CARI AUTORI DE “GLI STATI Generali”, qual è il senso del nostro scrivere?

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19 Gennaio 2015

Il Papa non ha detto solo che chi offende sua mamma si deve aspettare un pugno, sottolineando il valore affettivo e relazionale delle religioni e non di certo giustificando il terrorismo. Ma questo meriterebbe una riflessione più ampia, contro la satira e la sua utilità critica. In Minima moralia, uno dei libri più acuti e raffinati dell’intero 900, Theodor W. Adorno sostiene che con l’espressione vignettistica anche l’argomento più serio e delicato termina in una risata.

Al di la di questo il Papa dice anche altro nel suo Evangelii Gaudium, qualcosa che ci riguarda molto da vicino essendo tutti autori e collaboratori de “Gli Stati Generali”.

Ecco le parole di Francesco:

“Riconosciamo che una cultura, in cui ciascuno vuole essere portatore di una propria verità soggettiva, rende difficile che i cittadini desiderino partecipare ad un progetto comune che vada oltre gli interessi e i desideri personali”.

É forse vero che siamo arrivati a questo? All’incapacità di condividere un progetto che vada oltre i nostri interessi personali? Magari quello di costruirci un personaggio da poter vendere nel modo migliore sul mercato?

È vero che siamo divenuti incapaci di costruire una progettualità che ci dia un orizzonte di senso comune e un’idea di mondo per cui combattere o per cui attribuire senso alla vita ? Ne abbiamo tutti un tremendo bisogno.

Eppure le ideologie, che un tempo insieme alla religione davano la possibilità di far parte di una comunità, sembrano tutte morte. Ogni possibilità di trascendenza sembra sbarrata.

In Italia sono spariti i partiti ideologici una volta incarnati dalle tre grandi subculture politiche del nostro paese: Quella socialista, quella cattolica e quella comunista che, notare, nemmeno il fascismo è riuscito a distruggere.

Venute meno queste, cosa crea la coesione necessaria alla stabilità della vita politica e di conseguenza al perseguimento del bene comune?

Difficile che basti la fede in un uomo. In proposito una volta Giulio Sapelli, acuto Maestro, mi disse: “ricordati che l’uomo può tradirti o morire. L’idea invece non muore né ti tradisce”.

Se fosse vera insomma, come dice il Papa, la difficoltà di partecipare ad un progetto comune che abbia un fine condiviso: Che cosa sono “Gli Stati Generali” ? E qual è il senso del vostro, nostro, scrivere ?

L’impressione è che i media stiano diventando dei social network allargati dove chiunque si libera dal bisogno psicologico di essere per un momento protagonista. Ci sono articoli che mi chiedo a che titolo possano essere scritti. Se dietro ci sia la competenza e un’intenzione più profonda del mero apparire del soggetto che si mostra, se ci sia la ricerca di una qualche verità.

Pasolini alla fine del suo “Comizi d’amore” commentava: “Ma davvero agli uomini interessa qualcos’altro che vivere?” 

E io questo lo chiedo a voi. Comunità di Brain.

TAG: Adorno, Evangelii Gaudium, Filosofia, giornalismo, Giulio Sapelli, Gli Stati Generali, media, Papa Francesco
CAT: Filosofia

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