogo tra arte e danza da costante diventa armonico, osmotico. Si entra e si esce, si continua a danzare. I versi sono tradotti in immagini e figure. Appartengono a corpi in attesa, ad angeli sconosciuti. Così danzare e assistere alla danza sono parti complementari di un medesimo rituale. Immersi tutti, danzatori e spettatori in un unica visione.

In scena i danzatori: Carolina Amoretti, Marina Bertoni,  Rhuena Bracci, Marco Maretti, Michele Scappa. Con loro i diplomati (2019) del Post Diploma – Corso Danzatore della Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi” di Milano: Livia Bartolucci, Alessandra Cozzi, Elisabetta Da Rold, Agnese Gabrielli, Nicolò Giorgini, Simone Mazzanti, Camilla Neri, Francesca Rinaldi, Pablo Ezequiel Rizzo, Bruna Romano.

“Paradiso” (Bozzetto SN-001) è andata in scena a Ravenna al teatro Artificerie Albagià dal 16 al 18 luglio.

Il 12 Settembre a Roma, nello Spazio Rossellini andrà in scena “Paradiso” (Bozzetto SN – 002). Lo spettacolo-installazione avrà diversi appuntamenti fino al luglio 2022.

I danzatori del gruppo Nanou all’interno della straordinaria scenografia con i tappeti riflettenti realizzati da Alfredo Pirri per “Paradiso” (foto Demian)

TAG: Alfredo Pirri, Aristofane, Coppa America, Dante Alighieri, De Chirico, Marco Martinelli, Moro di Venezia, Raul Gardini, Ravenna Festival, teatro delle albe
CAT: Teatro

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