Teatro, il ritorno di Fantozzi a Genova; Calamaro a Roma e Squizzato a Bologna

30 Gennaio 2024

GENOVA _ Fantozzi, la celebre e popolare maschera inventata e impersonata per una vita dal compianto Paolo Villaggio è di nuovo in azione questi giorni al Teatro Ivo Chiesa di Genova fino all’11 febbraio nello spettacolo “Fantozzi, una tragedia” da testi di Paolo Villaggio, lavoro drammaturgico curato da Gianni Fantoni, Andrea Porcheddu e Carlo Sciaccaluga con la regia di Davide Livermore. Si tratta di quattro atti divertenti e trascinanti e un epilogo in grado di sollevare più di una sorpresa con Gianni Fantoni nei panni del mitico ragioniere al centro di un crogiuolo di storie inverosimili dove, secondo la regia di Davide Livermore, direttore del teatro Nazionale di Genova – da un lato torna “l’eco di tragedie classiche, di destini segnati e ineluttabili, di peripezie che portano all’unica soluzione possibile (la disfatta!), dall’altro storie e personaggi sembrano aderire perfettamente ai meccanismi teatrali della Commedia dell’Arte”.

Lo spettacolo è basato sui primi tre libri su Fantozzi (pubblicati tra il 1971 e il 1976) dove i grandi appassionati di questo personaggio inventato dalla penna di Villaggio ritroveranno episodi famosi. Dalla partita a tennis in una mattinata di fitta nebbia alla battuta sulla Corazzata Potemkin, la scena in cui prende il caffè prima di andare a lavoro e si butta dal terrazzino per prendere l’autobus. Al centro a riprendere queste e altre scene famose sarà Gianni Fantoni, l’erede artistico di Villaggio con cui collaborò a lungo. Assieme a lui i popolari personagg della signora Pina, Mariangela e i colleghi Filini, Calboni, la signorina Silvani, la contessa Serbelloni-Mazzanti-Viendalmare, l’Onorevole Cavaliere Conte Catellani sono interpretati da : Paolo Cresta, Cristiano Dessì, Lorenzo Fontana, Rossana Gay, Marcello Gravina, Simonetta Guarino, Ludovica Iannetti, Valentina Virando. Sono “maschere, espressione di una categoria umana oscillante tra opportunismo e cattiveria, piaggeria e disincanto”.

Una foto del cast di “Fantozzi. Una tragedia” in scena al teatro Ivo Chiesa di Genova, regia di Davide Livermore. (Foto di Nicolò Rocco Creazzo)

“Fantozzi. Una tragedia” è una produzione del Teatro Nazionale di Genova, Enfi Teatro, Nuovo Teatro Parioli e Geco Animation.

Lo spettacolo è stato provato a Rho, sul palcoscenico del Teatro Civico Roberto de Silva, che ha ospitato la compagnia per un mese e presenta al proprio pubblico in anteprima un primo studio dello spettacolo nelle giornate del 21 e 22 dicembre 2023. “Fantozzi. Una tragedia” è anche “la realizzazione di un sogno, quello di Gianni Fantoni che ha cercato per anni, prima dell’incontro con Davide Livermore, di portare Fantozzi a teatro, come racconta lui stesso nel libro “Operazione Fantozzi” pubblicato da Sagoma Editore.

Un altro ritorno è da registrare in questi giorni a Roma, con le repliche di “Smarrimento” , cabaret esistenziale scritto e diretto da Lucia Calamaro interpretato da Lucia Mascino, scene e luci di Lucio Diana, costumi di Stefania Cempini, prodotto da Marche Teatro.

Smarrimento”, spettacolo tragicomico -in scena fino al prossimo 4 febbraio al Teatro Basilica di Roma– è “un cabaret esistenziale di una scrittrice in crisi che ha dei personaggi iniziali di vari romanzi che non scriverà mai, perché non riesce ad andare avanti. Gli editori, per sfangare l’anticipo, le organizzano reading/conferenze in giro per l’Italia, in modo da tirar su qualche economia mentre lei non produce niente di nuovo e in un colpo solo può riuscire a vendere all’uscita degli eventi, qualche copia delle vecchie opere. Quando non si riesce a continuare, non si può che ricominciare”. Lo spettacolo sarà replicato a Napoli dal 7 al 12 maggio al Teatro Bellini.

