Cercasi eretici

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14 Aprile 2024

Nel 1971 l’ingegnere Roberto Vacca, quando i libri avevano tutt’altro spessore e le minchiate di un generale da operetta non avrebbero trovato lettori, pubblicò un pamphlet satirico intitolato Il medioevo prossimo venturo, che ebbe un grande successo editoriale. In pratica Vacca annunciava l’arrivo di un periodo assai vicino alla narrazione del Medioevo che fanno i libri di Storia, ovvero un’epoca caratterizzata da oscurantismi e invasioni barbariche, guerre, epidemie, catastrofi climatiche e così via. E ne faceva gli esempi. Salvo poi, qualche anno dopo, pubblicare un Rinascimento prossimo venturo (1986), come a dire che dopo la mezzanotte non ci si può aspettare che un mattino sfolgorante.

Si potrebbe forse parlare, in questo caso, di apofenia letteraria, in quanto una connessione generata dalla visione suggerita da informazioni che, messe in fila, producono apparentemente una narrazione plausibile, può essere usata per suggestionare l’opinione dei più in una direzione piuttosto che in un’altra. Dell’apofenia è manifestazione la pareidolia, ossia il vedere forme che non esistono così come il nostro cervello le vede e le associa ma che crediamo vere, come la sagoma di Padre Pio in una macchia d’umido su un muro o le apparizioni di facce del diavolo nel fumo del rogo delle Twin Towers.

Vacca sfruttava ironicamente il millenarismo, tipico atteggiamento del Medioevo, che nell’anno 1000 vedeva l’apocalisse e l’arrivo del Giudizio Universale, e lo trasportava nel nostro mondo della fine del secondo millennio, mettendo in fila le analogie dell’era contemporanea coll’antica età di mezzo e, in qualche maniera, facendosene beffe. Fu invece, da molti, preso sul serio, anche perché l’apofenia è spesso una maniera di reagire davanti a cose talmente complesse e grandi, difficili da spiegarsi e coordinare. Il complottismo è una delle manifestazioni dell’apofenia, per esempio.

Il Medioevo viene fatto partire, convenzionalmente, dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, ossia l’Impero che aveva raggiunto il massimo livello di tecnologia dell’epoca e che aveva portato una civilizzazione abbastanza unitaria nel mondo antico, il cui centro era il Mediterraneo.

Oggi si parla tanto del tramonto dell’Occidente, esteso a un occidente ancora più a ovest del Mediterraneo, ossia al continente americano, dove gli Stati Uniti, potenza emergente del XX secolo, sarebbe in declino, portandosi dietro, nella sua caduta, l’antica Europa, ossia la parte più consistente dei suoi alleati.

In questo dilagare di teorie su supposti tramonti dell’Occidente, di sconfitte, di colpe e di vittimismi vari, di entrambe le parti, alla fine, ci si può accorgere che il resto del mondo, ossia la parte che vorrebbe ingrassare quel senso di colpa e lavorare per la scomparsa dell’Occidente e di ciò che rappresenta, non sia poi tanto migliore, soprattutto nelle cose che propone.

Sempre la solita storia, così cominciano le guerre mondiali, macrosistemi vanno in conflitto con altri solo perché poche, pochissime persone, ognuna a guardia del proprio sistema, si vogliono espandere e l’espansione comprende l’aumento del proprio potere, ovvero l’annessione o il controllo di territori e miliardi di persone, usate come bestiame da macello. È successo a tutti gli imperi.

Le persone comuni, che sono la stragrande maggioranza, in realtà, non sono interessate da queste smanie belliche, anzi, ne starebbero volentieri alla larga. Ma lo spirito marziale che caratterizza molti capi di stato indica che, prima o poi, una conflagrazione ci sarà. Focolai pericolosi sono già stati accesi nel nome di Allah è grande e cose così.

Io francamente non vorrei mai vivere in un mondo in cui sia la superstizione religiosa a farla da padrona, anche perché abbiamo visto durante la Storia cosa non siano state capaci di produrre le guerre sante, medioevi prossimi venturi o no.

