Run, River

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23 Agosto 2020

Oggi River Phoenix compie cinquant’anni. Il fatto che non sia più su questa terra dal maledetto 31 ottobre 1993, non ha importanza perchè la sua eredità rappresenta l’unica controcultura tangibile in questi tempi incerti e vuoti.

Sin dalla nascita, il maggiore dei fratelli Rain, Summer, Liberty e Leaf, è sempre stato acqua che scorre come il suo nome, che a me ricorda il titolo del romanzo d’esordio di Joan Didion, ma che gli fu dato in omaggio al “fiume della vita” in Siddharta, di Herman Hesse.

Crogiolo di culture e religioni diverse, padre cattolico, nato in California da una famiglia di origini inglesi, tedesche e francesi, mamma ebrea proveniente da una famiglia di origini russe ed ungheresi del Bronx, crebbe all’interno dei Bambini di Dio, vagabondando per l’America Latina dal 1973 fino a quando i genitori abbandonarono la setta nel 1977.

The Phoenix Family

Fu quello il periodo che determinò ciò che sarebbe accaduto nella vita del giovane nei successivi sedici anni…In svariate interviste, River disse di aver perso la verginità a quattro anni, dichiarazione che oggi sarebbe giustamente impugnata per intentare una causa di violenze su minore, ma che fino al 1986, quando un nuovo editto sancì che il sesso tra adulti e bambini fosse proibito, fu pratica condivisa all’interno del movimento religioso di David Berg che definiva il flirty fishing, sharing elemento fondante del suo culto e la prostituzione un mezzo di proselitismo.

Abusi, alchool e droghe furono la realtà quotidiana dei Button che nel 1979 cambiarono il cognome in Phoenix, segnando l’inizio di una nuova vita per i cinque fratelli: ancora bambini, dalle esibizioni in strada per raccimolare qualche dollaro, abbracciarono tutti il sogno hollywoodiano tra spot pubbilcitari e serie tv. L’ascesa di River fu velocissima e le tappe della sua carriera furono segnate da titoli che definirono la generazione delle star anni ’90.

Nel1985, l’esordio insieme ad Ethan Hawke in Explorers di Joe Dante gli frutta lo Young Artis Award, una sorta di Oscar under21. Segue a ruota Stand By Me, di Rob Reiner divenuto cult movie imprescindibile: River è Chris Chambers, capobanda dal cuore tenero. Ha soltanto sedici anni, ma sigaretta in bocca e pacchetto nascosto sotto il risvolto della t-shirt bianca ne fanno subito un moderno James Dean.

Arrivano poi grandi successi commerciali, come Nikita-Spie Senza Volto, Vivere In Fuga per cui riceve la nomination all’Oscar nel 1988, The Mosquito Coast, Indiana Jones, ma è il 1991 l’anno della consacrazione.

River Phoenix and Keanu Reeves

Gus Van Sant lo sceglie per Belli E Dannati. River è Mike Waters, tossicomane, narcolettico, che si prostituisce nei bagni pubblici insieme all’amico Scott, di cui è segretamente innamorato. Il giovane hippie è diventato l’attore più influente della nuova Hollywood e l’importanza di questa pellicola non è data solo dall’interpretazione che gli varrà la Coppa Volpi a Venezia, ma anche dal fatto di poter recitare con alcuni dei suoi migliori amici.

Ci sono il coprotagonista Keanu Reeves, Flea dei Red Hot Chilli Peppers in un piccolo ruolo e Rodney Harvey, allora fidanzato di Drew Barrymore, a cui nel 1998, toccherà la stessa fine tragica di River.

River Phoenix and Rodney Harvey

C’è molto più di un semplice talento in quel ragazzo bellissimo che non ama farsi fotografare: vegano ante litteram, attivista e portavoce dei movimenti animalisti ed ambientalisti, cantautore leader degli Aleka’s Attic, band musicale formata con i fratelli, poeta, scrittore, River Phoenix vive un’esistenza leggendaria, costantemente in bilico fra ideali di libertà e purezza e tormento interiore.

Keanu Reeves and River Phoenix by Bruce Weber for Interview Magazine, November 1991
Relazioni instabili, abusi di sostanze, vita dentro e fuori dal set diventano un’unica affascinante storia che ossessiona ancora oggi l’immaginario collettivo e non solo.

River Phoenix

Quando la notte di Halloween del 1993 River è agonizzante sul marciapiede davanti al Viper Room, locale di Johnny Depp, per un’overdose di speedball e crystal meth, ci sono molti dei grandi nomi manifesto di un’epoca…I fratelli Rain e Leaf che chiama il 911, la fidanzata di allora Samatha Mathis, Flea e John Frusciante, Chirstina Applegate e Leonardo Di Caprio.

Sarà proprio quest’ultimo a raccogliere il testimone del compianto amico: stesso sguardo timido ed impertinente nascosto dietro un ciuffo biondo, nel 1996, in Romeo+Juliet di Baz Lurmann , River e Leo sembrano la stessa persona.

Leaf da allora si fa chiamare solo col primo nome, Joaquin, e non ha mai smesso di combattere con i demoni di famiglia sul ciglio dell’abisso a cui si affacciano solo i grandi artisti. Attore straordinario, porta avanti da sempre le battaglie di River per un mondo green e sostenibile: nel discorso di ringraziamento agli Oscar, lo scorso febbraio, la voce gli si è spezzata dall’emozione nel citare le parole del fratello :

Run to the rescue with love e peace will follow

Al termine di Intervista Col Vampiro,si legge In Memory of River Phoenix, per la parte per cui era già stato scritturato e che andò a Christian Slater.

Nel 1995, Natalie Merchant scrive l’epitaffio più struggente nella canzone che porta il suo nome, mentre i Red Hot Chilli Peppers gli dedicano “Transcending” l’ultimo brano dell’album One Hot Minute.

Young and strong Hollywood son

In the early morning light

This star fell down

On Sunset Boulevard

Natalie Merchant

Nel 2019 l’album di debutto da solista della sorella Rain si intitola River e la canzone in cui duetta con Michael Stipe, “Time Is The Killer” ci riporta indietro a quella tragica notte.

Oggi, per celebrare il cinquantesimo dell’attore, Rain ha pubblicato due tracce musicali degli Aleka’s Attic, riarrangiate da Flea e dall’attore Dermot Multroney: “Alone U Elope” and “2×4″.

La copertina del vinile, in edizione limitata, è una fotografia in bianco e nero scattata dal leader dei R.E.M. alla chioma disordinata di River, durante un road trip in Georgia.

River Phoenix by Michael Stipe

Guidando da Nashville ad Athens con altri amici per vedere un concerto di Natalie Merchant, Stipe ricorda che faceva una caldo insopportabile e i capelli di River gli volavano in faccia così gli avevano fatto delle treccine chiudendole con del nastro adesivo. Una volta arrivati ad Athens, andarono a casa dell’artista Jeremy Ayers per tagliargli i capelli ed il risultato fu il bowl cut che avrebbe reso idoli adolescenziali molti altri ragazzini negli anni a venire…

Leonardo Di Caprio bowlcut

TAG: Michael Stipe, River Phoenix, RiverPhoenix50
CAT: Cinema

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