Umberto Eco: un nemico serve per darsi un’identità

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12 Dicembre 2023

Chi non ricorda i « due minuti d’odio » del romanzo distopico di Orwell, “1984”? Quei secondi nei quali tutti potevano sfogare urlando la propria rabbia ora contro “Goldstein, il Nemico del Popolo” – la cui faccia appariva sullo schermo – o contro, a turno, Eurasia o Eustasia ?

Avere un nemico è importante, anche solo « per definire la nostra identità » e « procurarci un ostacolo » rispetto al quale misuraci per mostrare il nostro « valore ». Pertanto, « quando il nemico non ci sia, occorre costruirlo ».

Questi nemici, ovviamente, devono essere « diversi da noi ». Conseguentemente, « un diverso per eccellenza è lo straniero » e « straniero tra tutti, e per il colore diverso, è il negro ». « Il negro è brutto. Il nemico deve essere brutto perché si identifica il bello con il buono ».

Il breve saggio di Umberto Eco “Costruire un nemico” [1], nella sua semplicità, svela uno dei maggiori problemi d’oggi dal quale poi scaturiscono altri mali: la diffusione dell’odio.

Naturalmente, i nemici sono a “geometria variabile” a seconda il bisogno di giustificare qualcosa. Quindi quando non è il negro, è l’immigrato, è lo zingaro oppure colui che è di classe inferiore, è l’ebreo oppure l’islamico, è il delinquente oppure la prostituta.

Umberto Eco, che ci ha lasciati nel 2016, nel suo ragionamento, amplia all’infinito l’ipotetico nemico.

« Il bisogno è connotato anche all’uomo mite e amico della pace. Semplicemente in questi casi si sposa l’immagine del nemico da un oggetto umano a una forza naturale o sociale che in qualche modo ci minacci e deve essere vinta, sia essa lo sfruttamento capitalistico, l’inquinamento ambientale, la fame del Terzo mondo ».

Insomma avere un nemico è « un bisogno ancestrale », secondo Umberto Eco. Si tratta di un “bisogno” che si scontra anche con l’etica che imporrebbe invece di « cercare di capire l’altro, di mettersi nei loro panni ».

Naturale conseguenza dell’esistenza di un nemico è la guerra.

« La guerra permette a una comunità di riconoscersi come “Nazione” », scrive. E, sempre la guerra « ecologicamente », aggiunge tra il serio e il sarcastico, rappresenta « una valvola di sfogo per le vite in eccedenza ».

Fonti e Note:
Credits: foto di Università Reggio Calabria – Ufficio Stampa Università Mediterranea di Reggio Calabria

[1] Umberto Eco, “Costruire un nemico”.

TAG: Cultura
CAT: discriminazioni, Scienze sociali

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