E la nostra percezione moderna del mondo, almeno in Occidente, è decisamente diversa da quella che poteva esserci in passato, quando invece la vita degli europei fu scandita, per millenni, dalla religione. Noi non ci riflettiamo mai ma allora ogni cosa era religione, ogni momento della giornata, ogni azione era modellata su ritmi e schemi che non riguardavano solamente i monasteri ma la vita civile in ogni suo aspetto, abbastanza simile a come lo è oggi per gli islamici. I campanili scandivano le ore della giornata e avvisavano quand’era l’ora della preghiera, della messa, del vespro. Tutto era finalizzato alla festa religiosa e la domenica era il giorno del Signore da santificare, senza che ci fosse l’idea della scampagnata e del tempo libero che, solo ultimamente, ha rivoluzionato la scansione del tempo per la gente comune. E questo comportava una forma mentis del tutto diversa da quella odierna, tutto era finalizzato per compiacere una divinità invisibile, feroce, vendicativa, che elargiva il perdono solo secondo il suo arbitrio tramite i suoi sacerdoti. Erano pochi i liberi pensatori a cui era concesso di esprimersi, e potevano arrivare mentre meno te lo aspettavi le scomuniche o i roghi. Bastava poco per essere considerati delle streghe o dei maghi, l’irrazionale era magia, ogni religione aveva i suoi angeli e i suoi demoni. E non c’erano solo le crociate contro i mussulmani ma i cristiani combattevano contro i cristiani stessi, cattolici contro protestanti, ugonotti o valdesi, eccetera. Tutto poteva essere considerato eresia.

Oggi, a parte i capi religiosi e politici di alcuni stati bellicosi e arretrati, nessuno si azzarderebbe a gridare l’urlo di guerra Dio lo vuole o Dio è con noi, quasi quasi nemmeno il generale Vannacci, pur così imbarazzante per le sue posizioni da condottiero crociato e i suoi orpelli idiomatici da bullo di periferia in libera uscita. O forse sì, boh.

Le anacronistiche posizioni del patriarca Kirill non sono molto distanti da quelle di Netanyahu e dei capi mussulmani dell’Iran, tutti vorrebbero eliminare l’avversario, portatore del male. Loro, ovviamente, sarebbero il bene e il progresso, secondo la volontà del proprio dio. Fuori tempo massimo. In questa follia che caratterizza questi ultimi giorni sembrerebbe che il testosterone di tutti sti idioti, tutti maschi e tutti in età avanzata, sia fuori controllo, come le tempeste ormonali che fanno perdere il capo a certi vecchietti per le ragazzine o i ragazzini. Sti scemi, nel profondo del loro inconscio, saranno probabilmente suggestionati dall’idea che le guerre li facciano ringiovanire, “non esiste altra bellezza che la guerra” come proclamava il Manifesto futurista italiano del 1909.

Io, in un mondo come quello auspicato da coloro non vorrei assolutamente viverci. Naturalmente non mi sta bene nemmeno questo, di mondo, con tutti gli eccessi, con tutti gli sfruttamenti ai danni di paesi più deboli e colla corruzione dei governi che copulano con mafie e multinazionali finanziarie e anche peggio, dove il capitalismo sfrenato produce di continuo vittime inconsapevoli, anche tra le stesse popolazioni dell’Occidente.

Per non parlare dell’ipocrisia del green alla Greta, anch’esso frutto del capitalismo, che, per essere attuato in casa nostra, tutta linda e pinta, ha bisogno della contaminazione dei paesi d’origine delle materie prime, dove non conta l’impatto ambientale dell’estrazione e della commercializzazione del cobalto, solo per fare un esempio, necessario per le batterie delle auto elettriche e per telefoni, laptop, fotocamere, con lavoratori, anche bambini, che muoiono nelle miniere in condizioni di lavoro oscene.

