La storia in una stanza: il nuovo lavoro di Asterlizze

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19 Gennaio 2022

Ripercorrere un pezzo di passato recente attraverso lo sguardo curioso e indagatore di una bambina, valorizzando in modo inconsueto, grazie alle nuove tecnologie, materiali d’archivio e ricordi di famiglia. La Stanza, nuovo progetto di Asterlizze, associazione culturale che opera nell’ambito delle Performing Arts e della ricerca dei linguaggi espressivi contemporanei, nata a Torino nel 2018, è un’esperienza immersiva, realizzata grazie alla realtà virtuale, che permette allo spettatore di scoprire, in autonomia e secondo i propri tempi, un pezzo importante di storia italiana, quello degli anni Settanta, fra nord e sud del paese, impegno politico e vita quotidiana. L’allestimento ricrea la stanza di una bambina degli anni Novanta e proprio la sua prospettiva viene assunta dallo spettatore che, entrando singolarmente in questo spazio, si trova a poter interagire con gli oggetti, le immagini, i filmati, esplorando in solitudine un mondo fatto di ricordi e documenti d’archivio. Abbiamo parlato con Alba Maria Porto – regista insieme a Giulia Ottaviano – di questa esperienza.

Come nasce l’idea de La stanza?

Il progetto nasce, coerentemente con il percorso sui materiali d’archivio da noi intrapreso ormai quattro anni fa, come tentativo di dare voce, corpo e nuova luce a documenti conservati in archivi privati e nelle case dei loro “custodi” per raccontare un pezzo di storia del nostro Paese. La Storia con la s maiuscola e le storie delle persone, che si mescolano, s’intrecciano in modo inscindibile e ci portano a riflettere sulla contemporaneità, su ciò che siamo. La stanza fa parte di un lavoro ampio di studio, ricerca e rielaborazione, che mescola drammaturgia e scrittura teatrale, palcoscenico, nuove tecnologie e performance esperienziali.

Ci sono spunti personali in questo lavoro che potremmo definire di storiografia contemporanea?

Assolutamente sì. La stanza è in parte un progetto di “famiglia”, nato dal diario del coordinamento femminista di Enna, conservato da mia madre, che ne faceva parte. Un testo che mi sono trovata a leggere scoprendo, nelle pagine di cronaca, ideali, speranze e sogni del biennio 1975/1976. Un racconto collettivo ricco di temi cari al presente e, penso, molto urgenti nel dibattito contemporaneo. Si tratta di questioni che hanno riguardato le vite di tante donne e che non rappresentano solo uno specchio della Sicilia (e di tutta l’Italia) di quel periodo, ma un lavoro culturale che ha influito in modo fondamentale su quello che siamo oggi.

Una missione, quella della memoria, che Asterlizze ha fatto sua…

Noi crediamo che i documenti, tutti quanti, da quelli d’archivio alle semplici fotografie famigliari, assolvano a una funzione imprescindibile: quella di conservare il portato delle generazioni passate e, allo stesso tempo, porre temi scomodi alle nuove generazioni.

Per dare voce a questi documenti avete utilizzato la realtà virtuale, uno strumento interattivo e molto contemporaneo, lontano per certi versi dall’idea che abbiamo della fruizione di materiali d’archivio…

La realtà virtuale ci offre la possibilità di mettere in campo diversi materiali, diverse forme espressive. Ci consente di mettere lo spettatore di fronte a una scelta, data dal percorso interattivo, e invitarlo a una fruizione non passiva. La stanza consente al visitatore di scegliere la durata della permanenza, su quali materiali soffermarsi, con quali documenti interagire. Nessun percorso è, in questo senso, uguale all’altro. Si tratta quindi di una forma diversa di “rito” culturale, a metà strada fra il collettivo e l’intimo. La stanza vive solo grazie all’interazione con l’utente che la visita e che a sua volta si trova a vestire i panni di una bambina di dieci anni che scopre la storia di sua madre, la sua storia. Uno spunto di riflessione intergenerazionale e dei diversi momenti di vita di una donna. Un modo per far vivere, in modo estremamente  “presente” il nostro passato recente.

LA STANZA

Mixed media in Virtual Reality – Dal 18 al 23 gennaio 2022 San Pietro in Vincoli Zona Teatro – Torino

Ideazione Asterlizze

Regia Giulia Ottaviano e Alba Maria Porto

Con Elena Aimone, Anna Charlotte Barbera

Mauro Bernardi, Giulia Damin, Raffaele Musella, Alba Maria Porto

DoP Line Kühl

Edit Line Kühl e Giulia Ottaviano

Mix e Sound Design Alessio Foglia

Progettazione, 3D Assets Eugenio Perinelli per Ximu.la

Programmazione Luca Giona

Musiche gentilmente concesse da Eliseo Edizioni Musicali e I petri ca addumunu.

Homemovies tratti dall’Archivio Superottimisti FONDI: Ceciliato, Cuniberti, Ottonelli, Tosco, Liuzzo, Porto

Una produzione Asterlizze

Con il contributo di Città di Torino -TAP Torino Arti Performative

Con il sostegno di ACTI Teatri Indipendenti

In collaborazione con Ass. di II livello San Pietro in Vincoli Zona Teatro

In collaborazione con: Archivio UDI Genova, Archivio UDI Palermo, Archivio Donne Piemonte, Associazione Baretti, Superottimisti – Archivio regionale di film di famiglia, Fucina Culturale Machiavelli

Ph.  Archivio Unione Donne Italiane di Genova

TAG: Alba Maria Porto, Asterlizze, Giulia Ottaviano, La stanza
CAT: Teatro, Torino

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