Esortazione di un difensore della salute pubblica ai tempi del coronavirus

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19 Marzo 2020

Sono un difensore della salute pubblica.

Un accusatore professionale.

Un delatore di inadempienze.

Un denunciatore compulsivo.

Un esponente di quella maggioranza che (tanto tempo fa!) fu silenziosa ma oggi ha imparato ad esprimersi e lo fa senza limiti, con un vocabolario di cinquanta parole comprese le interiezioni.

Ciò che faccio lo faccio per passione. Non mi paga nessuno. Non in contanti, almeno.

Lo faccio perché sono un servo. Per farlo non è richiesta intelligenza (anzi essa è controproducente) ma facendolo te ne viene l’illusione d’esserne portatore e godi dell’ineffabile compiacimento di non sentirti più la nullità che sei.

Valuta dunque, amico mio, i vantaggi di cui godo.

Poter dire agli altri, con l’aria di chi abita i piani alti dell’etica e del civismo: rispetta le regole coglione, come te lo devo spiegare, hai la testa di legno, sei una bestia…

Quale meravigliosa sensazione il dirlo sapendo perfettamente, nel tuo intimo, di non avere né mai avere avuto i titoli per farlo.

Quale beatitudine nel fingere d’essere portatore di un pensiero con la consapevolezza di non avere né mai avere avuto i numeri per articolare qualcosa che ne avesse la parvenza.

Unisciti a me, allora, e sarai al sicuro: potrai umiliare gli altri alleviando l’umiliazione di essere ciò che sei.

Che dono insperato questa pandemia!

Per molti una tragedia, per noi una manna.

Il peggio? E’ il meglio, per noi..ma attenzione a non lasciarlo trasparire.

Al contrario. Abbi sempre gli occhi umidi di commozione e utilizza le espressioni prescritte. Non devi inventare nulla, non preoccuparti, basta solo che tu ti attenga alla procedura e ripeta ciò che ti viene detto ogni giorno, mille volte al giorno: dai giornali, dalle televisioni e dalle radio (Insieme ce la faremo! Stringiamoci a coorte! Siam pronti alla morte!).

E non lesinare la retorica che ti sarà di volta in volta fornita attraverso i medesimi canali. Parla – sempre con emozione- degli angeli in camice e in divisa che Dio (o la Scienza che momentaneamente ne fa le veci) ci ha mandato per salvarci.

Inneggia alla Nazione che si rialzerà, sottolinea soprattutto che dobbiamo volerci bene perché tutti siamo sulla stessa barca.

Ne vale la pena, credimi.

Non ci sono parole per descrivere il godimento della delazione, la gioia nel richiamare gli altri all’ordine, alla disciplina e al rispetto delle regole con quell’arroganza che fino ad oggi hai sempre dovuto subire. Hai grufolato per tutta la vita nel truogolo del padrone ed oggi ti è data l’occasione di trarre piacere da ogni denuncia, ogni spiata, ogni linciaggio e rogo d’untore…scegliere il tuo capro espiatorio! Quale gioia…

Sii dunque felice, come io lo sono, di essere il più zelante tra gli schiavi.

Museruola e guinzaglio sono il dono più bello.

Indossali con fierezza, come abiti di gala, come gioielli.

Lunga vita al coronavirus.

TAG: Cultura, Facebook, giornalismo, italia
CAT: costumi sociali, società

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