Ma l’altro mondo è sicuramente peggiore perché almeno, in Occidente, c’è la possibilità democratica di opporsi agli oscurantisti, la possibilità dell’indagine e la possibilità di cambiare, conquiste che sono state fatte lentamente e col sangue. Per costruirle, queste democrazie, ci sono voluti secoli di lotte, di errori, di guerre. Per eliminarle basterebbe pochissimo, sono sempre fragili, e lo vediamo quotidianamente quando dei governi oscurantisti, anche democraticamente eletti, hanno la meglio, come l’Italia, l’Ungheria e altri paesi sciocchi. Le democrazie sono perennemente in pericolo vista la sempre più alta percentuale d’irrazionalità.

Le democrazie non sono nate nei paesi islamici – e non possono nascervi – e nemmeno in India o in Cina, non, almeno, quelle che si sono dimostrate le democrazie più liberali e dove ha potuto attecchire una coscienza di uguaglianza sessuale e sociale, sebbene ci sia ancora molta strada da fare. Diciamo che le nostre, quelle occidentali, sono democrazie ancora imperfette ma in crescita, almeno lo spero.

Per esempio, non si può chiamare democrazia quella indiana, dove, anche se ufficialmente le caste sono state abolite nel 1947, nella realtà non è così e i dalit di Mumbay, per dirne una, si sono lamentati delle repressioni delle caste dominanti, orientate a sostenere ancora il sistema delle caste del Manudharma, ossia il sistema secondo l’induismo.

Non parliamo poi del frastagliato mondo islamico perché lì siamo ancora più indietro, all’età della pietra, nonostante gli scintillanti grattacieli di Dubai e Riyad e il nuovo Rinascimento annunciato da un Renzi infervorato per un mondo arabo dove esiste ancora la schiavitù e un razzismo di cui non si parla mai.

Kirill abbiamo già detto che è un povero squinternato in preda a deliri ormonali ma non dobbiamo dimenticare che proprio lunedì scorso il Vaticano ha dato la sua scomunica oscurantista sul cambio di sesso biologico, al pari dell’aborto e dell’eutanasia. Tutto sempre deciso da maschi soggetti a isteria mistica, anzianissimi, con un piede nella tomba, quasi che volessero lasciare un bel ricordo di sé. Leggere il documento Dignitas infinita, fresco di stampa, ci fa fare un tuffo nell’oceano ipocrita e oscurantista della Chiesa di oggi: “I tentativi compiuti negli ultimi decenni di introdurre nuovi diritti, non pienamente consistenti rispetto a quelli originalmente definiti e non sempre accettabili, hanno dato adito a colonizzazioni ideologiche, tra le quali ha un ruolo centrale la teoria del gender, che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali”. E poi, ancora: “Un secondo rilievo a riguardo della teoria del gender è che essa vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale. Questa differenza fondante è non solo la più grande immaginabile, ma è anche la più bella e la più potente: essa raggiunge, nella coppia uomo-donna, la più ammirevole delle reciprocità ed è così la fonte di quel miracolo che mai smette di sorprenderci che è l’arrivo di nuovi esseri al mondo”. Ecco come i bambini vengono usati come scudo e pretesto, non intravedendo o non volendo intravedere come, al contrario, le famiglie funzionerebbero più serenamente, com’è testimoniato dalla realtà dei fatti, non presa in alcuna considerazione dai fanatici religiosi: “Tale ideologia prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Diventa così inaccettabile che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini. Non si deve ignorare che sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender), si possono distinguere, ma non separare”. E giù con anatemi su transessualità, maternità surrogata, aborto e così via. Andrebbe letto tutto, questo documento, per rendersi conto di quanto la Chiesa di Roma non si smuova di un millimetro dalle sue posizioni secolari e che il suo papa, così tanto “progressista” nell’immaginario collettivo, non sia invece un attore che recita questo ruolo senza esserlo. Anche perché, lo ribadiamo, la teoria gender esiste solo nelle teste di questi bigotti anacronistici.

Dio lo vuole!