L’attrice Lucia Mascino in “Smarrimento” spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro in scena al Teatro la Basilica di Roma (Foto di Giulia Di Vitantonio)

Al Teatro delle Moline di Bologna infine, dal 6 al 18 febbraio è previsto il debutto, con la regia di Jacopo Squizzato, di “Scandisk”, dal primo testo della trilogia “Wordstars” di Vitaliano Trevisan (edita da Sironi nel 2004). Autore di romanzi, racconti, drammaturgie e sceneggiature, Trevisan, prematuramente scomparso all’inizio del 2022, è stato uno dei protagonisti assoluti di questi ultimi venti anni, con “la sua raffinata scrittura-bisturi che ha fatto emergere con nitore e crudezza il lato più scuro dell’immaginario della sua terra d’origine, il Nordest”. Nella trilogia Trevisan si confronta con il tema del lavoro e della memoria individuale “trattandola come se fosse una materia informatica da organizzare, per rendere il nuovo vissuto sopportabile”. In questo racconto in particolare gli operai di un magazzino di prodotti metallici, mentre spostano e riordinano pile di bancali, progettano un “colpo’ che dovrebbe permettere loro di cambiare radicalmente vita, eliminare gli errori e fare tabula rasa: «I miei pensieri, nel corso della sua composizione» scrive l’autore «erano concentrati principalmente sul mio amico Xino e i suoi miei compagni di lavoro. Maggio 1999»

Jacopo Squizzato invece è attore e regista di Verona formatosi alla scuola per attori di Torino diretta da Valter Malosti e tra i finalisti del Bando Registi under 30 alla Biennale di Venezia diretta da Antonio Latella nell’edizione 2017.

Al testo di “Scandisk” Squizzato ha ha aggiunto un breve estratto dal romanzo “I quindicimila passi,”. Il testo “si sviluppa per frammenti temporali, che vanno da gennaio ad aprile, fino ad arrivare alla quinta e ultima scena, in cui un solo personaggio rimane in attesa della primavera”.

Una scena da “Scandisk”, regia di Jacopo Squizzato, al teatro Le Moline di Bologna. Lo spettacolo è tratto dalla trilogia “Wordstars” di Vitaliano Trevisan (Foto di Giulia Agostini)

«Quello di Trevisan è un invito a guardare oltre – afferma Jacopo Squizzato – oltre la rete. Davanti ai propri confini c’è un altro lavoro, che è quello della scrittura. È come se l’autore ci stesse avvertendo che dietro ognuno di quegli operai che fa parlare, potrebbe nascondersi un Vitaliano Trevisan».

L’informatica diviene anche la metafora di un territorio: il testo scansiona il paesaggio veneto, l’architettura, la pianura e le zone industriali di quegli anni, una terra frammentata dallo sviluppo economico e dall’edilizia. “Un disco rigido della periferia diffusa”, come lo definisce il regista, ricreato dalla scenografia con una sorta di bunker, un blocco di cemento che sovrasta gli attori/personaggi, divenendo il “loro cielo”.

Lo spettacolo è introdotto da un estratto del romanzo “Un mondo meraviglioso” di Vitaliano Trevisan, registrazione di una lettura effettuata dallo stesso autore nel 2012 nell’Archivio storico della CGIL di Bologna. Il testo è stato recentemente ripubblicato da Einaudi nella “Trilogia di Thomas”, che contiene anche “I quindicimila passi” e “Il ponte”.

Alla messa in scena di “Scandisk” ha collaborato Michela Lucenti con lo sguardo sul lavoro degli attori Mauro Bernardi, Beppe Casales e lo stesso Squizzato. Prodotto da Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro nazionale “Scandisk” è parte del Focus Lavoro, un palinsesto immaginato da ERT per la città di Bologna, con spettacoli e attività culturali dedicati al tema, in programma da gennaio a maggio.

Scene e costumi di “Scandisk” sono di Alberto Favretto; musiche e sound design di Andrea Gianessi, disegno luci di Tiziano Ruggia.

“Scandisk”, spettacolo tratto dalle opere di Vitaliano Trevisan ambientate nel Nordest d’Italia. La regia è di Jacopo Squizzato (Foto di Giulia Agostini)

 

 

 

TAG: antonio latella, genova, Lucia Calamaro, Lucia Mascino, Lucio Diana, Paolo Villaggio, Roma, Valter Malosti, Vitaliano Trevisan
CAT: Teatro

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