Il Re (la consorteria collusiva), è nudo

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23 Novembre 2016

Voglio iniziare questa mia collaborazione con Gli Stati Generali rivendicando una continuità delle considerazioni che svilupperò sul rapporto banche-imprese e banche-famiglie.

Leggo su tutti i giornali che ogni anno ci sono in Europa 467.000 morti per lo smog e mi è ritornato alla mente lo scandalo “dieselgate” in cui sono implicate alcune case automobilistiche tedesche. In occasione della rivelazione della truffa, nell’ottobre 2015, fu pubblicata una mia lettera, scritta a 4 mani con l’avvocato Biagio Riccio, al direttore di un importante giornale on line.

Ne do un riassunto: ….che cosa ci insegna il caso Volkswagen? Fatta una norma per la tutela della salute dei cittadini europei era impossibile per le lobby automobilistiche tedesche opporsi. Il prezzo politico sarebbe stato troppo alto. È stato però possibile per molti anni aggirare la legge, agendo sulle norme amministrative di applicazione della norma stessa. Così hanno potuto influenzare chi doveva stendere le norme (i test) , chi le doveva applicare, chi doveva giudicare le proteste di coloro che si erano accorti della truffa. Ma le truffe, seppur molto protette, hanno le gambe corte, alla fine un’autorità fuori dal controllo delle lobby ha detto “il re è nudo” ed allora tutti sapevano, prevedevano, avevano capito.

In Italia si sta verificando un’analoga vicenda: nel 1996 …. è stata imposta una legge sull’usura nell’interesse dei deboli, ponendo un limite anche agli interessi bancari ed ai crimini dei colletti bianchi ai danni delle PMI e delle famiglie. Chi poteva avere il coraggio di opporsi ad una legge destinata a debellare il reato di usura, un reato spregevole, un terribile peccato per tutte le religioni? Nessuno poteva farlo e nessuno pubblicamente l’ha fatto. Però, anche in Italia, è stato agevole, per le lobby bancarie, influenzare l’intero sistema, da chi deve stendere le norme, a chi le deve applicare.

Di che cosa vogliamo avvisare con questa nostra lettera? La storia si ripeterà, nel mondo globalizzato le piccole truffe nazionali prima o poi vengono smascherate. Un’autorità fuori dal controllo corporativo (o un concorrente) dirà “il re è nudo” ed allora pensosi giornalisti “l’avevano detto”, l’ABI “intuiva e faceva il possibile”, Bankitalia “era stata male interpretata”, e così via nella luminosa tradizione italiana del pentitismo. Il sistema bancario italiano ed i suoi amici andranno a sbattere contro un muro come la Volkswagen e l’apparato statale tedesco, con danni economici e di immagine incalcolabili …….. Vogliamo terminare ricordando la fiaba di Andersen, ormai diventata parte della coscienza comune. Un re vanitoso crede di essere vestito con un tessuto, sottile, leggero e soprattutto invisibile agli stolti e agli indegni. In realtà è una truffa ma il re ed i cortigiani vogliono crederci a tutti i costi perché è nel loro interesse. Così il re si espone al ridicolo sfilando nudo, finché un bimbo grida « Il re è nudo!» Ciononostante, il sovrano continua imperterrito a sfilare come se nulla fosse successo. Il sistema bancario italiano è come il re vanitoso: circondato da cortigiani stolti si avvia verso la catastrofe se non trova la dignità ed il coraggio di ammettere la truffa e cambiare totalmente. Ci auguriamo che questa nostra lettera sviluppi un dibattito che avvicini una soluzione utile per tutta l’Italia.”

Eravamo facili, e poco ascoltati, profeti. Non un ingenuo bambino, ma uno speculatore internazionale, Steve Eisman, grande esperto e protagonista di speculazioni internazionali, l’uomo la cui vicenda reale (che gli ha permesso una plusvalenza da un miliardo di dollari) ha ispirato il film The Big Short, in un’intervista al Guardian (riporto sintesi italiane dell’articolo) dice con chiarezza che il re è nudo e che si può speculare sulla sua presunzione:

  • le autorità europee sono state troppo ‘accomodanti’ nei confronti delle banche europee. Quelle americane, per l’intervento della Fed, non vendono più mutui sub-prime ai consumatori, sono diventate ‘noiose’ come investimento.
  • Con l’elezione di Trump: ‘Credo che ci potrà essere un ammorbidimento delle durissime regole imposte dall’amministrazione Obama nei confronti delle società finanziarie, in particolare sulla vendita dei loro prodotti al pubblico. L’aria è cambiata, a tutto vantaggio delle banche che vogliono approfittarsi dei clienti’. (sottinteso, nota di chi scrive, le banche europee possono approfittarsi dei clienti e questo crea degli scompensi utilizzabili dalla speculazione).
    In particolare, per quanto ci riguarda, gli speculatori, tra cui Eisman, hanno colto la debolezza delle banche italiane gravate da NPL  per 360 miliardi di euro, in gran parte concentrati nei primi cinque gruppi: Intesa-San Paolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare e UBI.

E’ interessante capire su quali studi e presupposti di analisi Eisman basa la sua scelta di colpire. Comprenderlo potrebbe suggerire dei mezzi per contrastare la speculazione e impedire che nel futuro si ripresentino situazioni oggettive favorevoli agli speculatori,.

Nel 2007-2008 studiò e scelse, per attaccarle, le banche USA che detenevano più titoli di finanza strutturata basati sui mutui subprime. E’ importante notare che i corsi azionari di queste banche erano alti (e quindi c’era spazio per speculare al ribasso) perché le agenzie di rating concedevano la tripla A, dopo aver ricevuto laute commissioni per la loro attività di consulenza alle stesse banche per costruire i bilanci in modo da raggiungere tale valutazione.

Oggi, ancora una volta, coglie il nesso per speculare proprio nell’intreccio collusivo fra vigilanti e vigilati che noi da anni denunciamo su altri fronti (manipolazione continua dei tassi soglia d’usura, gestione delle segnalazione alla Centrale Rischi, esclusione del reato di usura dal novero dei reati obiettivo della legge 231).

Concludo riproponendo l’invito di 13 mesi fa: mi auguro che questo contributo sviluppi un dibattito, favorendo una soluzione utile per tutta l’Italia.

TAG: Banche e Assicurazioni, speculazione al ribasso
CAT: Banche e Assicurazioni, macroeconomia

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