Questi rigurgiti religiosi, così popolari tra i fanatici di ogni religione, soprattutto nei paesi che fanno la guerra all’Occidente laico, veri o ipocriti che siano, sono l’ombra nerissima di un futuro che potrebbe realizzarsi, anche solo per motivi numerici. In confronto ai nostrani atei e agnostici, peraltro sempre più numerosi in Europa, queste masse di fanatici religiosi sono enormi, e tra i fanatici, oltre gli islamici, includo i credenti ebrei, cristiani, cattolici e ortodossi, per non parlare degli evangelici e così via.

Unici, tra i cristiani, sono i valdesi, che riconoscono lo stato laico e si battono per i diritti civili di tutti, sebbene anche lì ci sia un gruppo minoritario di fondamentalisti (i Sentieri Antichi) che considerano l’omosessualità degenerazione e peccato. Gli altri cristiani sono fanatici senza riserve. Basti vedere i cattolici indigeni, tipo Fontana o Pillon e le loro ridicole sentinelle in piedi.

Addirittura, da noi, ci sono ammiratori del papa perfino nelle “sinistre”, perché pensano che le anticonformiste aperture alla pace di Bergoglio, solo apparentemente luminose e progressiste, in realtà quanto mai superficiali, oscurino le crociate del Vaticano anti aborto, eutanasia e, come accennavo prima, la fantomatica teoria gender che esiste solamente nelle loro teste. L’arte di camuffare, assai coltivata dai gesuiti, dai quali proviene Bergoglio. Meno male che lo Stato Pontificio è ridotto a uno sputo, oggi, e che il papa è re solo tra le mura vaticane.

Pensare come la politica, in Italia così come negli USA, nel Sudamerica e in altri paesi con popolazioni a basso profilo di consapevolezza, come l’attuale Russia, sfrutti la religione come collante per le proprie guerre sante, dovrebbe condurre a una presa di distanza, da parte della gente comune, da quei politici che ostentano il sacro con rosari, presepi, crocifissi, sacre famiglie, bibbie, oppure con corani, burqa e altri arnesi per la gloria della divinità.

Invece non succede o succede troppo poco. Le masse ignoranti e fanatiche, senza consapevolezza alcuna, seguono i deliri dei loro capi ciecamente o quasi, convinti di essere dalla parte giusta del mondo. Il manicheismo, eresia dello Zoroastrismo di successo intorno al secolo III, basata su un mondo dove il Bene e il Male sono in perenne contrasto, sembra assai attuale oggi. I manichei furono assai perseguitati, va detto, ma era un po’ come il bue che dice cornuto all’asino.

Molto fa l’indottrinamento precoce, un imprinting difficilmente cancellabile. Le scuole religiose, coraniche, cristiane, ebraiche, dove il creazionismo è la verità, arrecano subito danni permanenti nelle giovani menti che assorbono le dottrine come spugne. Una lettura della realtà facile e magica ha il suo fascino, per dei bambini. E poi anche per adulti che sono rimasti infantili, vedi gli attuali fedeli adulti di Harry Potter e delle minchiate mediatiche dei supereroi, infantilismo aggravato.

Gli atei e gli agnostici sono condannati da tutte le parti. Nell’Islam sono perseguitati per tutta la vita, anche in paesi non islamici, un esempio per tutti Salman Rushdie, solo per aver scritto libri “immondi”.

Nei fatti, come si traduce una resistenza all’oscurantismo, che usa le armi pesanti per invadere e per espandere i propri confini in un sogno imperiale o teocratico anacronistico?

Paesi che sembravano avviati a una laicizzazione sempre più intensa come la Turchia, con Erdogan hanno rispolverato l’antico Impero Ottomano e il fondamentalismo religioso, così come la Russia putiniana l’antico impero zarista poi sovietico, benedetto dal patriarca ortodosso Kirill, agghiacciante e grottesco al tempo stesso.

