Fai bei sogni ma ogni tanto svegliati! Come passare dal desiderio alla decisioni

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16 Dicembre 2016

Non è poi soltanto la natura della radice, ma è soprattutto la cura del giardiniere che favorisce la crescita e lo sviluppo dei frutti.
G. Crisostomo

I sogni sono i luoghi in cui custodiamo i nostri desideri più profondi, lo spazio in cui incontriamo quello che non riusciamo a esprimere, le stanze in cui chiudiamo quello che a volte non osiamo neppure sperare.

I sogni sono le ambizioni, i progetti, le immagini ideali che raccontano come vorremmo essere. Da bambini ci sorprendiamo spesso a sognare a occhi aperti. Poi cresciamo, e la vita sembra diventare un incubo. Chiudiamo gli occhi per non vedere più come stanno veramente le cose e ci rifugiamo nei nostri angoli privati, dai quali facciamo fatica a uscire per continuare a vivere.

Il sogno può essere una trappola. A volte rischiamo di passare tutta la vita avvolti nei nostri sogni senza mai cominciare veramente a vivere. Il sogno è una prospettiva, uno scenario, una possibilità davanti alla quale occorre decidere cosa farne. Prima o poi occorre svegliarsi. La realtà bussa e bisogna decidersi.

Il sogno a volte sembra una follia. Può essere il progetto di un pazzo che sogna per non rimanere schiacciato dalla durezza della realtà, come nel film Train de vie, che racconta proprio di un sogno di cui lo spettatore si rende conto solo alla fine: un intero villaggio ebraico in Germania nel 1941 organizza un finto treno per arrivare in Palestina e sottrarsi ai rastrellamenti dei nazisti. Lo spettatore è coinvolto in quel viaggio fino a quando si accorge che chi sta sognando è già dentro il campo di concentramento.

Il testo di Matteo è proprio un viaggio dalle tenebre del dubbio alla luce della decisione. Prima ancora delle riletture freudiane, la Bibbia ci ha insegnato che il sogno è il luogo del profondo, dove le difese sono più abbassate, dove Dio ci incontra nella nostra nudità, così come siamo. Nell’Antico testamento sogna, per esempio, Giacobbe e si accorge che non è abbandonato e smarrito come pensava: nel sogno Dio lo raggiunge. Sogna Giuseppe figlio di Giacobbe: quei sogni, quei desideri, gli procureranno l’odio dei fratelli, perché a volte conservare i propri sogni costa.

In questo brano di Matteo, il sogno di Giuseppe diventa un percorso, il cammino verso la decisione. Siamo continuamente messi davanti alle decisioni da prendere. E all’inizio la confusione e l’incertezza vorrebbero trattenerci nel buio. Non riusciamo a vedere le cose chiaramente. È notte.

Le decisioni rimandano spesso a un conflitto. Decidere vuol dire tagliare, recidere, uscire da un bivio. Giuseppe è giusto, ma nel contempo è anche sposo. Davanti a una situazione irregolare, il giusto applica la legge, lo sposo guarda alla persona amata. La giustizia e la misericordia a volte fanno fatica a camminare insieme.

Maria è stata trovata incinta: secondo la legge deve essere lapidata. Al più, se la misericordia attenua la giustizia, Giuseppe può ripudiarla supponendo che sia stata stuprata in campagna, ipotizzando quindi che Maria abbia anche invocato aiuto, ma non sia stata sentita. Oltre questo non si può andare.

Giuseppe si trova davanti a un’irregolarità che Matteo non esita a raccontare. Se lo scopo di Matteo fosse stato quello di raccontarci un mito delle origini, avrebbe taciuto quegli elementi che avrebbero potuto dare adito a calunnie e sospetti. Ma lo scopo di Matteo è farci vedere come Dio non si sottragga mai a ciò che ci sembra imperfetto e indegno.

Nel cammino verso la decisione, Giuseppe incontra altri elementi. Decidere è raccogliere quello che c’è in gioco. Innanzitutto una promessa: non solo quella che Giuseppe e Maria si sono scambiati, ma anche la promessa raccontata dal profeta Isaia, quella che otto secoli prima Dio aveva rivolto a Israele. Ci sono promesse che ci fanno attendere, che ci chiedono di aspettare e di non smettere di sognare.

Questo viaggio verso la decisione si distende dentro questa promessa antica e sempre nuova: Dio è l’Emmanuele, il Dio con noi. Dio non smette mai di essere con noi, anche quando è notte. Fino alla fine questa è la parola che ci guida. Gesù stesso, alla fine del vangelo, rinnoverà questa stessa parola: sono con voi tutti i giorni.

Le nostre decisioni stanno tutte sempre dentro questa grande inclusione: non c’è decisione che non debba tener presente che Dio è con me!

Come ogni sogno, anche quello di Giuseppe finisce. Giuseppe non resta intrappolato nei suoi sogni, ma si sveglia e decide. Non tutto sarà chiaro, ma le luci dell’alba ci invitano a smettere di dormire. Non si può passare tutta la vita sotto la coperta di Snoopy a sognare.

Giuseppe è lo sposo giusto, perché la giustizia non è mai veramente giusta se non si chiede cosa sia il meglio oggi, in questa realtà. Per questo solo il discernimento conduce a una giustizia autentica.

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Testo

Mt 1,18-24

Leggersi dentro

  • Quali sono i tuoi sogni di questo tempo?
  • In quale fase del cammino sei? Hai cominciato a sognare o è ormai tempo di decidere?

TAG: DECIDERE, DISCERNIMENTO, QUARTA DOMENICA DI AVVENTO, SOGNARE, TRAIN DE VIE
CAT: Religione, Teologia

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