Può avere successo un pacifismo generalizzato, che prende in considerazione nient’altro che la pace a tutti i costi in un sogno romantico? A volte bisogna resistere per avere la pace, e resistere può anche significare resistere colle armi, vedi la Resistenza antifascista. Le buone maniere, coi nazifascisti, non avrebbero avuto esiti apprezzabili. Né il popolo italiano sarebbe stato disposto a seguire in massa, silenzioso, un eventuale Gandhi e la sua protesta pacifica, soprattutto subito dopo aver seguito così fanaticamente un condottiero come Mussolini (per il quale, peraltro, vorrei ricordarlo, Gandhi ebbe anche parole di ammirazione, pur con qualche perplessità), per poi restare stupefatti e ricredersi trovandosi nelle città bombardate dagli angloamericani da un giorno all’altro.

In Ghana, paese africano dove la scolarizzazione è, peraltro, una delle più alte dell’Africa, imbonitori religiosi ricchissimi e potentissimi lanciano i loro sermoni dalle loro innumerevoli Chiese cristiane evangeliche – che hanno nomi pittoreschi come True Word Prophetic Fire Ministry,  International God’s Way Church, Streams of Power Chapel, eccetera – contro il gruppo LGBT+, usandolo come capro espiatorio e imbambolando i fedeli, soprattutto i più poveri, che vorrebbero risposte ai loro dubbi, rassicurandoli che Dio concederà loro ricchezza e miracoli, in un formidabile sincretismo col consumismo, metareligione contemporanea. Ciò che ha sempre fatto la Chiesa di Roma nel corso dei secoli, panzane su panzane e boccaloni che ci hanno creduto e che, in molti casi, continuano a crederci.

Ma in Ghana, tra le tante cose, sta per passare una delle leggi più repressive contro gli omosessuali, considerati da Nigel Gaisie, il fondatore della True World eccetera, abominio di Dio, perché, secondo lui, nemmeno due cani dello stesso sesso si accoppiano, e, soprattutto, la questione LGBT+ è solo una cosa dell’Occidente, luogo massimo di corruzione, che vorrebbe contaminare il resto del mondo (che invece, per lui, è purissimo). Il Ghana come esempio di uno dei tanti paesi africani ormai alla deriva in pugno di sette religiose una peggio dell’altra, con un seguito di boccaloni che fanno riflettere sulla rozzezza degli ottentotti della Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliuolo (1816). Ops, ho scritto ottentotti, hanno pure censurato, assai di recente, Mary Poppins per l’uso di questo termine. Ma non mi viene niente di meglio per identificare i ghanesi seguaci di quegli sciagurati pastori. Mi aspetto domani un fiorir di querele per razzismo.

Mary Poppins non è più film per tutti, bisogna avere più di 12 anni!

Come si fa a rifiutare di dar rifugio a tutti gli uomini e le donne omosessuali che riescono a fuggire da chi vorrebbe ucciderli e a sopravvivere nel lungo viaggio della speranza, pieno di ostacoli mortali e di angherie? Eppure a quanti, nonostante tutto, viene negato l’asilo in Europa, condannandoli a un futuro assai incerto?

Salvini li spedirebbe subito in Albania, nei suoi campi gestiti dall’Italia (ancora da costruire), e poi se la vedessero loro. Aiutiamoli a casa loro, diceva non molto tempo fa – non solo lui, anche Renzi, nel suo libro Avanti (2017), utilizzò la stessa formula magica da prestigiatore di periferia, aggiungendo “Non abbiamo il dovere morale di accoglierli”, questo scrisse colui – ma la sua propaganda elettorale non ha dato seguito a nessun aiuto e nemmeno quella degli altri.

L’Occidente si sente in colpa per il colonialismo, soprattutto, e anche giustamente, ma ciò che ne ha preso il posto, oggi, in tutti quei paesi, è un neocolonialismo capitanato da Russia e Cina, soprattutto, paesi canaglia senza alcuno scrupolo rivolti a prendere il posto degli stati europei che hanno lasciato il vuoto rinnegandolo. Ovviamente perché quei paesi sono ricchi di materie preziose, la religione è solo lo spauracchio per anestetizzare i popoli, come qualcuno, oggi considerato obsoleto, aveva scritto qualche tempo fa, e a nessuna delle superpotenze premono, in realtà, la salute o i diritti umani degli africani, facciano pure come vogliono purché noi abbiamo l’accesso alle materie prime.

Salute e diritti non premono nemmeno al nostro governo, nonostante i proclami di prima gli italiani!, tant’è che il nostro welfare, già in cattivo stato, è stato completamente distrutto da questi ultimi sciagurati che ci ritroviamo a Montecitorio. Vedremo cosa succederà ai cerchi magici di fratelli e sorelle d’Italia quando la situazione sarà insostenibile per tutti. Qualcuno andrà a cercarli a casa, alla fine, e non sarà una visita pacifica.

E, comunque, sebbene biasimi e detesti Netanyahu per le sue orrende politiche oscurantiste di cui sono solo un aspetto le sproporzionate stragi di palestinesi – non meno orrende di quelle di Sabra e Shatila del 1982, dove la presenza israeliana, alleata delle terribili Falangi libanesi, fu decisiva – non riesco a vedere di buon occhio le manifestazioni in favore dei palestinesi, che si sono inevitabilmente identificati con Hamas e Hezbollah, criminali tanto quanto se non peggiori. Non dobbiamo dimenticare che, nei territori palestinesi (e in tutto il mondo mussulmano), l’omo/bi/transessualità è ancora un tabù ed è perseguitata e condannata e che i soprusi a cui sono soggetti uomini e donne sono intollerabili. Spesso li aspetta la morte, come soluzione per la loro depravazione. Tutto questo viene annullato nella narrazione dei pur poveri civili palestinesi sterminati da Israele che, essendo macroscopica, oscura i drammi individuali e culturali, riducendo la comprensione della complessità: è tutto un orrore e bona l’è. Inoltre, nessuno si sofferma sul fatto che in tutto il mondo arabo c’è proprio un razzismo anti-israeliano (e non solo, anche nei confronti di chi ha la pelle scura, i popoli arabi sono molto razzisti), e non unicamente nei confronti del paese nemico ma anche nei singoli individui ebrei, religiosi o no, stiano essi in Israele o nel resto del mondo.

Per tornare al Libano, poi, lì la situazione è stata sempre abbastanza confusa e sanguinosa a causa delle tante religioni in perenne conflitto, il mio dio è migliore del tuo e così via. Più volte, in passato, ho citato il film di Denis Villeneuve “Incendies” (2010) per capire meglio cosa provocano quei conflitti religiosi e come si intrecciano colle vite della gente comune. Certamente Hamas e Hezbollah sostenuti dall’Iran, altro paese canaglia sempre in agguato, sono la faccia più evidente dell’oscurantismo islamico, per non parlare dell’Isis, scheggia impazzita e sfruttata per continuare a destabilizzare la zona.

In questa situazione estremamente variegata e complessa, non così facile da chiarire in tutti i suoi aspetti che, spesso, non sembrano collegati, l’oscurantismo prende corpo sempre più chiaramente e si traveste e si mischia ad altri oscurantismi pur non avendo realmente altro punto di contatto che il potere.

Anche perché la Cina atea, per esempio, ha ben poco a che fare con un Iran bigotto apparentemente agli antipodi. Ma dei rapporti servono in una rete anti occidentale e quindi, lo voglio ricordare, la Cina si propose da paciara facendo riavvicinare Arabia Saudita e Iran, nemici storici sotto lo stesso Allah, esattamente un anno fa.

Il 7 ottobre 2023 è stato un momento in cui tutto è stato rimesso in discussione ma, comunque, UE e USA, di cui Israele è considerato un’appendice, sono il nemico e su questo si deve basare l’alleanza. Nemici forse ideologici ma non commerciali, nell’ottica e nella morale cinese, per cui la vendita dei propri prodotti a chiunque paghi è la priorità. La Cina è ormai come un immenso magazzino di ciarpame che dev’essere venduto e smaltito nel pianeta a tutti i costi. Se si potesse vendere su Marte la Cina venderebbe anche lì.

L’Afghanistan, altro nido oscurantista abbandonato a sé stesso da un colpevole Occidente dopo aver fatto appena assaggiare il sapore della libertà. Milioni di uomini e, soprattutto, di donne, dopo l’abbandono, si ritrovano nuovamente sotto il giogo talebano. Pur di fuggire, gli afgani si appendevano disperati agli aerei che partivano, incuranti che sarebbero precipitati nel vuoto dopo qualche minuto. Forse speravano che qualcuno li avrebbe tirati su. Sono immagini raccapriccianti che abbiamo visto tutti. Non se ne parla più, ormai archiviato, forse non esiste più nemmeno come paese, surclassato dai bellicosi vicini.

L’Occidente laico a me, cittadino ateo e allergico alle religioni di qualsiasi tipo, pur riconoscendo che, tra i religiosi, ci sono alcuni, pochissimi, elementi che con grande dignità portano avanti progetti umanitari degni di encomio, fa sentire un po’ più al sicuro. Un po’, eh, sempre meno in Italia, dove l’omofobia e il razzismo e un’attrazione fatale verso guerre e aggressività sono sempre dietro l’angolo sebbene elementi come Pillon, Salvini, Meloni e corti dei miracoli a loro connesse, rispetto ai leader ghanesi, siano dei dilettanti. Per fortuna abbiamo ancora una Costituzione e un presidente che, pur cattolico, cerca di difenderla dagli assalti di questi sciagurati delle destre estreme.

Ma, seppure per motivi assai diversi da quelli di Salvini, io non sono favorevole alle aperture alle feste di Ramadan in quella scuola di Pioltello. No, le religioni, di qualsiasi tipo, devono restare fuori dalle scuole e dall’istruzione. Anche se i ragazzi che compongono le classi provengono in maggioranza da famiglie seguaci di una religione oppure di un’altra. Ovvero, queste ultime vanno studiate come Storia o letteratura, la Bibbia come l’Odissea, infinitamente più poetica e profonda della prima, ma niente di più. Niente crocifissi o mezzelune alle pareti, niente presepi nelle scuole, niente Buddha. Chi vuole se lo faccia a casa, il presepe, così come può tappezzare le pareti di casa sua con innumerevoli crocifissi, ma resti sempre una dimensione privata. Chi confonde legge con religione, come l’Islam, l’ebraismo e come i cristiani americani che giurano ancora sulla Bibbia, è e resta un oscurantista.

Così come oscurantisti, e oscurantista è un eufemismo, sono governi di mediocri come il nostro. Così come oscurantisti sono certi romantici complottisti incapaci di una visione più ampia o coloro che, in base a posizioni woke (termine che avrebbe anche un’origine e un significato positivo – sveglia! -, risalente a un decennio fa, ma i cui sviluppi sono stati assai dubbi e oggi ha più un carattere sarcastico e spregiativo), pretendono di cancellare secoli di Storia abbattendo statue e cambiando nomi alle strade solo perché la Storia è andata in un certo modo. Colla damnatio memoriae coloro intenderebbero correggere gli sbagli del passato ma è solamente un’illusione per rimediare un’identità che, invece, va costruita diversamente, proprio con consapevolezza del passato e non cancellandolo.

Certamente intitolare parchi e strade a Mussolini o Hitler non è proprio il caso ma, per poter dire “mai più” a chi verrà dopo, forse è più vantaggioso avere qualcosa sempre presente, qualcosa che contenga le ragioni di quel “mai più” e che esorti a tenere perennemente alta la guardia, altrimenti tutto perde di senso e diventa a un’unica dimensione, piatta, forse più facile da leggere e interpretare ma fittizia.

Aspetto sempre che qualche intellettuale di rilievo, qualche premio Nobel magari, spero progressista, magari eretico, faccia sentire la sua voce alta e autorevole per scuotere le coscienze intorpidite e ipnotizzate dal consumismo e dalle dottrine religiose, in quest’apatia oscenamente rumorosa del loro silenzio. Lasciando un qualche viatico per tornare a ragionare senza tabù e senza lo spettro di nuove teocrazie.

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CAT: Geopolitica, Questioni di genere

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